DELUSIONE CANONE (di Edmondo Bellanova)

Sono certo che i primi a restare delusi sono stati proprio gli organizzatori del seminario.

Il tema era chiaro e preciso: determinazione del canone enfiteutico, ma, alla fine del convegno in tutti i partecipanti era predominante la delusione per non aver avuto conforto e soddisfazione con nuove informazioni e proposte concrete.

Quasi tutti i relatori, stanchi, sfiniti, abbattuti, annoiati e infastiditi dalla lunga prolissa, anche se forbita, relazione del dott. Angelo Giorgio Mutinati (opportunamente e bruscamente interrotta dal moderatore) si sono limitati “ai saluti” rinunciando ad interventi più tecnici e propositivi.

L’unico fattivo contributo mi sembra sia arrivato dal giudice Antonio Ivan Natali che ha cercato di fornire una formula di calcolo di questo benedetto canone enfiteutico con criteri di equità e giustizia. Non si è avuto il tempo di analizzare meglio questa proposta che cerca di determinare il costo di affrancazione con il valore del diritto del nudo proprietario. Spero che il dott. Natali abbia modo e tempo di elaborare più compiutamente la sua proposta e che su di essa si apra un costruttivo dibattito alimentato dalle conoscenze e preparazione dei tecnici della materia.

I politici presenti al seminario (on.N. Ciraci ed on.T. Matarrelli) non hanno colto l’invito dello stesso Dott. Natali e non hanno capito che un po’ tutti, tecnici, magistrati e cittadini, chiedono a loro d’intervenire sulla questione con un testo di legge che le parti non riescono ad elaborare.  Le arroganti richieste dei concedenti nei confronti degli enfiteuti non trovano la dovuta mitigazione nella legge e la magistratura è confusa e dubbiosa nell’applicazione del diritto in presenza di tante sentenze, pareri, decreti e pareri spesso tra loro contraddittorie.

C’è bisogno di una legge che riconosca il ristoro del diritto di proprietà dei concedenti in termini sopportabili dagli enfiteuti che con sempre maggiore fatica cercano di ricavare un reddito, oggi  appena sufficiente a coprire le spese di conduzione. Allora c’è bisogno che qualche nostro rappresentante assuma l’impegno di tradurre in un testo un onesto accordo tra le parti per eliminare dal diritto quest’anacronistico rapporto tra proprietà e lavoro.  La legislatura è in scadenza e nessuno chiede un intervento immediato (il popolo dell’enfiteusi ha pazienza) ma la classe politica attuale e futura ha l’obbligo d’intervenire e mettere ordina in una materia resa incomprensibile dagli stessi organi di stato. Senza considerare che “il popolo dell’enfiteusi” potrebbe valutare l’impegno profuso o meno dai vari candidati alle prossime elezioni e votare di conseguenza.

Mi dispiace aver ascoltato ancora una volta che il problema risulta di “nicchia” con pochi coinvolti e quindi non d’interesse generale, ma chi ha affermato ciò non ha guardato quanta gente, davanti al loro tavolo, gremiva la bella sala dell’ospitante castello normanno svevo di Mesagne? Ma sanno che un’ intero comune (San Michele Salentino) è totalmente assoggettabile al canone enfiteutico, sia nella parte agricola fondiaria che in quella urbana residenziale, risultando forse una strepitosa particolarità nazionale?

Lascio la bella Mesagne, dopo anni ruggenti, restituita alla serenità della bellezza del suo centro storico con le splendide piazze ancora più accoglienti se vuote e silenziose e mestamente torno a San Michele con la segreta speranza di non dovermi difendere da un’assurda ed intimidatoria richiesta di canone enfiteutico per casa mia!

Sanmichelesalentino28ottobre2017edmondobellanova

TAG: ENFITEUSI

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