Medaglia d’Onore a Giuseppe Romanelli (di Giuseppe Argentiero)

Il prossimo 2 Giugno, 75° anniversario della proclamazione delle Repubblica Italiana, verrà conferita la Medaglia d’Onore alla memoria del nostro concittadino Giuseppe Romanelli  nato il 10 Marzo del 1920 a San Michele Salentino, figlio di Rocco e Antonia Cavallo.

Giuseppe nel gennaio 1939 viene chiamato per il servizio di leva.

È sposato da poco con Annamaria Prezioso e avevano avuto pochi mesi prima un figlio, Rocco.

Pochi mesi dopo la nascita di suo figlio inizierà la campagna d’Albania e verrà inviato proprio li, inquadrato nel 226° rgt Fanteria, imbarcandosi a Bari.

Rimane sul fronte greco-albanese per tutta la durata della guerra e dal ’42 viene trasferito al 71 rgt fanteria ”Puglie” che opera nel Kossovo con compiti di presidio e controguerriglia.

L’8 settembre del 43 furono colti impreparati e il giorno successivo, il 9 settembre,  tutti catturati dai tedeschi.

Giuseppe fu internato nello Stalag III D e assegnato ad un gruppo di lavoro, l’arbeitskommando Berlin-Spandau.

Lo Stalag III D si trovava appunto nella periferia sud di Berlino e vi erano internati prigionieri inglesi, francesi, russi, jugoslavi e, dopo l’armistizio, italiani.

Da mesi Berlino era presa di mira dai bombardamenti aerei alleati.

La notte del 16 dicembre 1943 il Comando bombardieri della RAF organizzò un altro raid sulla capitale tedesca, con 483 bombardieri Lancaster e 15 Mosquitos. I Lancaster decollarono dalle loro basi in Inghilterra tra le 16:00 e le 17:00 per il volo di sette ore e mezzo per Berlino e ritorno. Il loro percorso attraversava direttamente il Mare del Nord, l’Olanda e la Germania settentrionale.

Giuseppe muore quella notte, il 16 dicembre del 1943, a seguito del bombardamento.

Sappiamo che durante i bombardamenti i tedeschi vietavano ai prigionieri russi, italiani e polacchi di trovare rifugio nei bunker antiaerei, lasciandoli in superficie al loro destino.

La prigionia di Giuseppe è durata pochi mesi e ha dato la cosa più importante, la sua vita, per quel NO, per l’onore suo e dell’Italia libera.

In questi mesi di ricerca ho trovato diversi documenti in archivi italiani e tedeschi.

Il suo ricordo è stato mantenuto vivo dai suoi cari, a cominciare da sua sorella Immacolata e le coincidenze hanno voluto che della sua prigionia rimanesse più di una traccia, quasi a voler farla emergere in qualche modo se pur 70 anni dopo.

Un suo compagno di sventura, dopo esser stato liberato dai russi, tornando in Italia dal passo del Brennero lasciò testimonianze sui compagni morti durante la prigionia.

Il soldato Martena Arcangelo di Carmiano dopo 2 anni e mezzo di prigionia, nel 1945, dichiarò la prematura scomparsa dell’amico Giuseppe alle autorità di frontiera.
Martena Arcangelo era fratello del parroco di Carmiano, è morto 20 anni fa.

Negli archivi in Germania sono presenti a testimonianza della prigionia di Giuseppe il suo certificato di morte, essendo morto durante un bombardamento alleato e non per cause dirette dei nazisti.

Fu sepolto nel cimitero di Doberitz Elsgrund a Dallgow, nei pressi di Berlino, Campo 1, Fila 16, Tomba N°2, e li ancora riposa insieme ad altri italiani, russi, polacchi, jugoslavi, francesi.

Oggi i testimoni diretti, chi ha conosciuto direttamente Giuseppe non ci sono più. Non c’è più sua moglie Annamaria e neanche il figlio Rocco che emigrò a Varese negli anni 60.
Non c’è più sua sorella Immacolata.  Ma il loro amore, il loro affetto nei suoi confronti è tangibile, perché oggi siamo qui a commemorarlo, onorarlo e ringraziarlo per il suo sacrificio estremo.

Annamaria e Rocco primi anni 40

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALTRI I.M.I.

Nelle mie ricerche ho recuperato documenti riguardanti altri I.M.I. di San Michele, i parenti che desiderassero condividere ulteriori notizie, un aiuto nel richiedere la Medaglia d’Onore, informazioni o altro possono contattarmi via mail: g_argentiero@hotmail.it

Firenze, 27/05/2021

Giuseppe Argentiero

 


 

 

 

 

5 Commenti a “Medaglia d’Onore a Giuseppe Romanelli (di Giuseppe Argentiero)”

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