Pepp di Sgrigne, il guaritore di San Michele Salentino
Donatella Nigro ci segnala la notevole documentazione video realizzata nel 1982 sul guaritore sammichelano Pepp di Sgrigne pubblicata sul sito www.ostuni.ue. Purtroppo sul sito in questione non siamo riusciti ad individuare l’autore dei filmati che si firma solo con F.S.
Per accedere ai video clicca qui.
12 video, realizzati nel 1982. Il protagonista è il signor Quirico, un guaritore-erborista che operava in provincia di Brindisi, a pochi km da Ostuni. Uno straordinario personaggio che non aveva e, crediamo, non abbia tuttora eguali. I filmati sono stati girati nell’arco di 3 mesi e ogni volta rimanevamo sbalorditi dalle nuove teorie e dai nuovi ‘apparecchi’ che spacciava benevolmente per terapeutici (un binocolo da teatro, una torcia per l’auto, ecc.). Agli inizi degli anni ’80, ero impegnato nella ricerca, sulla scia degli studi di Ernesto De Martino, di personaggi del Sud dediti alla magia, alle guarigione con arcaici metodi. Ero interessato all’occulto ‘nostrano’ magistralmente indagato da De martino in ‘Sud e Magia’ (Milano, 1959). Acquistata la prima telecamera portatile in commercio (ingombrante apparecchiatura della Sony), girammo con alcuni amici, per tutta la Puglia e la Basilicata, alla ricerca di persone ‘vere’, che ancora non fossero contaminate dalla già allora dilagante voglia di apparire in TV. Gente, insomma, che fosse rimasta fedele alle tradizioni tramandate oralmente. Riuscimmo a intervistare ‘fattucchiere’ in Basilicata, alcuni ‘pranoterapeuti’ a Foggia, indovini a Bari, erboristi a Taranto e vari altri personaggi idonei alle caratteristiche della ricerca. Incontrammo proprio a poca distanza da Ostuni, il signor Quirico, un personaggio davvero unico. Riusciva, come già detto, a stupirci ogni volta che lo si intervistava durante un suo ‘intervento’. Un’evoluzione, attraverso strumenti sempre diversi, fino a indossare il camice, usare lo stetoscopio e, ancor più inquietante, utilizzare bisturi. Attrezzature che simboleggiavano la grande frustrazione di non essere un vero un medico. Comunque rimane uno degli ultimi esempi, se non proprio l’ultimo, di genuino prodotto di un’epoca ormai finita. Giuseppe Quirico morì pochi mesi dopo le riprese e non potè, purtroppo, sapere che questo filmato nel 1983 fu oggetto di un dibattito alla Biennale di Venezia. Nel 1985 fu presentato dalla Rai, cui erano stati ceduti i diritti per un anno, al Festival del Cinema dei Popoli di Salerno aggiudicandosi l’ambito premio. F. S.
Che personagio….Fortuna che striscia la notizia non esisteva in quegl` anni….Troppo simpatico il signor Sgrigne……
Uè Rò…..senza parole, mi scendono solo le lacrime….
Ne discutavamo con Mondino di questa “scoperta”: se il materiale non fosse stato pubblicato sul sito ostuni.tv noi sammichelani avremmo dimenticato questo personaggio.
Si spera di raccogliere testimonianze, documentazione fotografica, e quant’altro per ricostruire la storia di Pepp di Sgrigne (Chirico Giuseppe).
documento eccezionale e inquietante allo stesso tempo.
L’autore dei video è il dott. Franco Sponziello, di Ostuni, con il quale ci siamo messi in contatto per un incontro sull’argomento.
Ciao a tutti.
Non l’ho mai conosciuto, ne sentivo parlare quando ero ragazzo, e parecchie persone ne parlavano in bene.
Mi sembra che vivesse in un trullo o una lamia in contrada AJeni.
