A San Michele Salentino non avevamo partigiani sulle montagne… (di Giuseppe Argentiero)
A San Michele Salentino non avevamo partigiani sulle montagne, con fazzoletti rossi e comunisti.
Abbiamo avuto giovani contadini che si trovavano in guerra loro malgrado e che, dopo l’armistizio, hanno seguito gli ordini del Re rimanendo fedeli all’Italia e non al fascismo.
Su 650mila di questi, 20 erano di San Michele.
Di questi 20, 11 non tornarono a casa morendo nei campi di concentramento.
Gli altri 9 tornarono a casa e, non capiti, rimasero in silenzio senza nessuna gratificazione da parte dello stato.
A noi nipoti il compito di far emergere queste storie altrimenti dimenticate.
L’altra resistenza degli internati militari italiani che dissero No alla repubblica sociale, preferendo la fame, il freddo, le botte e alcuni la morte piuttosto che continuare la guerra a fianco dei nazifascisti contribuendo ad accelerare la caduta delle 2 dittature con la loro resistenza fatta di privazioni personali.
Mio nonno ha combattuto contro i Tedeschi nella battaglia di Coo e la sua compagnia fu tra le ultime ad arrendersi dopo 3 giorni di scontri a fuoco. Dopo la resa i 103 ufficiali del 10° reggimento fanteria furono assassinati e i 4mila soldati deportati.
1 anno di campo di concentramento.
Grazie nó
Giuseppe Argentiero
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Caro Giuseppe,
le persone come tuo nonno ci hanno consentito di avere una costituzione che dovrebbe essere orgoglio di tutti gli italiani…… La memoria serve a non farci dimenticare quello che con il loro sacrificio hanno fatto sì che si realizzassero tanti sogni che a loro non era stato consentito fare e realizzare.
Devo infine assegnare a te una meritata “benemerenza” per l’amore e la tenacia dimostrata per ottenere un piccolo/grande riconoscimento per tuo nonno e per tutti coloro che, pur nella disgrazia delle guerra hanno saputo tenere “dritta la barra”.
Un affettuoso abbraccio
Orazio
Ciao Orazio,
Grazie per le belle parole.
Il mio pensiero va a tutti gli interati militari italiani di San Michele, ne ho contati 20 per ora.
Mio nonno si può considerare a tutti gli effetti partigiano perché ha combattuto contro i Tedeschi per 3 giorni.
Questa è una delle condizioni per esser riconosciuto come partigiano.
Riceveremo a giugno altre onorificenze in suo onore, dal comando militare di Lecce, per aver combattuto per la Libertà d’Italia nell’esercito cobelligerante prima di esser preso prigioniero.
Gli IMI hanno fatto una RESISTENZA senza armi, con i loro 600mila NO al nazifascismo.
Alcuni usano il termine “partigiano” a sproposito.
Per questo motivo sono passati 70 anni per dare il giusto riconoscimento agli I. M. I.
Nel mio piccolo lo ribadiró sempre, perché paradossalmente nonostante la medaglia d’onore conferita dal Presidente della Repubblica alcuni ancora non hanno capito il loro valore.
Un abbraccio anche a te