Un volto, un nome e le storie di una sanmichelana (di Stefania Nigro)

l'intervista a Fabrizio Guglielmi su "il brindisino" a cui fa riferimento Stefania Nigro

Anche se faccio per scelta pochissima vita sociale e, specifico a gran voce, non mi interessa la politica in maniera impegnata (nel senso che non sono iscritta a nessun partito e non milito in occasione di campagne elettorali, pur andando a votare), vorrei condividere alcuni pensieri che mi sono scaturiti dalla lettura de “Il brindisino”.

Mi riferisco all’articolo che riportava l’intervista del dott. Fabrizio Guglielmi e in modo particolare sul come si vive a San Michele. Non entro in merito alle questioni politiche, poiché non ne ho la competenza né la voglia né l’interesse. Non mi rivolgo neanche direttamente al dott. Guglielmi visto che non lo conosco personalmente e verso il quale non ho assolutamente nulla, contro la sua persona e il suo credo politico. Ma alcune considerazioni le voglio fare, prendendo spunto da ciò che ha detto.

1)      A SAN MICHELE SI VIVE BENE SE HAI UN LAVORO REGOLARE.

Ma perché…in Italia esistono altri piccoli o grandi centri dove si vive bene se hai un lavoro precario? Forse lì le banche ti concedono i mutui o i prestiti con più facilità? Forse lì puoi decidere di mettere su famiglia con contratti di 800 euro, a tempo determinato? A queste domande non so rispondere, nel senso che non conosco il nome di queste città, ma sono certa che con un lavoro precario si vive meglio qui che a Milano, o a Barletta o altrove, dove con quella cifra, non si sopravviverebbe nemmeno una settimana, se non hai la casa di proprietà. (Esperienza personale).

l'intervista a Fabrizio Guglielmi su "il brindisino" a cui fa riferimento Stefania Nigro

2)      SE NON SEI UNA DONNA

Vivo del mio sudato lavoro (ottenuto con grandi sacrifici da parte mia e della mia famiglia che mi ha sostenuto durante gli anni di studio finiti nei tempi previsti e con profitto, ottenuto senza nessuna raccomandazione, e con quattro anni di servizio in montagna dove c’era la neve fino al mese di maggio alta fino alle ginocchia). Al di là delle cattiverie, dicerie e pettegolezzi di alcuni membri della comunità, questo comune mi ha sempre permesso di fare ciò che ritenevo più giusto, nel rispetto delle leggi dello Stato, ovviamente. Non mi sembra di essere discriminata solo perché sono una donna, anzi. (Esperienza personale).

3)      SE NON SEI UN DISABILE

Vivo in questo paese dal 1991, e solo recentemente ho visto l’abbattimento di moltissime barriere architettoniche. Provate a far girare in carrozzina un disabile in alcuni comuni limitrofi, vi renderete conto di che cosa sto parlando.

Noi siamo abituati a vedere sempre chi sta meglio di noi, e dimentichiamo prestissimo le cose che almeno sono state fatte. Ne elenco solo alcune…Rimborso carburante per le famiglie che sono costrette a portare fuori paese i loro figli per la riabilitazione, servizio assolutamente gratuito per il trasporto dei bambini presso le scuole attrezzate della Nostra Famiglia di Ostuni, convenzioni per l’utilizzo dell’Associazione Volontari Laici Soccorritori, anche questa assolutamente gratuita (e sono inclusi anche i malati gravi o che hanno bisogno di cure mediche specifiche e permanenti), servizio civile dedicato ai bisogni di persone svantaggiate. Contributi per manifestazioni dove sono inseriti disabili…Andate a dare un’occhiata nel tarantino, poi se ne riparla. Moltissime famiglie mi raccontano che la risposta è “Ci dispiace, non abbiamo fondi, usate i soldi dell’accompagnamento”.