Di seguito la mail che il Dott. Franco Sponziello ci ha inviato a seguito della nostra richiesta di incontro:
Preg.mo sig. D’Urso,
sono rimasto io piacevolmente sorpreso nel constatare la grande
vivacità e partecipazione che il suo sito suscita nei suoi
concittadini: E’ senza dubbio encomiabile e da prendere a esempio.
Veda, ho sempre considerato le piccole realtà -mi riferisco sia ai
luoghi che alle comunità- quali fonti di effettivo alimento culturale,
disdegnando volentieri la prosopopeica, baldanzosa, saccente e
presuntuosa “mentalità metropolitana”, portatrice di falsi bisogni,
mascherati da “benessere del progresso”. Questo anche quando mi
ritrovai, giovane laureato, ad approfondire tematiche che per lo più,
venivano snobbate dall’entourage dei ricercatori, tutti (o quasi),
impegnati a definire l’intelligenza umana, inseguendo sfortunati
topolini in labirinti tortuosi almeno quanto le loro povere menti
(quelle dei ricercatori, non delle cavie!).
In merito alla sua gentile richiesta, in realtà io sono persona
schiva e riservata soprattutto quando si tratta del mio passato. In
ogni caso, mi creda, non avrei niente da aggiungere a ciò che lei ha
riportato dal sito http://www.ostuni.tv
Rinnovando le mie congratulazioni per la pregevole iniziativa
culturale di cui è promotore, rivolgo attraverso lei un sentito saluto
ai suoi concittadini.
Franco Sponziello
una persona per bene che a guarito tantissime persone mi ricordo che anche mia nonna fu guarita da pep di sgrign umile e disponibile e stata una figura importante per san michele e fuori paese almeno io o un bellissimo ricordo di quando ero ragazzo per averlo visto e sentito molto parlare sempre di bene come credo tante persone di una certa eta
mi è successo di portare mio figlio nato con problemi psici-motori da pepp di sgrign nell’anno 1980 e dopo averlo “visitato” prese una penna e disegnò due linee sulla pancia e sulpettoa mò di croce e mi disse testualmente: il cervello trasmette le trasmissioni e alzandolo in aria continuò dicendomi ca stu piccinn tra qualche anno tavà zumbà anguedd.
Piu di trenta anni fa,sono andato da lui nel trullo di contrada aieni.
Ero disperato per un pezzo di legno entratomi nel dito medio della mano destra.
Dopo aver girato tre ospedali e dopo un intervento chirurgico a pagamento fatto da un chirurgo di Latiano mi sono ritrovato con un dito che volgeva a cancrena.
Non avendo altre speranze,sono andato con un mio amico da Pep di sgrigne e mi ha salvato.
I particolari potrei anche dirveli.
Un saluto a tutti.
Per Ciccio: certo che ci puoi raccontare i particolari.
Riformuliamo l’invito a chi ha conosciuto direttamente o indirettamente Pepp a contribuire con le testimonianze (aneddoti, foto, ecc.).
Era nostro zio, sia io che mia sorella ne siamo stati sempre orgogliosi, nonostante venisse deriso da molti suoi paesani. Inoltre in questi filmati siamo presenti noi con i nostri genitori,zie e zii che oramai fanno parte del paese dei ricordi.
Rosangela, se hai foto e/o se vuoi inviarci aneddoti e/o testimonianze, avremmo piacere ad arricchire la pagina dedicata a tuo zio.
Per Rosangela.
Capisco e rispetto l’affetto che si prova per uno zio.
Ma esserne orgogliosi è ben altra cosa.
Se si è ammalati bisogna rivolgersi ad un medico.
Un tumore va curato nei centri specializzati e non affidandosi a sedicenti guaritori.
E il messaggio dovrebbe essere quello di salvaguardare l’apetto umano (e se volgliamo un po’ folkloristico) ma, allo stesso tempo, di invitare la gente ad affidarsi, in caso di necessità, a chi di competenza.
nando dvt
Per Sig.ra Devina
Premesso che l’orgoglio a cui faceva riferimento mia sorella travalicasse il “caso guaritore” e riguardasse la sfera meramente privata.
