Guarda cosa accade (di Chiara Nisi)
Guarda cosa accade.
Guarda il sangue che gronda dagli occhi. Ascolta il suono imbarazzante della Terra che trema e il rumore drastico del tempo cancellato in pochi minuti.
A cosa pensi oggi? Al Giappone.
Ai dolci occhi a mandorla che hanno perduto anche l’ultima lacrima.
Allora ti rendi conto che lamentarsi è la cosa più meschina di questo mondo. Allora i dolori in iperbole di noi uomini figli del vizio scompaiono d’un tratto davanti alle consapevolezze di vite troncate in un batter di ciglio.
Quanto si sente perduto quell’uomo che vede macerarsi il tempo,gli affetti, vede la natura divorarlo in una voragine di sconforto.
L’amarezza forse non l’abbiamo mai provata davvero. Il mio pensiero non riesce nemmeno a concepire minimamente quel patimento. E’ forse questo lo strazio. Tremò la terrà e tremarono le esistenze.
Il sisma dei cuori non era previsto. E le vite che miracolosamente ne escono indenni sono il più grande inno alla vita e la più grande reazione alla calamità.
La Terra trema ed è la più terribile marcia funebre mai udita. Lascia qualsiasi cosa tu stia facendo e fermati a pensare alla vita e tutto quello che dai per scontato verrà fuori. Staccati dal materialismo quotidiano e vivi nella poesia della riverenza nei confronti della tua stessa esistenza. Proteggiti. Perché lo vedi quanto sei vulnerabile o uomo?
E forse non ci resta che piangere. Ma dicono che anche struggersi non serva. Allora bisogna saper conservare tutto l’amore che c’è per la vita, lasciarsi avvolgere come un baco dalla crisalide. Anche quando cessano le urla, quando non si odono più le onomatopee della sofferenza, rimane l’eloquenza dei volti, delle case, delle auto trasportate dall’acqua, delle vite livellate.
E’ bene non allattare alle mammelle della nostra coscienza madre così superficiale, ma fermarsi invece, e pensare.
A volte la natura si ribella. Si sveglia dal suo apparente sonno.
Ma le vittime sono tante, troppe. Non smette di soffrire la terra giapponese.
E la distanza geografica non giustifica la nostra indifferenza.
Da domani guarda le cose con occhi nuovi, prendi la vita con tatto e delicatezza.
Da domani pensa che fore sarà meglio svegliarti la mattina e godere delle cose più piccole, delle minuzie che sfuggono alla tua quotidianità figlia della fretta e delle circostanze di passaggio, figlia del tutto dovuto.
Da domani dai un valore ad ogni tuo gesto.
A cosa pensi oggi? Al Giappone.
Chiara Nisi