IL MIO DIZIONARIO – 19/11/2022 (di Vincenzo Palmisano)
GLI ULIVI DI OSTUNI
Gli ulivi di Ostuni…
Se potessero parlare, direbbero
di quando i turchi sbarcavano alla marina
e, razziando, le donne stupravano.
O di quando l’irsuto massaro
le raccoglitrici adescava e non pagava.
Oppure direbbero di quando l’Adriatico
era solcato da navi della Serenissima
che a prendere olio venivano
al porto di Petrolla.
E invece raccontano, nelle notti di vento,
a chi li sa ascoltare,
il pianto degli emigranti che
dal Capo di Leuca sfilano per tutta l’Italia
sulle Frecce del Sud cariche
di batticuori contadini.
Gli ulivi di Ostuni…
Hanno membra contorte e chiome da poeti,
ma sono eterni giganti.
I più vecchi, per non cadere,
sfidano gli anni
appoggiandosi a stampelle di tufi
e fissano muti la marina,
dove, sullo sfondo di catamarani,
sci d’acqua e wind-farfalle,
sbraita e sghignazza
dell’edilspeculazione l’arlecchinesca fungaia.
Dalla raccolta inedita di versi “Zibaldone salentino” ( 1980- 2020 ) di Vincenzo Palmisano
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