Vorrei sottolineare che la figura del guaritore-medico degli anni 70-80, nel sud, avesse radici a mio avviso poco razionali e riconducibili invece alla insicurezza della vita quotidiana, alla enorme potenza del negativo e alla carenza di azione per fronteggiare i momenti critici dell’esistenza. Condizioni che nel
Sud del dopoguerra, permettevano la sopravvivenza di pratiche di magia cerimoniale, quali la fascinazione, la fattura…in un clima di sincretismo religioso dove il cattolicesimo si incontrava con manifestazioni di “paganesimo” di “magia” mai forse estirpate.
E’ in questo contesto (veda E. De Martino) credo che acquisti importanza la figura di Giuseppe Chirico, ossia essere stato uno di quei guaritori che nell’Italia del sud hanno surrogato con capacità “magiche”, per ragioni pratiche, la luce della ragione che Lei giustamente rivendica.
Saluti agli amministratori del sito.
Mi scusi per l’equivoco sulla sua identità.
Saluti.
Per Nando
Ero e sono orgolgliosa per la persona che era! L’orgoglio e la stima per una persona vanno oltre quello che uno può fare o non fare.Bisogna sempre salvaguardare l’aspetto umano e,anche, quello folkloristico se è contestualizzato in un periodo storico.
Cara sig.ra Rosangela,
sono d’accordo con Lei, infatti ho scritto chiaramente che l’aspetto umano va salvaguardato.
Il suo essere orgogliosa però (visto che faceva riferimento al fatto che suo zio venisse deriso) è evidente che tiri in ballo anche l’altro aspetto, ossia quello del guaritore, e cioè il motivo per cui (come lei stessa ha scritto) veniva dileggiato.
Non voglio essre scortese, e con tutto il rispetto per il vostro affetto e le vostre persone, ma è su questo punto che non mi trovo.
La sig.ra Filomena richiama l’attenzione, nel suo interessante intervento, ad elementi atavici legati a “costumi” radicati nelle tradizioni (irrazionali) del meridione.
E fin qui sono d’accordo, ma poi si fa riferimento alla “figura del guaritore-medico degli anni 70-80″.
In quegli anni il meridione non era assolutamente il meridione di inizio secolo e l’assistenza sanitaria era ormai una realtà di fatto.
Concordo pienamente sull’analisi del contesto antropologico persistente in un sud che veniva fuori con difficoltà dalle vicende del dopoguerra e che risolveva il punto di scontro (ma anche di cesura)tra riflessioni teologiche e credenze magiche “affidandosi” a riti, credenze e pratiche i cui antecedenti si perdono nella notte dei tempi.
Purchè si accetti che quel mondo magico-religioso che aveva facile presa sulla bonaria “creduloneria” della gente, avesse un micidiale alleato.
L’ignoranza (nel senso letterale del termine e senza alcuna offesa) che colpiva allo stesso tempo i sedicenti guaritori da un lato e i (a volte malcapitati) “pazienti” dall’altro.
Entrambi vittime di quel “Mondo alla rovescia” di Cocchiera in cui la superstizione irrazionale dell’uomo prevale, ahimè, sulla ragione.
Cordiali saluti,
nando de vitis
Le ricordo sig.De Vitis che nel meridione del 2012 c’è ancora gente che va ” farsi aggiustare le ossa” da “ortopedici improvvisati” di paese, sebbene l’assistenza sanitaria, citandola, sia un dato di fatto. E dall’infanzia nel mio meridione riemergono persone “che sapevano fare i vermi” (dalle quali si portavano i bimbi), “che mettevano a posto la schiena” ecc…insomma la scienza non è così di casa come Lei crede.
Saluti
Fil
Cara sig. Filomena,
io sono perfaettamente consapevole che quanto Lei dice corrisponda(purtroppo) al vero.
