RACCONTI DI PIAZZA (di Edmondo Bellanova)

Finalmente “la piazza” torna a svolgere la funzione per la quale nel 1933 si demolirono “li curt” con tutto il resto della masseria San Michele. Oggi è luogo d’incontro, di riposo, di “pettegolezzo”, di passeggio, di commenti, di discussioni, di gioco, di ristoro, d’informazione; questa è Piazza Marconi a San Michele Salentino!

Ora, finalmente, in piazza  s’incontrano  anche i  “forestieri” che hanno scelto la nostra terra come seconda “casa” e ci onorano della loro amicizia; non ci separa più il covid ed i suoi incomprensibili colori e divieti, quindi… stanno tornando con la loro giustificata speranza di ritrovare un po’ di quella libertà che ci è stata tolta, per troppo tempo.

Oggi con i veneziani (Anna e Bassam) si è discusso della Costituzione, del suo valore e attualità; della amara considerazione  che non tutti i suoi principi  hanno avuto piena attuazione.

Poi, con Piero, milanese, abbiamo riconosciuto l’importanza della ricerca storica di Giuseppe Argentiero sui militari italiani internati e deceduti nei campi di concentramento della seconda guerra mondiale e parlando del monumento ai caduti di Piazza Dante, Mimino Ligorio ci ha fatto notare che,  per la collocazione delle lapidi commemorative dei caduti della I e II guerra mondiale,  si è modificato l’elemento più qualificativo dell’opera: la fioriera a forma di omega in omaggio alla morte dei nostri soldati.

Seduti al fresco dell’ombra della casa di Nuccio Argentieri abbiamo poi assistito alle rimostranze di Lorenzo Basile che, giustamente, faceva notare ad una vigilessa la difficoltà di muoversi in un dedalo di sedie e tavolini, fioriere, dehors e paletti, di cani e biciclette.

Da questo siamo passati al ricordo della figura  dell’assessore all’annona che negli anni ’60 gestiva  mercati, polizia municipale, decoro urbano.

Confidando nella facoltà di Piero di dare risposte esaustive, anche originali,  sempre ricche di contenuti storico-culturali,  ho, umilmente e candidamente, chiesto il significato di ”annona” non immaginando minimamente di suscitare la sua meraviglia per la mia ignoranza del significato del termine.

Questi incontri sono spesso, almeno per me, l’occasione per conoscere, approfondire temi, storie, significati e, quindi, appena tornato a casa, non ho perso tempo nell’andare a ricercare il significato di “annona”.

Intanto il  termine sembra derivare dal latino “annus” (anno), riferito alla produzione annuale di cereali che andava conservata, sorvegliata e distribuita dallo stato.

Per secoli  l’amministrazione ha  assicurato l’approvvigionamento annuale ed il controllo dei prezzi e della qualità dei prodotti. Sconosciuta mi era invece la sua etimologia che la fa risalire ad Annona nome della dea italica delle messi e garante della ripartizione del raccolto per il consumo dei cittadini e per la semina.

Proprio per garantire questa equa distribuzione per soddisfare le necessità alimentari del popolo, anche a San Michele, si crearono  luoghi di ammasso del grano dove i contadini dovevano  consegnare il loro prodotto e così si capisce la rabbia  di quanti, alla fine della guerra, il 29 dicembre 1943, saccheggiarono il deposito di grano custodito dal papà del prof. Vincenzo Palmisano.

Per secoli la “politica annonaria”  ha garantito  l’equa distribuzione di alimenti; sino a poco tempo fa, nel corpo dei vigili urbani era anche previsto il reparto di “polizia annonaria” con lo specifico compito di vigilare i prezzi e le condizioni igieniche dei mercati ortofrutticoli.

Altra cosa è l’annona cherimola,  della famiglia delle annonacee, pianta che ho più volte tentato di piantare in campagna per il suo particolarissimo gusto al melone, pera, mela. I risultati sono stati sempre negativi perciò non mi resta che acquistarle, in autunno,  dai fruttivendoli della provincia di Catanzaro.

Sanmichelesalentino05.giugno2021edmondobellanova

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