Noterelle di lettura di Vincenzo Palmisano: “MASSERIA SANTA IRENE”
“MASSERIA SANTA IRENE”, il romanzo di esordio di Nello Ciraci.
Il romanzo si apre come una grande finestra spalancata su Ostuni. Affacciandoci, assistiamo alla passeggiata di don Antonio e di Francois Saletti. Il primo, un ricco proprietario terriero locale, il secondo, un tenente piemontese arrivato da poco in città.
Sembra l’inizio di uno degli innumerevoli docufilm su Ostuni e dintorni.
Invece è il romanzo d’esordio di Nello Ciraci nel quale storia e leggenda folklore antropologia e politica si mescolano e intrecciandosi suscitano curiosità, interesse e voglia di leggere fino all’ultima riga.
L’epicentro del libro è il tema ancora bruciante del brigantaggio postunitario a Ostuni e in Terra d’Otranto.
La vicenda del capo brigante “Pizzichicchio”, della scoperta dell’”acchiatura” e del recupero della cassa piena di oro e di argento sotterrata ai piedi di un grande olivastro è così avventurosa difficile e rischiosa che sembra uscita dalla penna di un giudice indagatore ostinato sottile e infallibile.
Chi lo conosce sa che Nello Ciraci è stato un appassionato docente di lingua e letteratura francese nel liceo scientifico di Ostuni, è poeta, dialettologo, collaboratore del mensile “Lo Scudo”. E oggi scopriamo che è anche un narratore avvincente. Che bella sorpresa!.
Straordinaria è la sua capacità di esplorare le zone più profonde della psiche dei suoi personaggi e di ritrarre la loro complessa personalità con grande evidenza rappresentativa.
La descrizione minuziosa delle facciate degli antichi palazzi di Ostuni, ricche di fregi e di decori, mi ha fatto pensare al nonno scalpellino artista di Nello Ciraci, c’entra il DNA?. Io credo di sì.
Fra le figure femminili disegnate con la mano ferma di un incisore spiccano Rosa e Teresa. Due donne dal vissuto e dal destino diverso che lasceranno nella memoria dei lettori tracce profonde.
Entrambe emblematiche di un Sud lontano e tormentato.
La trama del romanzo, ricca di importanti e sorprendenti accadimenti, scorre come un fiume in piena verso la foce, e nel finale induce il lettore a meditare sulla condizione reale delle nostre città da sempre afflitte da innumerevoli problemi in gran parte derivanti dalla secolare questione meridionale ancora irrisolta.
Vincenzo Palmisano