Micchio di Barrak (di Nicola Romanelli)

 

“Per incanto, come gli capitava in quelle mani sapienti, un pezzo di fil di ferro, apparivano modellini di biciclette, carrettine, ed un’infinità di oggetti carini che appena compiuti si lasciava prendere dalle mani, allegro per l’incomprensibile avidità ostentata dai suoi coetanei. Era tra i compagni e nello stesso istante assorto in un altro mondo, preferito, estraendosi dal presente. Strano magico mondo ipnotizzava la sua mente e si disinteressava, pur partecipando come fosse bendato al nostro mondo. Viveva normale in mondi paralleli, senza segni di squilibrio se non la sua grande semplicità. Amico di tutti e tutti ne approfittavano, lui sereno, gli altri famelici. In un mondo dove i genitori raccomandavano ai figli di “aprire gli occhi” e i figli applicavano alla lettera il precetto e deridevano gli altri semplici o ingenui considerati deboli o debilitati”.

L’ottavo capitolo di “Il gusto della mela”, scritto da un sammichelano doc, Nicola Romanelli. Auspichiamo che il romanzo abbia una dovuta e meritata pubblicazione in cartaceo. In bocca al lupo, zio. Buona lettura.

 

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