Parliamo poi dei posti riservati (quelli delimitati con le strisce gialle, spesso contrassegnati da un numero). Lo specifico perché moltissima gente sembra scendere dal pero quando gli fai notare che quello è un posto per disabili e che non hanno assolutamente diritto a fermarsi lì per comprare le uova o il latte, mentre il disabile, che aspetta i comodacci loro, si bagna tutto durante la pioggia poiché non riesce a parcheggiare dove ne ha DIRITTO. Questi permessi sono erogati dall’Asl di appartenenza, dopo attente verifiche e visite mediche (non basta la 104), ed assegnate dal comando dei Vigili Urbani, cosa fatta sempre con solerzia e rapidità, il comune provvede immediatamente a contrassegnare l’area riservata. Anche questo è stato sempre fatto.

Ora mi domando…E’ forse colpa del comune se l’ignoranza e la stronzaggine (perdonatemi il francesismo) di moltissime persone rendono la vita del disabile più dura di quanto già non sia? Le colpe non sono invece da addossare alla mentalità diffusa? Al fatto che se non ti capita in prima persona non lo capisci quanto può essere devastante vivere ogni singolo giorno?

Lavoro con i disabili anche io e vivo questa triste e pesante esperienza, mai nessuno al mondo ho sentito dire “Faccio la notte al posto tuo – Ti dò il cambio in ospedale – Ti sbrigo io le decine di pratiche quotidiane – Di cosa hai bisogno? – Ti vado a fare la spesa.

Sapete cosa ho sempre sentito dire? “SE hai bisogno… D’altronde ognuno ha le sue croci”, ma poi tutti scompaiono durante le operazioni, le febbri alte, le rianimazioni… e mi fermo qui.

L’amministrazione comunale invece ha risposto, sempre, con vera solidarietà sociale e con i fatti concreti. L’unico vero raggio di sole in una vita buia.

D’accordo, c’è tanto tanto tanto ancora da fare, ma anche sulla popolazione c’è tanto da fare, sulla mentalità della gente ottusa e gretta. Credetemi, piccole cose che migliorano davvero la vita dei disabili e delle loro famiglie. Almeno queste “piccole” cose ci sono. I disabili vivono meglio qui che altrove anche se potrebbero vivere ancora meglio, ovviamente. (Esperienza personale).

4)      SE NON SEI UN GIOVANE

Sono stata giovane, in una vita lontana, e anche io, appena l’età me lo ha consentito ho preferito andare in un centro più grande a studiare e a fare le mie esperienze. Per poter lavorare ho dovuto guardare oltre i confini del paese, all’epoca, poiché qui non mi si offriva nulla. Purtroppo è una triste realtà, ma un po’ consola sapere che è generalizzabile. E’ un problema del meridione in sé. Badate bene…non dico che sia una cosa giusta, ma non si può pensare che un paese di 6000 persone offra lavoro a tutti i ragazzi di qui. Ma il dott. Guglielmi ce l’ha fatta. Ha studiato sodo, si è preparato, fa il lavoro per cui è inclinato e lo fa a San Michele. Vale lo stesso anche per me ovviamente, e per tanti altri. Anche se non condivido l’idea della gestione del comune come fosse un’azienda devo ammettere che l’andazzo è quello. Del resto, ora nella scuola pubblica c’è il Dirigente Scolastico che è alle prese continue con conti e bilanci. Ogni istituzione è un’azienda (Pensate al Vaticano). E in un’azienda, i posti di lavoro istituzionali sono contati. L’importante è che si dia la possibilità di crearne altri. Penso al Portale Magico, a nuovi esercizi commerciali (che danno lavoro a moltissimi ragazzi e studenti). Non sono molto ferrata in materia avendo fatto studi diversi, ma credo che se i commercianti e i professionisti guadagnano bene, significa che qualcuno gode dei loro servizi. Vedo molti ragazzi che si guadagnano i soldi lavorando in questi esercizi pubblici, e gli stessi poi vanno nei negozi e comprano ciò di cui hanno bisogno, mettono da parte in banca, fanno girare moneta insomma. Mi sembra che a San Michele si lamentino sempre tutti (io per prima) ma i soldi in tasca quasi tutti ce li hanno. (Affermazione superficiale, lo so, faccio solo un conto con i grandi numeri, non me ne voglia chi sta davvero in condizioni di difficoltà). Tutti abbiamo una macchina, i cellulari (compresi i nostri figli di 8 anni), la casa in campagna, ecc, ecc. E quasi tutte le famiglie hanno case che preferiscono tenere vuote o venderle. Vi siete chiesti il perché? Forse perché a San Michele gli affitti sono troppo alti? Non credo, suvvia. La ragione è un’altra. Lo Stato tutela gli affittuari in maniera vergognosa. Oltre che continuare a pagare le tasse devi anche soccombere agli affittuari che non ti pagano le mensilità, che ti distruggono casa, agli avvocati reclutati per farli uscire da casa tua, alle marche da bollo a suon di 50 euro e solo dopo moltissimi mesi, anni, processi, forse riesci a rientrare in possesso del tuo bene immobile, ormai distrutto. E siccome questi non hanno nulla, le migliaia di euro che hai sborsato e perso, non te le ridarà mai nessuno…MA TU HAI CONTINUATO A PAGARE LE TASSE. A conti fatti uno preferisce tenersi la casa vuota, almeno ci guadagna. Che si azzardi qualcuno a chiedermi di affittare casa se non sono più che certa che non sia qualcuno che rispetti le leggi e i diritti degli altri. Qualcuno che se la possa permettere, insomma.

