NOTERELLE DI LETTURA (di Vincenzo Palmisano)
“Divorare il cielo” di Paolo Giordano non è un libro. E’ una bomba. Esplode tra le mani del lettore e gli procura emozioni fortissime.
I personaggi che lo abitano ( Teresa, Bern, Cesare, Nicola, Tommaso, Giuliana, Danco, Violalibera, Corinne ) non sono personaggi di carta, non sono disegnati. Sono scolpiti ed hanno la consistenza e la sensibilità di persone vive e vere, che abbiamo incontrato, frequentato e non dimenticheremo mai.
La trama è un groviglio talmente fitto di accadimenti, situazioni, incontri e colpi di scena che, trasferita sulla pagina, poteva diventare un labirinto senza uscita.
Il rischio è stato evitato perché l’autore, che ha il fiato lungo e profondo del narratore di razza, ha sciolto il groviglio e lo ha dipanato in 430 pagine con una leggerezza e una intelligenza inventiva degna di un maestro del montaggio cinematografico.
Scrivendo questa storia struggente e trascinante, Paolo Giordano si è incarnato nel Salento. Un territorio di cui si è subito innamorato e nel quale trascorre le vacanze estive. E, mettendolo in scena, ce lo fa vedere, attraverso la sua appropriazione poetica, in una luce diversa.
Io l’ho letto a tappe brevi questo libro per centellinarlo e gustarlo e sentire il suo ritmo, ora lento, ora incalzante e vorticoso.
Quando il fluire della narrazione è arrivato alla foce, ho chiuso il libro, l’ho lasciato sulla piattaforma del videoingranditore e ora, se qualcuno mi chiedesse : di che cosa parla questo romanzo?, così risponderei : parla dei giovani, dell’amore, della umana fragilità e di molte altre cose di bruciante attualità.