MEMORIAL TOUR, a volo d’uccello nell’editoria pugliese (di Vincenzo Palmisano)
Chi ha familiarità con i libri sa che le più grandi e importanti case editrici italiane (Mondadori, Rizzoli, Einaudi, Feltrinelli, Bompiani, Adelphi, Marsilio… ) hanno la loro sede al Nord. Al Sud poche e di dimensioni ridotte.
E in Puglia? Quante sono e dove si trovano?
Incontrai Vittorio Bodini agli inizi degli anni sessanta sulle pagine del libro “La luna dei Borboni” edito da Arnoldo Mondadori, e per la prima volta lessi in classe ai miei alunni alcune delle sue poesie. Bodini insegnava allora Lingua e Letteratura spagnola nella Università di Bari, ma molti dei suoi allievi ignoravano che era anche un poeta. La sua fama crebbe lentamente, ma la sua sublime poesia non ebbe da parte della critica e della grande editoria del Nord l’attenzione che meritava.
Nel 1980 nell’ Auditorium del Museo provinciale di Lecce si svolse un Convegno nazionale di studio dal titolo “Bodini a 10 anni dalla morte”. Feci di tutto per partecipare, lo avevo letto e riletto e spesso ripetevo a memoria i suoi versi. Non potevo mancare, ero curioso di sentire cosa pensava di lui l’Accademia.
Ricordo l’intervento del Rettore dell’Università di Lecce, Mario Marti. Una lezione da grande maestro, coinvolgente e appassionata. E non ho mai dimenticato la sua forte emozione al crepitante applauso finale che non voleva più finire. Dalle sue parole e da quelle degli altri relatori delle Università di Roma e di Bari venne fuori il carattere nazionale ed europeo della poesia di Bodini che fino ad allora era stato considerato, riduttivamente, il cantore del Salento e del Sud. Si passava così – lo dico con i suoi emblematici versi – da “Tu non conosci il Sud, le case di calce / da cui uscivamo al sole come numeri / dalla faccia di un dado” a “Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa”.
Di quel memorabile evento, che destò un grande clamore, conservo nello studio i due grandi manifesti celebrativi.
Dopo la scomparsa del Poeta, avvenuta a Roma, Mario Congedo aveva pubblicato nel ’72 “Vittorio Bodini- Poesie- 1939-1970”.
Poi nient’altro.
In questi ultimi anni, chi ha ridato voce a Bodini pubblicando tutte le sue opere è l’editore Besa di Nardò, un editore che volge costantemente la sua attenzione a quegli ambiti letterari che sono da sempre stati penalizzati dal grande circuito editoriale: il travaglio dei Balcani, il crogiolo multietnico del Mediterraneo, la solarità transnazionale del mondo ispanico dall’Europa alle Americhe.
Attenzione a quelle aree di scrittura della narrativa italiana ignorate dal pubblico: proposte letterarie innovative o alternative alle scuole consolidate, incluse le sperimentali e quelle di avanguardia.
Oggi, grazie all’impegno tenace e amorevole della figlia di Bodini, Valentina, alla Fondazione, al Centro di studi intitolati al padre e al “Premio letterario internazionale Vittorio Bodini” il viaggio del mio amatissimo poeta dentro il circuito culturale mediatico è finalmente iniziato.
Anno 1984: un giornale informa che è imminente “L’immaginazione”, una rivista letteraria militante, ideata da Piero Manni e Anna Grazia Doria. Rintraccio l’indirizzo, San Cesario di Lecce, e mi abbono. Mi arriva il primo numero e scopro che è una emanazione della Casa Piero Manni editore.
In tutti questi anni, navigando i 300 numeri della rivista, mi sono imbattuto in Maria Corti, Paolo Volponi, Edoardo Sanguineti, Franco Fortini, Luigi Malerba, Andrea Zanzotto, Renato Barilli, Giancarlo Ferretti, Romano Luperini, Antonio Prete, Sandra Petrignani, Piero Dorfles, Giosetta Fioroni, Gianni Toti, Emilio Isgrò, e tanti altri nomi altisonanti dell’universo letterario italiano, e mi sono nutrito dei loro pensieri.
La cosa che più mi ha colpito di questi due intellettuali leccesi, Piero Manni e Anna Grazia Doria, è che , dando vita alla rivista e alla editrice e valorizzando gli autori pugliesi, sono riusciti a innalzare un ponte fra la creatività del Nord e quella del Sud. Contribuendo così ad avvicinare le due Italie che vogliono dialogare.
Sei anni fa la rivista raggiunse il numero 300 e Anna Grazia Doria così espresse tutta la sua orgogliosa gioia: ”Se penso a 300 mi rendo conto di quanto tempo è passato dal 1984 quando la nostra abitazione divenne quella che allora con sicumera e impreparazione battezzammo “Casa editrice” e penso ai fogli de “L’immaginazione”, allora faticatissimo mensile che, una volta stampato, mio marito Piero Manni e io trasportavamo in capaci cassette (quelle della frutta, del mercato ) all’ufficio postale e scrivevamo su ogni fascicolo, a mano, l’indirizzo del destinatario”. Gazz. del Mezz. 15 agosto 2017.
L’anno scorso la gioia si è triplicata quando, con il libro “Un’educazione milanese” del leccese Alberto Rollo, Manni è stato il primo editore pugliese selezionato nella cinquina del premio Strega.
Vincenzo Palmisano
(continua)