Il comune non c’entra in tutto questo, sono sempre le persone che decidono di vivere al di fuori della legalità. (Esperienza personale).

5)      SE NON HAI LA PENSIONE SOCIALE

Beh, anche qui vale un po’ quello che ho detto all’inizio. Non credo che esista posto dove con queste poche centinaia di euro si possa vivere bene.

Qui faccio però un discorso che sarà impopolare, lo so, ma premetto che non vale per tutti, ma per molti si!

Mio padre ha lavorato per lo stato per 40 anni. Oggi gode di poca salute purtroppo ma di una dignitosa pensione, che gli permette di “stare tranquillo”. Tuttavia in questi anni di lavoro ha pagato fino all’ultima lira di contributi. A differenza sua, altre persone (parecchie) hanno volutamente (all’epoca) PREFERITO essere pagate in nero, o con la cosiddetta “fuori busta”, cioè metà dichiarato e metà imboscato. La conseguenza la immaginate? Per anni i loro figli erano ben vestiti, facevano le vacanze all’estero, andavano nelle scuole private (trent’anni fa era possibile). Ma arrivati alla soglia della pensione percepiscono quella che è giusto che abbiano, quella per cui hanno versato i contributi. E mi si viene a chiedere adesso di aiutare gente che è sempre stata meglio di me? Mi viene in mente il cantante Califano che ormai vecchio, rincoglionito e proveniente da una vita dissoluta di vizi e stravizi chiedeva la pensione sociale. Ma stiamo scherzando? Io lavorerò per 35 anni se mi va bene, forse di più, pagando tutti i contributi fino all’ultimo centesimo, per ritrovarmi comunque con una pensione da fame. Questo se non mi do da fare con una pensione integrativa che sto già facendo. Ma sottraggo alla mia famiglia diverse centinaia di euro ogni anno. Insomma, mi scoccia dirlo, ma la storiella della formica e della cicala non l’ho inventata io.

Con questo non voglio dire che tutte le storie sono uguali e chissà quanta gente è stata davvero sfruttata e vessata nella vita e merita un riconoscimento sociale. D’accordissimo su questo. Ma non mi si chieda di fare di tutta l’erba un fascio perché non ci sarebbe la vera giustizia sociale. Ne riparleremo quando ci saranno metri di paragone oggettivi. Tutto quello che ho me lo sono lavorato e guadagnato. Non mi ha aiutato nessuno se non i miei genitori e le persone che mi vogliono bene. Non mi chiedete di dare anche a coloro che non se lo meritano, solo questo. Io non credo che per certe cose siamo tutti uguali. Ci sono le persone “per bene e per male”, “persone che meritano e altre che non meritano”. (Esperienza personale).

