Vita: istruzioni per l’uso (di Chiara Nisi)

Cogliere i risvegli positivi. Nulla è scontato. La gratitudine in questo secolo viene tristemente a mancare. Non sappiamo o facciam finta di non sapere che siamo noi stessi a determinare l’andamento della nostra prosa musicale giornaliera. A noi è data facoltà di trovare l’ equilibrio della bilancia quotidiana che porta su di sé il fardello della pazienza di vivere, della pazienza di essere. Questa facoltà è premio che non riusciamo mai abbastanza a celebrare. Inseguiamo egoisticamente una felicità della quale non conosciamo il prezzo, temiamo di morire poiché non conosciamo la gioia del vivere. Seneca maestro: “Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro se t’impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che, se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, si ritengono debitori e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire”.
Nessuno c’insegna a gestire al meglio il nostro tempo, in questo caso il manuale d’istruzioni è nelle nostre mani. Questa cosa dovrebbe spaventare… muovere, stuzzicare in noi la voglia di farsi persone migliori.
E poi scegliere bene: ogni giorno è un continuo esercizio alla scelta e alla predilezione: i rapporti, le persone di cui ci circondiamo, gli ambienti..senza accorgercene prediligiamo i suoni, i colori, i profumi. Le relazioni poi, viviamo degli altri e non possiamo farne a meno e li scegliamo spontaneamente come le note più intonate, destinate ad entrare nel pentagramma della nostra vita. Ogni persona è egregia, nel senso latino della parola  ”ex grege lectus”, cioè scelto dal gregge..niente di più vero, noi facciamo continuamente delle cose e delle persone elementi egregi della nostra vita, o meglio, dovremmo augurarci che sia così e che la nostra scelta sia sempre giusta. E’ difficile…
E poi riflettere: la malinconia ogni tanto interviene nelle scelte, equilibrata. La nostalgia di qualcosa che continuamente si ha la sensazione di non avere o di non essere ci fa mettere in discussione a tal punto da riconsiderarsi, ricominciare sempre da zero a valutarsi, dare peso ogni volta diverso, e alla fine giusto, ai nostri errori e alle nostre incertezze. Non è mai troppo tardi per fare meglio.
Che cos’è quest’ansia? Che cos’è che manca?
Trovate un po’ di ristoro in Dostoevskij : “La vita è vita dappertutto, la vita è in noi stessi e non fuori di noi. Accanto a me ci saranno degli esseri umani ad essere uomo fra gli uomini e restarlo sempre.In qualsiasi sventura non avvilirsi, non perdersi d’animo, ecco in che consiste la vita, ecco il suo compito.. Guardando indietro penso a quanto tempo è stato speso inutilmente, quanto ne è andato perduto in errori, futilità, incapacità di vivere; per quanto lo apprezzassi qualche volta ho peccato contro il mio cuore e il mio spirito, e il cuore mi sanguina. La vita è un dono, la vita è felicità, ogni minuto poteva essere un secolo di felicità. Si jeunesse savait! Adesso, cambiando vita, rinasco in una nuova forma..rinascerò migliore. Ecco la mia speranza, tutto il mio conforto”.
Poi leggere… leggere molto, perché le parole non sono mai troppe e allungano davvero la vita, per il semplice motivo che allungano lo spirito.
Poi dare spazio alla musica: non c’è rifugio migliore per gli inverni della nostra anima.
E poi amare, che tutto nasce e muore lì.
E poi… ci sarebbero mille altri precetti e consigli, io mi fermo, non sono nessuno per impartire consigli dal basso della mia esperienza e nessun uomo forse può avere la presunzione di farlo. Però condividere il pensiero aiuta..mettere in ballo il modo in cui i propri sensi percepiscono la quotidianità.
Tagore, poeta indiano, dall’alto della sua umiltà ci dice: ”Il fiore non valuta la sua bellezza: generosamente ha ricevuto e generosamente dona”. Siamo tutti fiori nel campo della vita,  nati nella speranza che sia sempre primavera.

4 Commenti a “Vita: istruzioni per l’uso (di Chiara Nisi)”

  • Osservatore:

    Ho un ardente desiderio che coltivo da qualche tempo: le recensioni o disquisizioni psico-filosofiche di Chiara Nisi dovrebbero costituire parte integrante per la formazione umanistica nelle scuole superiori. I concetti espressi dalla giovane studiosa dimostrano la necessità impellente di scendere nel profondo dell’animo umano perché si possano conoscere meglio le nostre tendenze più recondite o i nostri conflitti che ci angustiano e ci fanno soffrire. La nostra ormai è una società malata ove nevrosi e depressione stanno stanno soffocando l’essere umano che viene purtroppo contaminato anche dall’uso di droghe, sostanze stupefacenti e psicofarmaci tendenti a creare un deleterio circolo vizioso. Non sappiamo più affrontare le avversità della vita per il fatto che proiettiamo inconsciamente sulla società (malata) le nostre tendenze che sono quelle della superficialità, debolezza e mancanza di ogni attributo morale. Abbiamo perduto anche quello spirito religioso che forse è l’unico bisogno profondo dell’essere umano che voglia elevarsi nel senso più nobile della parola. Credo che soltanto una “presa di coscienza” sul piano affettivo e razionale ci potrà offrire la possibilità di vivere bene e di morire meglio. Ringraziamenti et cordialità per la bravissima Chiara.

