Quando piccoli poeti crescevano (di Vincenzo Palmisano)
Dall’archivio del prof. Vincenzo Palmisano:
L’alunna Giovanna Romanazzi della classe III A della Scuola Media Statale “Giovanni XXIII” di San Michele Salentino ( Brindisi ), allieva del prof. Vincenzo Palmisano, da anni impegnato in esperienze di ”stimolazione alla scrittura poetica dei ragazzi“, ha vinto il secondo premio del XV Concorso Internazionale di Poesia Giovanile in 9 lingue, bandito dal CIAS-Club Unesco ( Centro Internazionale Amici della Scuola ), con la poesia LA PIOGGIA.
La cerimonia della premiazione si è svolta il giorno 27 aprile 1982 a Roma nella Sala della Protomoteca in Campidoglio alla presenza del Ministro della P.I. e degli Addetti Culturali delle nove Nazioni Concorrenti.
Dopo il saluto del Sindaco di Roma e del Presidente del CIAS Giuseppe Padellaro, i membri della giuria Elio Filippo Accrocca e Massimo Grillandi hanno parlato della Poesia quale utile collegamento tra i popoli.
Alla manifestazione hanno partecipato anche i ragazzi delle terze classi della Scuola Media di San Michele, accompagnati dal preside prof. Memmola e da alcuni professori, che nello stesso giorno, felice coincidenza, erano a Roma in gita di istruzione.
La poesia è stata recitata da un’attrice della Televisione, dopo di che, tra gli applausi del numeroso pubblico, la ragazza, emozionata, ha ritirato il premio, consistente in una pergamena e in un soggiorno di tre giorni a Roma, completamente gratuito, per lei e per un’altra persona.
A proposito di questa indimenticabile esperienza, l’alunna Romanazzi si è così espressa in un compito: “Ringrazio la scuola per avermi fatto conoscere la luce della poesia, il suo meraviglioso mondo e le tante emozioni che essa può dare”.
Poesia premiata: LA PIOGGIA
Da mille ore
a scrosci la pioggia cadeva.
I piccoli dalle vetrate la guardavano
disegnando sui vetri appannati,
i contadini speravano che le piante
non avessero già subito danni,
la mamma si faceva il segno della croce
pronunziando magiche parole.
Il nonno guardava la pioggia
Indifferente,
cullandosi su una sedia a dondolo
assorto in chissà quali pensieri.