IL MIO DIZIONARIO (di Vincenzo Palmisano) – 22^ parte
MAESTRO
Rovistando tra le carte del mio archivio ho ritrovato un vecchio ritaglio di giornale, che qui di seguito trascrivo:
“Nel Brindisino
Un sacerdote presidente di sezione Pli
Brindisi – Un sacerdote, don Giuseppe Forleo, di 70 anni, è stato eletto Presidente “ad honorem” della sezione del Partito liberale italiano di Francavilla Fontana. Don Giuseppe Forleo era stato fino allo scorso anno Preside del locale Liceo scientifico. Egli era stato anche uno dei fondatori del Pli nel Comune di Brindisi”.
(Gazzetta del Mezzogiorno, settembre ’81.)
L’ho riletto e immediatamente mi sono ritrovato nel Liceo classico “V. Lilla” di Francavilla Fontana.
Correvano gli anni cinquanta. Il professore don Giuseppe Forleo insegnava greco in quel liceo, e tra i suoi allievi c’eravamo anche noi, io e mio fratello Elio.
A distanza di tanti anni, in un rapido flash, così lo ricordo.
Arrivava a scuola puntualissimo, salutava il preside Argentina, veniva in classe, saliva in cattedra, e nel silenzio più assoluto faceva lezione parlando di tutto: di Letteratura e lingua greca, di Arte, di Musica, di Religione, di Stato e Chiesa, di attualità.
Nelle sue lezioni tradizione classica, passato e presente erano sempre intrecciati.
Mi colpivano ogni volta la sua profonda preparazione e la sua sconfinata curiosità intellettuale. Era un grande ammiratore di Benedetto Croce. Ci invitava a leggerlo. Oggi di certo avrebbe parlato delle radici cristiane del nostro Continente, e sarebbe stato un europeista doc.
Fu lui che mi fece conoscere il settimanale “il Mondo” di Mario Pannunzio e scoprire la cultura più viva e avanzata di quel tempo.
Con lui in classe entrava la vita.
Personalmente gli devo molto. Nella mia quotidiana fatica di insegnante, ormai conclusa, il professore Forleo è stato un punto di riferimento importante.
NEOLOGISMI
Piovono neologismi da ogni parte. I lessicografi li raccolgono e, pubblicandoli, documentano l’evolversi del costume linguistico nazionale. Una abbondanza che rende i nostri dizionari sempre più corposi.
L’ultimo l’ha coniato il professor Francesco Sabatini, Pesidente onorario dell’Accademia della Crusca. Il quale, ogni domenica mattina, in televisione, su Rai 1, con una chiarezza cristallina e una competenza suprema, intrattiene familiarmente e simpaticamente gli ascoltatori rispondendo alle loro domande su argomenti di linguistica.
Il nuovo termine da lui creato è Dantedì, e indica la giornata nazionale dedicata al sommo Poeta, il 25 marzo di ogni anno.
Badate: Dantedì, bellissimo con quel dì finale che suona, e non Danteday come scioccamente avrebbero voluto gli innamorati pazzi dell’inglese.
EGOISTA
Gli piaceva ascoltarsi, e, quando parlavano gli altri, lui digitava.
FOLLIA
“La furia del coronavirus mostra la follia della guerra. Ecco perché chiedo un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo”.
La voce del Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres si leva in un appello senza precedenti.
( La Gazzetta del Mezzogiorno, 21 marzo 2020 ).
E’ questo grido accorato l’ennesima eterna “vox clamantis” in deserto?.
E quando ”il lupo e l’agnello pascoleranno insieme, il leone mangerà la paglia come un bue, ma il serpente mangerà la polvere, non faranno né male né danno” ?.
( Isaia, capitolo 65 ).
FRANCESISMO
Ratodda, la più anziana del vicolo, in tutto il corso della sua vita non era mai uscita dal suo paesello natio. E non era mai andata a scuola.
Però, ogni volta che vedeva un uomo al volante di una delle prime automobili, esclamava: “Lu ciaffer” ( chauffer ).
Potenza linguistica di una dominazione straniera al Sud!.
TARANTO
Chiedono: volete la salute o il lavoro?
Rispondono in coro: salute e lavoro, salute e lavoro.
Perché i due termini, a dispetto di tutti quelli che non ci credono, sono sinonimi, non sono contrari.
Vincenzo Palmisano
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