  • Stefania Nigro:

    Cara Chiara, tu sfondi con me una porta aperta.
    Dostoevskij è uno dei miei scrittori preferiti e condivido in pieno il suo malessere per lo spreco di tempo.
    Proprio per questo, a costo di sembrare spesso maleducata e poco diplomatica cerco di non sprecarlo. Da non credente so che questa è l’unica vita che ho e scusa se me la godo :)
    Le emozioni, le sensazioni e i profumi vanno bene, ma soprattutto bisogna vivere. Se mi guardo intorno invece vedo tante, troppe persone che “sopravvivono” o peggio, si lasciano vivere. Chissà perchè bisogna essere così legati a schemi e vita sociale che non stanno scritti da nessuna parte.
    Belle le tue riflessioni, anche se dal mio punto di vista un po’ immature. Ma è una tappa che devi fare a questo punto della tua giovane vita. Continua a leggere. Wilde diceva che un uomo che legge non è mai un uomo solo. Esperienze proprie e altrui ti faranno diventare la persona che Mounier tanto anela.
    Un timido consiglio però voglio dartelo, permettimelo. Sono arrivata con buona fortuna a metà della mia strada e spero di arrivare a vederne l’altra morendo senza rimpianti.
    Senti. Vivi. E occhi ben aperti.

    Sei una ragazza intelligente, so che capirai.
    Un caro abbraccio.

  • Chiara:

    @Osservatore: io ringrazio per la sua riflessione, per l’elogio, anche troppo lodevole nei miei riguardi.
    Ringrazio per aver fatto suoi i miei pensieri e averne dato un’interpretazione che stimola e ringrazio poiché le sue parole sono evidentemente figlie di quella madre divenuta tanto sterile ai nostri giorni, la riflessione , e frutto di prezioso scambio di idee.
    Chiara

    @Stefania: Accolgo sempre bene la tua critica: sprona, guida al confronto, ecc..ho letto con attenzione le tue parole. Per me non credo c’entri l’esser credente o non credente qui, ognuno é libero….d’interpretare, anche mettendo in ballo la propria tipologia di fede nell’acquisire quel che legge. Rispetto la tua e ci rifletto su. Per i miei vent’anni emozioni ,sensazioni, profumi e quant’altro venga direttamente dai sensi, é alla base del percepire prima, del vivere poi. Son d’accordo con te riguardo a che nessuno debba forzarci ad esser legati a schemi e obblighi di vita sociale, nessuno ci obbliga in nulla se sfruttiamo volontà e forza d’animo. Non conosco bene Mounier, non so che ritratto di persona ideale egli dipinga, io di sicuro non sono in grado di farlo, dal basso dei miei vent’anni, ma non credo ci sia un’età che possa avvalersi di questa presunzione. Non credo che possiam mai definirci maturi o immaturi sulla base delle esperienze personali, quando siam sempre sulla soglia di compierne altre. Grazie per l’invito a sentire, vivere , tener gli occhi aperti, grazie poiché mi sproni a riflettere sui miei pensieri e a metterli in discussione. Non mi piace molto l’ostentare il proprio aver vissuto e qui, a tutti i maestri letterari, preferisco Shakespeare quando dice :’ E’ mai possibile che la modestia seduca i nostri sensi più che la leggerezza della donna? Ripeness is all.’ Colgo sempre i tuoi consigli, tuttavia questa volta volevo lasciar anch’io, con questa massima, qualcosa di cui son già certa,nonostante l’età.
    Un abbraccio anche a te, a presto

  • Stefania Nigro:

    Bellissima Chiara,
    l’età non c’entra col sentire. Quando avrai 40 anni ripenserai a questo presente e ti sorprenderai ad avere una visione diversa della vita, come è giusto che sia. Ti accorgerai che troppo spesso l’amore non basta. Non sempre almeno. Quando parlavo di immaturità intendevo questo, non mi riferivo certo a te come persona; ci mancherebbe. Per quel poco che ho visto sei una ragazza in gamba col cervello bello attivo.
    Comunque tu la voglia mettere, in linea di massima, sarai d’accordo con il fatto che chi ha “qualche” anno in più alcune esperienze le ha già fatte e credo che sia in diritto di esplicitarle. Che senso avrebbero altrimenti i genitori e i maestri?
    Ovvio che la vita mi riserva altre avventure. E non vedo l’ora. Ma ti ripeto che purtroppo l’amore da solo non basta. Anche Madre Teresa, esempio di grande Amore per gli uomini, non ha potuto salvarli tutti.
    La vita è bella ma sa essere anche molto crudele cara amica. E’ su questa crudeltà che volevo tu aprissi gli occhi, augurandoti di non doverla mai incontrare.
    Anche i nostri stili di comunicazione sono diversi se rifletti. Tu parli descrivendo il tuo sentire, io parlo di ciò che ho vissuto. Volutamente mi tengo su questa linea riferendomi sempre al timido consiglio di cui sopra. Per metà la vita l’ho maneggiata e di cose me ne sono successe tante, molte delle quali crudeli. Davvero credi, a questo punto, che sia indispensabile essere necessariamente “modesti”?
    Al ragazzo dell’Aveyron l’amore non è bastato.
    Chissà, magari nelle tue istruzioni per l’uso basterà. Te lo auguro di cuore. :)

    Se hai voglia di colmare questo punto:
    IL PERSONALISMO di Mounier.
    Fammi sapere!!!!
    Il solito sincero abbraccio.

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