BREVE GUIDA AL VOTO (di Domenico Galetta)

Mancano meno di quindici giorni all’appuntamento con le votazioni per il rinnovo del nostro Parlamento e quando credevamo di averne piene le tasche di queste elezioni, ecco affiorare le nostre legittime criticità per come esprimere il voto (almeno per coloro che intendano farlo). Dubbi, perplessità, ma anche semplice curiosità prevalgono ora sulle “scocciature” provocate dalle infinite tribune politiche, spot e quant’altro che la tv ci propina quotidianamente da oltre un mese. Per cui, la domanda sorge spontanea: Si, ma come si vota?

Il manifesto recanti le candidature, a prima vista, può apparire disarmante, ma non lo è. Intanto c’è da dire che si vota come l’ultima volta per le Politiche (4 marzo 2018). Da allora sono cambiate solo due cose: il numero degli eletti che, a seguito del referendum ultimo, è stato ridotto (400 per la Camera dei Deputati e 200 per il Senato della Repubblica), mentre l’altra novità è che anche al Senato votano i giovani tra i 18 e i 25 anni (prima gli elettori del Senato dovevano avere almeno 25 anni).

L’elettore, al momento della votazione riceverà 2 schede: una di colore rosa (per l’elezione della Camera) ed una di colore giallo (per l’elezione del Senato). I modelli delle schede sono identici. Sarà diversa solo la disposizione sequenziale delle candidature e ciò dipende dall’esito del sorteggio effettuato dall’ufficio elettorale regionale presso la corte d’appello di Bari.

Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o i contrassegni delle liste in coalizione ad esso collegate. A fianco dei contrassegni delle liste sono stampati i nominativi dei relativi candidati nel collegio plurinominale. Per questi non si possono esprimere preferenze e saranno eletti nell’ordine in cui sono trascritti sulla scheda in base al numero dei seggi che ogni lista avrà conseguito.

Le modalità di espressione del voto sono identiche sia per la scheda rosa (Camera dei Deputati), sia per la scheda gialla (Senato) e sarà sufficiente tracciare un solo segno sulle schede. Qui di seguito ho cercato di riprodurre, in base alle disposizioni di legge, come sarà la scheda di colore rosa per l’elezione della Camera dei deputati, così per dare un’idea a cosa si troverà di fronte l’elettore:

Come esprimere il voto

Ipotesi 1: il voto espresso tracciando un segno sul contrassegno della lista vale anche per il candidato uninominale collegato, e viceversa.

Ipotesi 2: il voto espresso tracciando un segno sul nome del candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio.

Ipotesi 3: se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista nonché i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista.

Ipotesi 4: se l’elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.

Ipotesi 5: se l’elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo, in quanto non è previsto il voto disgiunto.

Sostanzialmente, sulla scheda ci sono le coalizioni (quelle rappresentate al 2° e 6° posto della scheda di cui sopra) e le liste singole (1°, 3°, 4°, 5° e 7) collegate al rispettivo candidato uninominale. Per queste ultime, votare il nome del candidato uninominale o la lista o apponendo un segno su uno dei candidati elencati è la stessa cosa perché il voto sarà valido sia per il candidato nel collegio uninominale che per la lista nel proporzionale. Per le coalizioni c’è una sottile ma sostanziale differenza. Apponendo un segno solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto avrà affetti nel proporzionale per tutte le liste facenti parte della coalizione. Apponendo, invece, un segno su una singola lista della coalizione (il segno anche sul candidato all’uninominale è a questo punto superfluo) il voto nel proporzionale avrà effetti solo per quella lista (tranne che non superi la soglia di sbarramento del 3%. In tal caso, qualora ha ottenuto almeno l’1%, ritorna in distribuzione, proporzionalmente, alle altre liste della stessa coalizione). Attenzione, però, perché il voto disgiunto, ammesso per le Regionali e per le Comunali dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, qui non è ammesso. Vale a dire che non sarà valido un voto espresso ad una lista e a un candidato uninominale non collegato a quella lista.

Sperando di essere stato utile, auguro buon voto a tutti.

Domenico GALETTA

—–

MANIFESTO CANDIDATI SENATO DELLA REPUBBLICA – ELEZIONI POLITICHE DEL 25 SETTEMBRE 2022

MANIFESTO CANDIDATI CAMERA DEI DEPUTATI – ELEZIONI POLITICHE DEL 25 SETTEMBRE 2022

2 Commenti a “BREVE GUIDA AL VOTO (di Domenico Galetta)”

Hockey su prato a San Michele S.no

Laureati con 110 (e lode)

Facebook
Utenti in linea