La dottoressa Francesca Iurlaro riceve il premio “Antonio Cassese” per la miglior tesi in diritto internazionale
Sul portale EUI Life dell’Istituto Universitario Europeo è stato pubblicato l’articolo, che di seguito riportiamo tradotto in italiano, riguardande un importante riconoscimento conseguito dalla nostra giovane conterranea, Francesca Iurlaro, a cui vanno anche le nostre congratulazioni.
Un ringraziamento al Prof. Nicola Jr. Carlucci per aver effettuato la traduzione in italiano.
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Congratulazioni all’ex allieva in Giurisprudenza dell’Istituto Universitario Europeo (EUI) Dr. Francesca Iurlaro insignita del premio Antonio Cassese per la miglior tesi di dottorato nel campo del Diritto Internazionale per la sua dissertazione dal titolo “Unpuzzling Customary International Law: The Invention of Customary Law of Nations from Francisco de Vitoria a Emer de Vattal”.
La Dott.ssa Iurlaro è una delle tante laureate dell’Istituto Universitario Europeo (EUI) che conseguirà il titolo di dottore di ricerca alla cerimonia di conferimento del 14 Giugno a Badia Fiesolana. Nell’assegnarle il premio, la commissione ha affermato che la sua tesi “esplora i modelli del diritto consuetudinario attraverso un’attenta e dettagliata analisi storica”; i componenti della commissione sono stati “unanimi nel ritenere che questo lavoro sia di alto rigore e qualità accademica”.
La EUI Life ha parlato del premio con la Dott.ssa Iurlaro, del periodo trascorso all’Istituto Universitario Europeo e di ciò che sta facendo adesso.
Come ci si sente ad aver vinto il Premio Antonio Cassese?
Mi sono sentita davvero sconcertata quando ho saputo di aver vinto il premio – proprio io, non avvocato con un background in filosofia e una strana ossessione per lo ius gentium? Scherzi a parte, sono molto felice e non riuscirò mai a ringraziare abbastanza il Dipartimento di Giurisprudenza per tale onore. Mi sento ancora più orgogliosa anche perché ricordo di aver tenuto una delle mie prime lezioni di diritto internazionale durante gli stessi giorni in cui il professor Antonio Cassese è deceduto. E’ stata una figura così influente che ricordo quale shock sia stata la sua morte per l’ambiente accademico italiano e internazionale. E’ stato uno shock che una principiante come me nel campo del diritto internazionale non è riuscita allora a comprendere pienamente. Ma adesso lo comprendo e spero di avere l’opportunità di fare buon uso di questo premio con la mia ricerca futura.
Può parlarci della sua tesi?
La mia tesi è un’analisi storico-intellettuale del diritto consuetudinario internazionale (CIL). Sebbene siano piuttosto abbondanti le motivazioni teoretiche del perché il CIL sia un concetto così controverso nella dottrina legale internazionale, mancava un’analisi storica della sua emergenza come fonte della tradizione dello ius gentium nel primo periodo moderno e nel periodo moderno. La mia tesi cerca di affrontare il problema mettendo a fuoco l’emergenza del ruolo normativo della consuetudine dal sedicesimo al diciottesimo secolo. La tesi di fondo è che tale nucleo normativo è fornito da argomenti tratti dal diritto naturale che si cristallizzano nel tempo nella coscienza europea e che solo nel diciottesimo secolo producono un’idea relativamente coerente di “pratica dello stato”.
Su cosa sta lavorando ora?
Ho discusso la mia tesi nel mese di settembre 2018, dopo di che sono stata “visiting” ricercatore al Ludwig Boltzman Institute degli studi neolatino di Innsbruck. Sono attualmente ricercatore all’Università di Milano e a settembre partirò per gli Stati Uniti per iniziare un anno di post-dottorato alla NYU come Fellow Globale presso l’Institute of International Law and justice ove lavorerò con Bendict Kingsbury.
Ha dei ricordi del periodo trascorso all’Istituto Universitario europeo?
Direi che gli aspetti che ho apprezzato di più della mia esperienza all’EUI sono stati l’indipendenza intellettuale e uno forte senso di comunità. Mi è piaciuto molto aver avuto la libertà intellettuale e accademica per impegnarmi in questioni di diritto internazionale da una prospettiva storica (e un incredibile supervisore, Nehal Butta, che mi ha supportato). Ho anche avuto modo di sviluppare una rete internazionale di contatti grazie all’ambiente EUI immensamente stimolante dove è facile incontrare ed entrare in contatto con i migliori studiosi di tutto il mondo in un ambiente molto informale. Ma questa libertà non sarebbe stata così produttiva se fosse mancato il senso di comunità e di lavoro di rete tra i miei colleghi e amici di dottorato – il sentire che eravamo tutti sulla stessa barca e che dovevamo sostenerci il più possibile a vicenda.
Ha qualche perla di saggezza per gli attuali ricercatori EUI che intraprenderanno la propria tesi?
Fallo e basta! Deve andar bene, ma c’è così tanto lavoro da fare dopo la discussione se vuoi far pubblicare la tesi che potresti anche lasciarti abbattere dall’ansia, dal dubbio e dalla paura di perdere. Più facile a dirsi che a farsi, giusto? Chiedi aiuto – lo stress psicologico è davvero qualcosa che tutti i dottori di ricerca attraversano. E’ successo anche a me. Mangia bene e non dimenticare la tua famiglia e i tuoi amici solo perché stai scrivendo un capitolo. Un capitolo non ti abbraccerà.
Ed ora ci aspettiamo che l’amministrazione comunale organizzi un incontro per conoscere meglio Francesca Iurlaro e i risultati dei suoi studi.