Cerchiamo di cambiare… ricominciamo dalle parole (di Michele Macelletti)
nel tuo articolo “I razzisti siamo noi” affronti con preoccupazione il deprecabile fenomeno, sempre più crescente, dei commenti sui” social” fatti di parole violente, razziste e cariche d’odio a riguardo di notizie di reato su fatti commessi da stranieri. E sottolinei con rammarico come anche molti nostri compaesani siano diventati “odiatori da tastiera”. Ma non poteva essere altrimenti. L’ondata di rabbia e intolleranza verso il “diverso da noi” è ormai un fatto sociale e psicologico che coinvolge gran parte degli italiani. Una quotidiana e martellante propaganda di una parte politica, amplificata dai media e sui “social”, accompagna ogni notizia di reati, o presunti tali, riferiti ad extracomunitari. A tal riguardo consentimi, dunque tre minime considerazioni in forma di domande.
La prima è: “L’italia sta davvero diventando un Paese sempre più razzista?”.
Riporto e condivido la risposta che ha dato Il sociologo Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro all’Università «La Sapienza» di Roma. Secondo De Masi: «Il razzismo in Italia non è mai scomparso e fino a qualche decennio fa c’erano pochi casi solamente perché erano minori le occasioni. Erano maggiori le emigrazioni rispetto alle migrazioni, ma appena si è creata la situazione è riesploso il sentimento». L’idea che il razzismo non ci fosse era onirica, mancava invece solo l’occasione. – aggiunge De Masi – L’intolleranza nei confronti di chi ha un colore della pelle diverso dal nostro è una forma di ignoranza, si è ancora legati all’idea che esistano differenze tra noi e gli altri. Mentre tutte le ricerche scientifiche fanno emergere che i sentimenti umani sono gli stessi a prescindere dal colore della pelle. Inoltre, la crisi economica e sanitaria dovuta al covid-19, ha esasperato il concetto che i migranti ci tolgano qualcosa, ma non è così. – spiega ancora De Masi – L’Italia è un Paese ricco che si percepisce come povero. Su 196 Paesi, siamo l’ottavo al mondo per ricchezza e anche per il prodotto interno pro capite siamo al 23° posto. Significa che siamo un Paese ricco e inoltre siamo un Paese con poca immigrazione rispetto a Francia, Inghilterra e Germania. Il fatto di sentirci minacciati è un fatto emotivo e non razionale». (1)
La seconda domanda : “In Italia sono in aumento le violenze sulle donne da parte degli extra comunitari?”
Su questo punto e’ bene affidarsi ai numeri e alle statistiche ufficiali e non ai titoli di giornali o ai servizi televisivi ad effetto. (2) Contrariamente a quanto si vuol far credere all’opinione pubblica il fenomeno è inverso. Nell’ultimo rapporto del 2019 “Questo non è amore”, la Polizia di Stato ha reso pubblici i dati ufficiali : le vittime della violenza di genere sono italiane nell’80,2% dei casi, e gli autori sono italiani nel 74% dei casi. E l’82% delle volte chi fa violenza su una donna non deve introdursi con violenza nell’abitazione, ha le chiavi di casa o gli si apre la porta. E’ infatti quasi sempre il compagno o un conoscente. (3)
Terza domanda. “Dobbiamo ignorare e rassegnarci alla folla di haters e lanciatori di pietre, che alimentano l’odio sui social?”
Se per i cristiani basterebbero da sole le parole del Vangelo di Matteo (25.35) “Ero straniero e mi avete accolto…” Per i “credenti in altro” ci vengono in soccorso alcune parole attribuite a Voltarie.
“Come? il turco mio fratello? mio fratello il cinese? il giudeo? il siamese?”. Era il diciottesimo secolo – e Voltaire faceva il verso ai razzisti di allora, agli eterni pregiudizi, alle radici salde dell’intolleranza. “Cadono le braccia a osservare come gli uomini si comportano con gli altri uomini”, sì, ma una possibilità di correggersi c’è sempre. “Dobbiamo lottare contro noi stessi”, scriveva in una lettera, commentando con irritazione la frase di chi, arrivato a una certa età, sbotta: “Ormai sono fatto così”. “Be’, vecchio stupido, cerca di cambiare”. Comincia dalle parole.
Allora ricominciamo dalle parole. Usiamole con intelligenza. Perché le parole sono importanti e se usate male possono diventare pietre!
Michele Macelletti
- (1) La Stampa.it: “L’Italia sta diventando un Paese razzista? Non ha smesso di esserlo”
- (2) www.open.online/2019/05/06/i-dati-sugli-stupri-degli-stranieri/
- (3) www.poliziadistato.it/articolo/presentata-a-milano-la-brochure-di-questo-non-e-amore-2019
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