IL MIO DIZIONARIO (di Vincenzo Palmisano) – 35^ parte
NATALE 1982
Cammelli d’acciaio
portano bombe a Kabul.
Li guida una rossa cometa.
26 DICEMBRE 1986
Il cielo per tutta la notte
si è svenato,
e ora
di tutto l’azzurro di ieri
non è rimasta
nemmeno una goccia.
Ora sulla bianca terra
gli alberi hanno rami
di zucchero.
8 DICEMBRE 2001
Anche quest’anno ho fatto il presepe.
Lo faceva mio padre. Lo faccio
da quando avevo dieci anni.
Ma è diverso da tutti quelli
degli anni passati.
Manca il muschio, il verde
della speranza.
Manca la neve, il candore
dell’innocenza.
Il cielo è nero.
Le stelle sono cieche.
Per farlo, ho usato solo il sughero,
arido e secco come il cuore
degli uomini in guerra.
NATALE 2001
Non sono le bombe,
è la voce di Caino che riempie il cielo,
e non si spegne.
Il sangue corre verso la foce
gridando nei vortici.
Le vene e le viscere del mondo
sono infette.
La stella cometa cade a brandelli
sulla terra di ghiaccio.
Nelle grotte milioni di Gesù Bambini
aspettano l’alba che non arriva.
I tre Re Magi non si vedono,
infiniti sono i posti di blocco
sulle vie della speranza.
Perfino il bue e l’asinello sono stati
sgozzati.
Tra i dispersi ci sono anche
Giuseppe e Maria.
I RE MAGI
Arrivavano i Re Magi/ sulle tacite vie / odorose di muschio / e ci trovavano seduti /attorno al braciere.
Ora dice mio figlio: /vorrei che il Natale / non finisse mai.
Dalla Raccolta di versi inedita “ZIBALDONE SALENTINO”.
Vincenzo Palmisano
—–
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Grazie prof,
versi bellissimi che fanno riflettere ancor più dopo le recenti comunicazioni della commissaria Ue Helena Dalli sulle “linee guida” (ritrattate) e specificamente sulla parola Natale.
Lasciamo almeno questa bella Festa ai nostri bimbi…lo siamo stati anche noi! o no?!
Un affettuoso saluto ed un augurio per il prossimo Natale.
Orazio Azzarito
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