Concludo questo lungo sfogo, apolitico, e personale. Mi scuso se ho offeso qualcuno che si trova in difficoltà, ma i miei pensieri non erano rivolti a Voi, credetemi. Spero di essere stata chiara. E anche con il dott. Guglielmi ribadisco che non ho inteso nessuna forma di attacco né personale né politico. La verità è che si dice che il mondo sia bello perché vario. Ho voluto solo dare risalto a una voce diversa: anche se la mia. Di volti ce ne sono tanti, non ci sono solo pecore. Ringrazio il caro amico Rocco D’urso, per la sua disponibilità a pubblicare i pensieri di tutti. Spero solo che non mi facciano troppo a pezzi J.

Specifico che di ogni argomento che ho trattato ho esperienze vissute direttamente da me o da persone che conosco bene.

Tanto si può fare, è verissimo. Cominciamo? Speriamo bene!

Grazie della paziente attenzione.

 Stefania Nigro

8 Commenti a “Un volto, un nome e le storie di una sanmichelana (di Stefania Nigro)”

  • nicola:

    Cara Stefania, ho letto con grande attenzione il tuo lamento, invocazione a smuovere la crosta di indifferenza che ormai ci copre. Scusa per cara, i tuoi sentimenti così affini ai miei han confermato un volto di una persona familiare. Come sai siamo insaziabili, é la nostra natura, e tendiamo a concretizzare le nostre aspirazioni. In confidenza, in sintonia coi tuoi pensieri, ti apro una finestra del mio animo poetico a riguardo: ecco il mio volto.

    Vogliamo di più
    vogliamo tutto

    A malincuore ti ringrazio, Signore,
    per i doni che mi dai.
    Nascondo nel cuore
    una punta di risentimento,
    perché non mi dai di più.
    La bella giornata da vivere,
    la notte appena passata
    nel beato sonno,
    la salute, il benessere in cui vivo,
    ti sono grato per questo,
    ma non basta.
    Eppure non sono soddisfatto
    di quello che mi dai,
    non mi dai abbastanza come vorrei.
    Lo so che tu guardi oltre,
    sempre per il mio bene,
    mi porti nel cuore e mi riempi di gioie,
    ma sempre secondo i tuoi disegni.
    Io desidero di più,
    vivere ora nella pienezza della vita,
    m’infastidisce l’attesa delle tue promesse.
    Il mio cuore è insoddisfatto,
    Signore!
    cosa stai a guardare da quella croce,
    non mi piace quando dici
    la strada per raggiungere le gioie eterne,
    la felicità assoluta,
    è ripida, piena di ostacoli,
    intricata di spine.
    Perché soffrire per le gioie,
    meglio rinunciare.
    O Signore,
    scendi da quella croce,
    sii buono,
    portami per pascoli fioriti,
    per campi prosperi,
    siamo fatti per la gioia eterna,
    non farci attendere,
    le sofferenze mi sconfortano,
    non sono quelle,
    le tue promesse.

    Ogni giorno tu a profusione
    ci riempi di doni,
    il ruscello bagna e asseta
    il prato di casa mia
    non mi basta,
    desidero un fiume
    che porta pesci in abbondanza,
    neanche questo calma l’anima,
    il desiderio del mare mi strazia
    e non sono soddisfatto se non l’ottengo.
    Il mare generoso
    ricco di offerte
    non basta ancora,
    voglio l’oceano,
    voglio di più voglio tutto.

    Tu mi hai creato
    capisci l’insaziabilità,
    uguale alla tua
    non saremo mai appagati,
    siamo fatti per anelare
    tendere in alto,
    frugare cercare possedere
    rosi e folli
    dal desiderio indomabile….
    Tanto si deve fare, facciamolo senza mai rassegnarci! con affetto Nicola.

  • Fabrizio Guglielmi:

