IL MIO DIZIONARIO (di Vincenzo Palmisano) – 14^ parte
CAMBIAMENTO CLIMATICO
“Autunno. Già lo sentimmo venire/ nel vento d’agosto/nelle piogge di settembre/torrenziali e piangenti/ e un brivido percorre la terra/ che ora, nuda e triste,/ accoglie un sole smarrito”.
Così cantava moltissimi anni fa il poeta Vincenzo Cardarelli.
Ora non è più così. Ora si passa dal sole che brucia la terra, svuota e asciuga i fiumi, alle bombe d’acqua che in cinque minuti trasformano in laghi città e campagne.
E ora manca solo la neve ad agosto.
ESUBERI
Apro il giornale e un titolo attrae la mia attenzione: ”Importante azienda a rischio chiusura, previsti 500 esuberi”.
Leggo l’articolo e penso: una volta i licenziamenti si chiamavano licenziamenti, e i licenziati si chiamavano disoccupati, e non esuberi.
Esubero è ormai un termine che ha un sapore amaro e suona come una condanna all’esclusione e alla emarginazione.
Il vocabolario però avverte e ribadisce che esuberanza, oltre a sovrabbondanza, significa anche espansività, vivacità, euforia.
Tutte sensazioni, queste, che solo la sicurezza del lavoro può dare.
STRAPPARE STRAPPARSI
Una volta strapparsi le vesti, gli abiti di dosso, voleva dire: darsi alla disperazione, uscire di sentimento, abbattersi, urlare.
Oggi indossare pantaloni strappati vuol dire: ubbidire agli stilisti, essere alla moda e sentirsi beati e giulivi.
ASSUEFAZIONE
Pranzare, cenare, accendere la televisione, vedere in diretta ogni giorno le raccapriccianti immagini del mondo insanguinato e in fiamme, tranquillamente, come in un teatro o al cinema, e non smettere di mangiare, si può?. Si fa, si deve, perché la vita continua.
La nostra.
PUBBLICITA’
Il Paradiso terrestre a portata di mano, Eldorado a chilometro zero, il migliore dei mondi impossibili.
ASTEGGIARE
Alzi la mano chi usa ancora questo verbo. Nessuno!.
Asteggiare, fare le aste era il primo esercizio che i bambini facevano per imparare a scrivere. E consisteva nel tracciare tante linee dritte e verticali, in fila, una dietro l’altra. Poi le lettere dell’alfabeto, le sillabe, le parole. E via scrivendo.
Un metodo di apprendimento morto e sepolto, definitivamente superato?.
Oggi, era rivoluzionaria di comunicazione digitale e di vorticosi cambiamenti, qualche pedagogista sostiene che bisognerebbe tornare al corsivo e alla calligrafia.
Un ritorno al passato e alla tradizione, o nostalgia dell’infanzia?
Chissà!
IMBIBIZIONE
Leggo questa parola e automaticamente ripeto: bere lentamente, centellinare, gustare…
Poi penso: non basta leggere, bisogna rileggere. Perché solo così è possibile assorbire la linfa racchiusa nei classici e ricavarne quel nutrimento speciale che solo il potere e la forza della bellezza sanno dare.
SMANCERIE
L’iperbole delle coccole.
COPROCRAZIA
Un eufemismo che copre l’odore fetido di una società di corrotti.
Vincenzo Palmisano
—–
Articolo correlato: