C’è crisi… nelle anime e sui visi (di Chiara Nisi)
L’arte del conoscersi non è cosa semplice. I cinque minuti prima di prender sonno trovo siano deleteri. Il resoconto del proprio rendimento nei confronti della vita è difficile a farsi e ad affrontarsi.
Dicono ci sia crisi in giro. Troppi scombussolamenti che turbano la serenità del quotidiano, o forse troppi vizi che non detergono le angosce, anzi le moltiplicano. Le lamentele del cuore si fanno sentire. Forse è meglio schierarsi dalla parte di quel lavoratore che a sera è così stanco che i cinque minuti prima del sonno non ha nemmeno la forza per impiegarli.
Tanto si sa, la filosofia del sacrificio è quella che più ti forgia e ti stanca, ma ti fa splendere la coscienza. Ogni tanto però i momenti di sconforto e di dubbi su quel che ne sarà di noi investono le menti di tutti. Dove stiamo impiegando le nostre energie? A buon fine poi? Qual è la chiave della serenità? Penso che la bilancia dell’equilibrio spirituale non esista, che oscilliamo sempre tra momenti di gioia e di abbattimento e che in questo ondeggiare si riassuma la nostra esistenza. Eppure il beneficio dello scrupolo è di pochi, in pochi pare si curino delle proprie azioni. Una vita di riflessioni costa tormento, ma è una vita sana.
Sartre aveva con ironia colto la difficoltà del prendere coscienza del proprio agire: “Io sono responsabile di tutto. Tranne della mia stessa responsabilità.” Allora, se tralasciamo la nostre indole materialista e calcolatrice, valutiamo il nostro ascendente morale, capiamo che la crisi è dentro di noi e intessuta in valori tramandati male. Possiamo però salvare il salvabile. La cultura gioca un bel ruolo. Terribile è la società che si arrende, che non reagisce. Ma a quale epoca appartiene l’uomo migliore? Non esiste tempo e spazio definiti che gli appartengano. L’uomo migliore si pone delle domande aldilà del tempo. Non è rabbioso, non è arreso, non è rassegnato agli intoppi della vita.
C’è tanto rancore adesso nelle giornate… i risvegli della gente sembrano essere più pesanti, la corsa al tempo affanna. Pasolini se ne preoccupava: “In questo mondo colpevole, che solo compra e disprezza, il più colpevole sono io… inaridito dall’amarezza”. E quanta amarezza c’è in giro. Provate ad accorgervene guardando la gente negli occhi. Mi pare che ognuno tiri la macina al proprio mulino, con sofferenza anche, e gli altri… gli altri diventano ragione di correre ancora di più e di non guardarsi intorno. Nulla è più desiderabile, nulla è più appagante, c’è crisi… nelle anime e sui visi.
E’ necessario andar sempre avanti, ma cercando di curare la propria serenità in relazione al proprio mondo e ai mondi altrui. Facile a dirsi, diverso nel compiersi. Le malinconie servono, ma talvolta vanno stroncate e vinte dall’essere attivi giorno dopo giorno. Che la passività ci sta uccidendo, badate bene. Curate i risvegli affannosi facendovi tornare alla mente una frase dell’imperatore, filosofo e stoico Marco Aurelio: “Quando al mattino ti svegli e sei stanco, e non avresti voglia di alzarti, devi dire a te stesso: alzati per compiere il tuo mestiere di uomo!” La volontà di rimboccarsi le maniche, poi l’abbattimento e la tentazione d’arrendersi… é tutto nella norma, un andirivieni di strane emozioni che prima o poi prende tutti. Ma nei momenti di sconforto l’arma contro la crisi è solo la sacra volontà di andare avanti. Siamo pur nati per lasciar qualcosa, e non egoisticamente per noi, ma per gli altri. L’altro conta molto, ma prima è bene costruire un nido di serenità in se stessi che ci dia lo slancio verso la realtà.
E poi dicono che le lingue morte non servano più..io dico che aiutano a vivere e non c’è insegnamento più grande da apprendere… infatti parlava in latino Seneca quando diceva: Vuoi sapere che cosa sia il vero bene o da dove venga? Te lo dirò: dalla buona coscienza, dagli onesti propositi, dalle rette azioni, dal disprezzo del caso, dal tranquillo e costante tenore di vita di chi segue sempre lo stesso cammino’.
Chiara Nisi
In queste parole ritrovo i pensieri e i sentimenti maturati nel corso di esperienze di vita. Quando si cerca di realizzare se stessi il percorso è pieno di domande, a volte contraddizioni,ma giorno dopo giorno avviene un miglioramento personale grazie alla volontà di rimboccarsi le maniche.
Grazie per i consigli e le tue riflessioni.
Un abbraccio