    Gentile Stefania Nigro
    finalmente trovo il tempo per rispondere alla sua bella nota relativa all’articolo/intervista comparso sul giornale “Il Brindisino”. Nel ringraziarvi per i toni educati ed appassionati che avete usato, e nel pieno rispetto delle esperienze personali e delle opinioni altrui, devo altresì confermare e ribadire quanto già dichiarato nell’intervista:
    “A San Michele si vive bene se hai un lavoro regolare, se non sei una donna, se non sei un disabile, se non sei un giovane, se non hai la pensione sociale”.
    Come dice lei signora “Tanto si può fare, è verissimo. Cominciamo? Speriamo bene!”
    Perchè dietro le luci del paese dei balocchi vivono le ombre invisibili di quanti “devono” lavorare in nero perchè l’aternativa è …. saltare dalla finestra e/o partire, Ed è grazie al lavoro nero che oggi molte persone che hanno lavorato una vita (in nero) si ritrovano a tirare avanti con la pensione sociale, e se devi pagare un affitto, le bollette ed i farmaci …. governo ladro …. resta ben poco a fine mese. IL LAVORO NERO E’ UN REATO.
    Perchè i 2/3 dei giovani meridionali (ed anche nel nostro paese, dati ISTAT 2011) sono disoccupati, e nessun paio di scarpe firmate (Made in China) potrà mai restituire loro la dignità
    ed un futuro, nè salvarci dalla crisi. Perchè in questi anni i giovani del nostro paese sono stati educati ad essere bravi consumatori passivi e non cittadini attivi. Perchè questa amministrazione ha preferito ignorare le idee ed i progetti (nonchè i fondi) avanzati dai giovani che oggi sono costretti ad andare fuori paese per usufruire dei servizi a loro dedicati.
    Perchè le politiche giovanili di questo paese sono i bar (ha dichiarato il Sindico qualche tempo fa) e la repressione violenta.
    Perchè le violenze domestiche e lavorative sulle donne in questo paese non girano in processione ma lasciano segni profondi sui corpi e nelle menti.
    Perchè la disabilità non è solo una questione di norme da rispettare ma è soprattutto una questione di dignità della persona, diritti esigibili e servizi, tutte cose per cui “non ci sono soldi”, ci fanno sapere dal governo. E saranno ancora le donne a dover supplire a questo vuoto istituzionale.
    Volti, nomi e storie di sanmichelani, spero che altri trovino la forza ed il coraggio che avete trovato voi, signora, per uscire allo scoperto e dare voce a quel paese invisibile di cui parlo.
    Cominciamo, insieme, a costruire quel che manca.

  • Stefania Nigro:

    Mi rendo conto che la comunicazione è un processo estremamente complesso.
    Probabilmente non sono stata chiara. Riflettevo su un articolo letto e ho fatto delle considerazioni su alcuni punti della vita sanmichelana. Ci ho messo il volto, il nome e i fatti, dato che latitavano (così pare almeno). Onestamente non ne ho visti un granchè in questa risposta. Un sacco di parole ma poco da rosicchiare.
    Mi aspettavo una rielaborazione della vicenda, invece ho trovato una non meglio identificata lista, o elenco, di problematiche sociali. Non che la cosa non sia giusta in sè, ma questi sono problemi che si vivono purtroppo ovunque e non sempre è colpa di chi ci governa. Questo intendevo dire quando ho parlato del parcheggio dei disabili. Le leggi ci sono, lo Stato anche, sono le persone che vanno educate. Se chi subisce un’ingiustizia non denuncia, come si può pretendere che si possa aiutare il prossimo? Non è forse agendo al di fuori della legalità che si crea la dittatura? Non è per questo che nascono le associazioni onlus?
    La verità è che a tutti piace la pappa pronta. Purtroppo nessuno se la vuole cucinare…

    Alla delicatissima anima gemella che ho incontrato lungo questa strada… non posso far altro che ringraziarti. Una volta dissi a un amico che quando due cuori si riconoscono la vita si fa più allegra e si vivono istanti di grazia. La tua poesia è profonda e sentita. La accolgo volentieri nei miei pensieri e cerco di farne tesoro, anche se non sono credente. E, credimi, non sono rassegnata, quello mai. Diciamo che subisco gli eventi che non posso modificare. I miei occhi ardono sempre fiamme vive e forti e sul mio viso ho sempre grandi sorrisi e voglia di vivere. Trovo che la vita sia bellissima…e chi se la perde? :)
    Spero che queste nostre bizzarre vie si incontrino un giorno.
    Grazie Nicola.