A questo punto ho però il sospetto che sia Lei a fraintendere la mia posizione.
La gente che in modo “sprovveduto” (e che esiste ancora oggi) si affida a sedicenti guaritori e i sedicenti guaritori stessi sono due facce della stessa medaglia.
Figli entrambi dello stesso retroterra culturale di cui, a mio avviso, non c’è da esserne orgogliosi.
Tutto qui; avendo già spigato prima la salvaguardia dell’apetto umano.
Mi consenta poi di essere in disaccordo sulla sua affermazione che “nel meridioine la scienza non è di casa”.
Assolutamente no.
Grazie a Dio, (strutture a parte), abbiamo bravi medici, bravi fisici, bravi matematici, bravi chimici, bravi biologi…
Semmai è la mentalità (mi permetta il termine) ancora gretta di alcune persone a non essere all’altezza.
Cosa di cui Lei è d’altrone consapevole, avendo citato chi ancora va a “farsi aggiustare” le ossa.
Insomma, alla fine, la pensiamo in modo non diverso.
Solo che Lei (e lo comprendo) si arresta di fronte alla figura di suo zio.
Che con tutto l’affetto di una nipote, non può però essere trattato “a parte”, essendo elemento artefice e fattivo di quel mondo che soccombe alla ragione.
Sono sicuro che Lei ha visto il video in cui con una fede di matrimonio suo zio “pulisce” gli occhi di una ragazza dal grasso che a suo dire sarebbe, poi, la causa delle cataratte.
Oltre all’aspetto folkloristico che c’è di altro per cui esserne, addirittura, orgogliosi?
Io mi fermo qui, perché rispetto i suoi sentimenti e perché non vorrei risultare scortese.
Anzi, mi scuso se Le sono apparso tale in alcuni punti.
Ma non credo sinceramente che, con tutta la benevolenza possibile, ci siano altri punti di vista con cui approcciarsi a quei filmati, se non quello di prenderli come esempi di una mentalità (sia quella del guaritore, sia quella del paziente) da “condannare” con forza; senza se e senza ma.
Cordiali saluti.
nando de vitis
Queste ultime parole hanno spento tutto l’entusiasmo di chi, come me, da decenni manca da quella meravigliosa terra, che … haimè… rivive con passione la propria infaznzia attraverso nostalgici ricordi… pepp di scrigne… me ne ero quasi dimenticato… mi rivedo ragazzino di 11 anni e sento il calore di quei tempi… ad Ajeni ci recavamo con le bici per andare al “lago” )che altro non era che una vasca con della melma… di cui ancora riesco a ricordare l’odore… non so perchè,… ma mi manca
Di pepp sgrign si è sentito parlare . Ma io so di certo la storia di quei libri perché erano di mio nonno Cosimo lu medico padre di peppo lu medico di ostini poi sposatosi a San Michele salentino con mia madre ancora in vita erano scritti di sano pugno da Cosimo lu medico guaritore e uno dei primi mediatori di ostini sposatosi a San Michele con un po’ di ricerche ho saputo che tutto quel materiale di mio nonno poi venduto a sgrign ora si trova latiano da un vero medico con tanto di diploma e laurea comunque molte persone hanno beneficiato dei miracoli di Cosimo lu medico e pepp sgrign un saluto a loro e che riposino in pace.
Maurizio, si potrebbe rintracciare il medico di Latiano? o, almeno, sapere come si chiama?
Ciao midiesis non so il nome del dottore che possiede attualmente quei manoscritti ma dalle ultime notizie che avevamo in famiglia si è saputo che erano in possesso di un dottore di brindisi ma non ci dissero il nome.furono ristrutturati nel 1998 se nn sbaglio ed erano 3 blocchi tutti scritti a mano.
Grazie Maurizio. Se vi saranno, in futuro, delle novità al riguardo, facci sapere.