IL MIO DIZIONARIO (di Vincenzo Palmisano) – 40^ parte
ASILI
La Gazzetta del Mezzogiorno 1 aprile 2022
“Caro bambino che nasci al Sud, sei sfigato 6 volte tra PNRR, Asili, Scuole e Bandi” di Lino Patruno
La Gazzetta del Mezzogiorno 15 maggio 2022
“Donne senza diritti nella Puglia degli asili negati” di Angela Stefania Bergantino.
Da nonno di 2 nipotini, dopo aver letto con grande interesse il titolo e il contenuto di questi 2 articoli, la parola asilo, che non manca mai quando si parla di servizi sociali, mi ha riportato alla mente la città di Ivrea degli anni’50 del secolo scorso, e la fabbrica di macchine da scrivere di Adriano Olivetti.
Era, la sua fabbrica, l’unica allora in Italia che, oltre ai soliti reparti, aveva: mensa, biblioteca, trasporti collettivi, case e, incredibile ma vero, anche l’asilo, il famoso “Nido d’infanzia di Borgo Olivetti”, un rigoglioso fiore all’occhiello.
Oggi tutto ciò non esiste più, e Ivrea non è più quella in cui visse e operò Adriano Olivetti.
Una figura poliedrica di industriale, intellettuale, affascinante promotore di cultura.
Purtroppo le sue modernissime intuizioni imprenditoriali non furono apprezzate. Sognava un capitalismo diverso, un mondo migliore per gli operai e per le imprese. Fu considerato un utopista e fu aspramente avversato.
Oggi in Italia, il paese delle culle vuote, della denatalità, sprofondato in un gelido inverno demografico che non si sa quando finirà, esiste un asilo intitolato ad Adriano Olivetti?.
Non lo so. Sono però sicuro che se lui fosse ancora in vita, e gli si chiedesse perché gli asili sono così indispensabili e importanti, risponderebbe con le stesse parole che la Bergantino, docente universitaria di economia applicata, ha usato per chiudere il suo articolo del 15 marzo 2022, che così recita:
“Tutte le indagini confermano che i bambini e le bambine che frequentano il nido hanno un bagaglio intellettivo e relazionale più efficace: avranno risultati scolastici migliori e prospettive di successo professionale nettamente più alte dei piccoli che passano la giornata con le madri e i nonni”.
FRATERNITA’
C’è nel Canzoniere del grande poeta triestino Umberto Saba, nella sezione ”Quasi un racconto”, una poesia dal titolo “Quasi una moralità”, il cui messaggio colpisce al cuore tutti gli uomini del pianeta spettatori sgomenti della inarrestabile barbarie in atto nella martoriata Ucraina. Rileggetela anche voi:
“Più non mi temono i passeri. Vanno/vengono alla finestra indifferenti/ al mio tranquillo muovermi nella stanza./ Trovano il miglio e la scagliuola: dono/ spanto da un prodigo affine, accresciuto/dalla mia mano. Ed io li guardo muto/ ( per tema non si pentano ) e mi pare/ ( vero o illusione non importa ) leggere/ nei neri occhietti, se coi miei s’incontrano,/ quasi una gratitudine./Fanciullo,/ od altro sii tu che mi ascolti, in pena/ viva o in letizia ( e più se in pena ) apprendi/ da chi ha molto sofferto, molto errato, / che ancora esiste la Grazia, e che il mondo/ -TUTTO IL MONDO-ha bisogno di amicizia.”
Umberto Saba la scrisse dopo gli orrori e i drammi della seconda guerra mondiale.
E da allora, la sua voce accorata non si è mai spenta.
(Continua)
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Non perdo occasione di leggere del grande Prof. Palmisano! Non ce ne sono stati di pari e non credo che ce ne saranno! La grande cultura, insieme a professionalità, educazione e umilltà, è una forma in via di estinzione purtroppo, spero di sbagliarmi!
Un saluto affettuoso al Professore e alla moglie Caterina Baccaro. Onorati davvero dobbiamo essere di avere avuto a San Michele i migliori docenti, che insieme a molti altrettanto bravi, ma non uguali, hanno dato un’impronta alla Scuola Media “Giovanni XXIII” di San Michele che ha “sfornato” tanti bravi alunni! Grazie Professore!
Anna Abbracciante
Condivido in toto quanto evidenziato nel commento dalla Signora Anna. Il Professore, legato indissolubilmente alle proprie radici, per quanto profuso nell’espletamento della propria funzione docente e per quanto prodotto a livello storico e culturale, merita considerazione e rispetto da parte di tutti, Istituzioni comprese.
Professore, nel ringraziarLa, La saluto con stima e riconoscenza!
Luigi Calò
Le mie non brillanti (per non dire limitate) capacità nell’arte del digitare, mi impediscono di aggiungere sistematicamente un commento alla rubrica “Il mio dizionario”, ideata e creata dall’amico e collega Vincenzo Palmisano.
Il suo periodico appuntamento capace di spaziare dai più elementari e suggestivi ricordi di quella che era la vita della nostra comunità “paesana” alle acute osservazioni e riflessioni su quello che accade giornalmente, a livello nazionale e mondiale, colpisce per la cura dei particolari, per l’uso appropriato del lessico e dei modi di dire, che ci danno, di ciò che egli riesuma e descrive, una rappresentazione di una chiarezza cinematografica.
Nel complimentarmi per il suo costante impegno, voglio augurarmi che un giorno si arrivi alla pubblicazione di questo singolare e lodevole lavoro: la qual cosa non farebbe che aggiungere ulteriore lustro ad un autore di impareggiabili versi e di puntigliose (intendo dire meticolose) ricostruzioni storiche e di costume.