  • Ciao a tutti.
    Brava Stefania, hai il mio più completo appoggio, il mio pensiero è identico al tuo.
    Il nostro paese è cambiato dal giorno alla notte, come ho gia avuto occasione di scrivere, sino a ventanni fa a dire che eri di San Michele c’èra quasi da vergognarsi, ti facevano sentire come una persona del terzo mondo, oggi come oggi è da essere quasi orgogliosi di vivere a S: Michele, in effetti ci sono comuni non lontani da noi (anche molto più grandi) che stanno molto ma molto peggio di noi. Si cari miei c’è gente che ci invidia, si proprio cosi ci invidia.
    Nota che ho 60 anni, quindi di cose ne ho viste, non parlo per sentito dire.
    Mi fermo qui, senza aggiungere altro, ci sarebbe da riempire pagine intere.
    Ciao Stefania, continua così.

  • Fabrizio Guglielmi:

    Gentile Signora Nigro
    noto, dai toni della sua non risposta, con dispiacere, che non vi interessa avere un dialogo dato che considerate come vere solo le vostre esperienze ed opinioni.
    Del resto, se vi accontentate di 4 strisce (i fatti), contenta lei ……
    Ciò che mi sfugge però a questo punto è il senso del vostro sfogo. Se va tutto bene e questo è il paesino migliore del mondo, perchè vi lamentate? per chi vi lamentate?
    La “lista”, come la definite voi, cara signora, è fatta di nomi e cognomi, persone reali di questo paese che meritano rispetto. E, se ci tenete, in altra sede, sono pronto a farvi nomi e cognomi, così potrete verificare di persone quanta è bella la vita in questo paese.
    Forse, pur vivendo nello stesso paese, parliamo di paesi diversi.
    Lei ha mai lavorato in nero? ha mai denunciato un datore di lavoro? chieda in giro …..
    Crede sul serio che la mentalità delle persone non sia legata al sistema di potere che ci governa?
    Crede davvero che il privato sociale si occupi dei bisogni delle persone?
    Io non le scrivo per farle “rielaborare la vicenda”, semplicemente credevo che oltre lo sfogo del momento si potesse ragionare sul “come si vive in questo paese”.
    Nelle dittature a norma di legge (quella dei mercati) come quella in cui viviamo, bisogna che il popolo dica sempre che va tutto bene, un pò per paura ed un pò per amicarsi il potere ( li chiamano “i favori”).
    Vi saluto, non le farò perdere altro tempo, e saluto anche il vostro FAN, che a 60 anni, e magari con una “bebi pensione”, è il compaesano più felice che conosca.
    Sarei curioso, comunque, di conoscere anche il suo pensiero, magari in versi, così da potergli rispondere per le rime.
    Buona Vita ad entrambi
    P.S.
    Ogni tanto, spegnete la TV ….

  • Angelo Chicomero:

    Buongiorno a tutti,

    leggevo con molta attenzione gli interventi che sia Stefania, sia Fabrizio hanno condiviso (Un pò meno, in verità, le svariate righe di una poesia-preghiera che, aldilà del suo significato straordinario, rimane pur sempre una preghiera.. D:).

    Volevo fare un paio di considerazioni da 23enne, quasi maturo e sicuro delle e nelle proprie idee e nei propri pensieri, ripeto: quasi.

    San Michele è cambiata, senza ombra di dubbi: in meglio o in peggio? E’ pur sempre cambiata.

    Leggendo le righe di Stefania, non si può non darle ragione. Che poi il sindaco sia così o l’amministrazione sia colà, è un altro discorso secondo me.

    In sostanza, mi ritrovo perfettamente con le esperienze vissute da Stefania (poichè anche io credo di averle vissute allo stesso modo) e nello stesso momento mi ritrovo nella descrizione delle difficoltà che alcuni nostri compaesani hanno all’interno della nostra “felice” comunità, come appunto Fabrizio nel suo articolo cerca di mettere in luce.

    Bisogna assolutamente ripartire dalle idee.

    Per quanto riguarda il lavoro, sfido chiunque, al momento, a non voler scappare da questa terra maledetta (l’Italia) dove il precariato ed il lavoro nero sono presenti più della parola “Berlusconi” nelle testate giornalistiche. Dove una laurea diventa un pezzo di carta, prima di un’ambizione. Dove un contratto cambia e diventa ricatto…eccetera eccetera eccetera.

