Il razzismo della porta accanto
In riferimento al post pubblicato dal Sindaco Giovanni Allegrini sulla sua pagina facebook inerente al video di un uomo di colore che si lava sulla fontana adiacente l’edificio scolastico di scuola elementare e ad alcuni commenti razzisti, di seguito riportiamo alcune considerazione a firma di Nando De Vitis:
Gente che solidarizza con chi vuole ammazzare un povero cristo, poi vai sulla sua bacheca e trovi un profluvio di farfalline, cuoricini, raggi di sole, fiorellini e ti chiedi, bho?; gente che gli stranieri (meglio se neri) li sparerebbe ad uno ad uno, perché lo fanno vomitare, poi vai sulla sua pagina fb e lo vedi a braccetto col sindaco, lo stesso che ha lanciato questo post e si è defilato senza dire una parola o senza replicare all’amico di sopra per i toni inaccettabili; gente che incita ad ammazzare a mandarli via a farli sloggiare, perché animali, anzi peggio, gente che parla di buonismo per il semplice fatto che coloro che vengono tacciati come tali trovino strano uccidere una persona perché, con pantaloncini e maglietta, si lava ad una fontana; gente che vuole eliminare fisicamente lo straniero e magari in famiglia ha una lunga schiera di parenti che a loro volta sono stati stranieri in una terra dove hanno trovato lavoro… gente che, semplicemente, non si rende conto di quello che scrive.
Perché quello che vi da fastidio non è l’episodio, non certamente da premio nobel, per carità, no, ciò che vi da fastidio è che a farlo sia un “negro”, uno che dovrebbe starsene al suo paese e non rompere i santissimi a casa nostra.
E che sia così è la sproporzione tra il gesto (che potrebbe anche essere criticato) e la reazione, che a chiamarla razzista si pecca in difetto.
Però ci apprestiamo ad essere “Il paese poetico”, auto-dichiarandolo, addirittura, in consiglio comunale.
Un paese, quindi, i cui cittadini sono sensibili al piacere estetico di un’arte che utilizza regole metriche riuscendo a legare il significato semantico dei versi al loro fascino fonetico. Un pese, quindi, i cui cittadini hanno un’alta predisposizione alla bellezza, al sentimento, all’emozione … e a cui però è sufficiente un ragazzo che si lava ad una fontana per indurli ad invocare omicidi e deportazioni.
Fossi un membro del consiglio comunale o uno degli amici di “Generazioni”, rinuncerei/mi dissocerei, per protesta contro queste gravi forme di intolleranza, alla proposta di dichiarare il Comune di San Michele Salentino “Paese Poetico”.
La poesia non ha nulla a che fare con il razzismo e prima di meritarci tanto dobbiamo ancora farne di strada.
Nando De Vitis
Tento d’entrare nel “tema” ma mi mancano alcuni elementi che i più ( nei loro commenti) danno per scontati: chi si è espresso sulla opportunità di spare/ammazzare i neri?; chi deve assicurare l’igiene pubblica?
Sono uno dei consiglieri comunali che mercoledì prossimo voterà (senza alcuna perplessità) la delibera di consiglio su “san michele paese poetico”, perché compito di un paese, di una comunità’ e dell’amministrazione che lo rappresenta è quello di evolversi nella bellezza , nella civiltà e nel progresso civile e soprattutto morale. La poesia e tutte le attività connesse portate avanti dall’associazione “ Generazioni” rappresentano una via per raggiungere tali obiettivi.
Detto questo, rimane la mia perplessità e , se vogliamo, la mia personale delusione sia sull’articolo in commento che in merito al dibattito scaturito .
Sembra che si voglia strumentalizzare qualsiasi episodio per criticare l’amministrazione ed il Sindaco, mistificando la realtà, definendoci alcune volte di estrema sinistra e contemporaneamente di destra xenofoba.
Infatti nessun video è stato messo in rete dal Sindaco, ma tale video girava da giorni sui social. Il Sindaco ha voluto solo far notare che esso era relativo all’anno scorso. Tale precisazione era doverosa ed opportuna per evitare facili e vergognose strumentalizzazioni. Peraltro un video fatto da stranieri contro altri stranieri, cioè da emigrati contro altri emigrati, che ci fa capire come il razzismo è un fenomeno complesso ed assurdo (che non si può risolvere seduti comodamente nei ns salotti, con le nostra presunta superiorità morale e culturale), alimentato principalmente da coloro che tale fenomeno lo subiscono ( si pensi a come la Lega ha considerato noi del Sud, come noi consideriamo i cittadini comunitari di paesi a noi vicini, e come questi considerano gli extracomunitari provenienti dall’Africa) .
La poesia e tutte le attività connesse portate avanti dall’associazione “Generazioni”, se proprio vogliamo Michele, rappresentano il cammino che Rosaria, Daniela, Mimino, e tutto il gruppo coinvolto, portano avanti, tramite le loro personali sensibilità, per quello che tu definisci come percorso di evoluzione, nella bellezza, nella civiltà, nel progresso e soprattutto nella morale.
La sensibilità collettiva di una comunità è, purtroppo, tutt’altra cosa.
Ma per sgombrare il campo da dubbi, tagliamo la testa al toro, ché il gioco di spostare l’argomento è cosa vecchia della politica: il cuore del mio intervento, Michele, se non te ne sei accorto, non è “il paese poetico”, ma la vergogna del dibattito sulla pagina del sindaco. Cosa, se mi consenti l’espressione gergale, su cui Rosaria vi ha fatto “un culo grande come una casa”, con il suo post (che sottoscrivo col sangue), che il mio, al confronto, sembra roba da collegio delle orsoline. Di criticare l’amministrazione me ne cala proprio niente. Zero. Ma se un giorno mi vuoi stuzzicare su questo aspetto ti snocciolo dati, fatti e avvenimenti registrati e incontrovertibili (che tu stesso vis-à-vis, quando ne abbiamo parlato, hai detto che è vero, non si possono difendere) di fronte ai quali c’è da arrossire, ammutolire e mettere la coda tra le gambe. In conclusione, per alleviare un po’ la tua delusione: va benissimo il paese poetico, no, non siete un’amministrazione xenofoba, e non siete ne’ di estrema sinistra ne’ di estrema destra; andiamo al cuore della faccenda e per farlo copio e incollo uno stralcio dell’articolo di Rosaria. “Il diario di un Sindaco è il luogo dove si costruisce il senso dell’agire, un agire politico ed educativo, dove si rivela una comunità. Un commento sulla bacheca del primo cittadino pesa più che altrove, perché maggiore è la visibilità di massa, perché qualifica la statura umana del singolo e della collettività che partecipa, perché il commento può snaturare o prendere il sopravvento sul post e deteriorarne il contenuto”.
Parlavo di questo, Michele.
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