    D’altronde aspetto anch’io l’occasione giusta…per “scappare” ma…risolvendo cosa, alla fine?

    Quello che più mi preoccupa, in realtà, è l’aria che si respira tra noi giovani, un disinteresse ed una buffoneria senza eguali: un BMW ed un pantalone Armani valgono più di mille diritti e meno di 4 doveri…tutti dormono, altro che nessun dorma. Ecchisenefrega se la pensione arriva ai 70, in punto di morte.

    Ecco i veri problemi da dove cominciano, cominciano da qui: quando ti accorgi che i nuovi 30 sono come chi oggi è ai 70…

    Saluti!

  • Stefania Nigro:

    Senza voler fare stupide e inutili polemiche credo che i “toni” da “so tutto io” non sia stata io a usarli. Non sono stata io a dire che non ci sono nomi, volti e storie. Che poi si dica…i nomi te li faccio quando non sente nessuno, questo mi fa sorridere. Ma come, non ci stiamo lamentando per l’omertà che regna sovrana e per la “dittatura” amministrativa?
    Continuo a dire che la comunicazione è un processo difficile, ma rileggendo questa volta credo di essermi spiegata bene. Sono stata molto chiara in proposito. io non mi lamento affatto del paese in cui vivo. Se si legge con attenzione ho detto l’esatto contrario. Lo spiego con parole più sintetiche…si vive meglio a San Michele che altrove (almeno nei paraggi), e ho fornito esperienze personali. Se la mia vita è migliore, oggi, lo devo ai servizi di questo paese. Servizi che in altri comuni non avrei mai avuto. E poi no. Non ho mai lavorato in nero…chi mi ha detto che è un REATO? Forse qualcuno qui conosce qualcun altro che lavora in nero e non denuncia? Armiamoci e partite?
    Non seguirò il consiglio di guardare meno televisione perchè ne guardo pochissima, ho altri passatempi più coinvolgenti e i telegiornali mi interessano. Da parte mia, non ho la pretesa e la sfacciataggine di dare consigli a chi già sa tutto, me ne guarderei bene. CHI oserebbe tanto!?
    Voglio invece rivolgere un commento al sig, Angelo Chicomero. I momenti di sconforto possono divorare l’esistenza dei giovani. Lo so bene perchè anche il mio cammino lavorativo è stato tutto in salita, e continua ad esserlo. E’ stata una forte delusione sapere che il mio voto di laurea su un pezzo di carta valeva meno della carta igienica. Ma quello che mi è sembrato duro se mi guardo indietro oggi lo vedo come una benedizione. Andare “fuori” non significa solo patire, ma significa diventare grandi, responsabili, allargare i propri pensieri e trovare nuove idee. Esperienze di vita che altrimenti non avresti mai fatto, conoscenza di persone che ti hanno cambiato il modo di vedere le cose, spesso in meglio. Una ricchezza che non si compra da nessuna parte, devi solo viverla. Quasi tutti siamo stati costretti ad andare via per un pò, ma credimi, se vuoi si può tornare. Posso solo fornirti uno dei modi che può velocizzare questo processo: Studia e non tirarti indietro se incontri una difficoltà. Un mio professore di università mi diceva sempre che lo studio e il cuore ripagano sempre, magari a volte con un pò di ritardo, ma lo fanno con gli interessi. In bocca al lupo qualsiasi sia la tua decisione. Tu sarai sempre tu ovunque e le persone che ti amano continueranno a farlo anche da lontano. Non so se tutti sono al corrente, ma hanno inventato gli aerei con voli a tariffe veramente convenienti che in pochissime ore ti portano dove vuoi…si chiama libero mercato. Non è tutta feccia…qualcosa di buono ci sarà in questo mondaccio meravglioso, no?
    Buon viaggio verso il mondo adulto.

  • Fabrizio Guglielmi:

    Questa manovra parcheggia i disabili, per sempre ………..

    ……… firma contro il taglio all’assistenza: http://www.fishonlus.it/fandfish/firma/

Hockey su prato a San Michele S.no

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