VINCERE (di Edmondo Bellanova)
Imparo come impostare la sveglia sul telefonino, mi affido a Paolone e mia moglie per il forzato risveglio, ma alle 4,00 sono già con le scarpe ai piedi ad attendere che si apra il bar per un cappuccino. Non aspetto che dal forno escano i cornetti caldi e, alle 5,00, sono puntuale all’appuntamento per la partenza. Questa volta non siamo in tanti, ma la notevole stazza, ci tiene stretti nel pur ampio suv.
E’ ancora buio quando raggiungiamo le desolate strade di una Taranto dormiente. Prendiamo Giuseppe e … vai… verso Aversa!
Corriamo (speriamo di non aver preso foto/velocità!) sino a raggiungere il trasporto cavalli partito prima di noi con Urlo a bordo. Accompagnando il cavallo come una scorta d’onore, ci inoltriamo in un dedalo aggrovigliato, ininterrotto di fabbricati, palazzi, case e cascine che hanno perso la configurazione di città, di paese per diventare un agglomerato di cose.
Per raggiungere l’ippodromo Cirigliano percorriamo un tratto della statale sedici, la via Appia e mi tornano in mente legioni di romani in marcia verso la conquista del sud ed il buon Paolo Rumiz con il taccuino per gli appunti del suo “Appia”. Ci assegnano il box riservato ai corridori del Gran Premio Andreani e, sistemato il cavallo sulla paglia portata da casa, andiamo al bar per prendere il primo dei tanti caffè, cornetti, panini e birra che ci sosterranno per l’intera giornata.
Piove con stizzosa insistenza e ostentata mancanza di rispetto per la gente dell’ippica che arriva con i più variopinti van trasporta cavalli. Scaricano: cavalli, sulky, paglia, secchi e borsoni, frustini, briglie e finimenti; poi si aspetta l’ora della chiamata in pista.
Cominciano ad arrivare i driver, i proprietari delle scuderie e provo a riconoscere i vari: Antonio e Gaetano Di Nardo, Greppi, Lo Verde, Antonio Esposito. Con interesse dilettantesco scruto i cavalli e faccio conoscenza con: Una Bella Gar, Uragano Trebì, Un Vero HBD, Ursa Caf e mi rendo conto che i migliori quattro anni del trotto italiano sono qui. Mi sembra irreale che il nostro Urlo di Poggio sia qui, tra questi campioni, a rappresentare la Puglia, Taranto e, se permettete l’orgoglio di parte, San Michele Salentino.
Tutto è pronto: i cavalli fasciati, lucidati, pettinati e, scusatemi ancora, il più bello è il nostro Urlo di Poggio nel suo portamento altero, graziato ed armonico, con i finimenti rossi, la copertina rossa listata di giallo oro, la fluente criniera vezzosamente e beneauguralmente listata con le “misure di San Cosimo”.
Alle 17,00 l’affollato ippodromo è concentrato sul Gran Premio e dietro allo starter non corrono solo cavalli ma le speranze ed i sogni nostri e dei Bellanova proprietari della scuderia che con la loro umiltà e straordinaria passione percorrono una strada forse troppo in salita, ma ai quali i sanmichelani dovrebbero, comunque, un giorno dire grazie per i risultati che ottengono anche ad onore del nostro paese, ma questi sono altri discorsi e non c’è il tempo di un attimo, un respiro, un palpito e i giochi sono fatti!
Urlo, dopo un’incredibile rimonta, arriva 5° dietro cavalli che in Italia e all’estero hanno vinto tanto.
Cosimo Fiore e tutto lo staff continuano a fare esperienze e tutto può ricominciare già dal prossimo gran premio.
A notte fonda, torniamo a casa con l’orgoglio d’aver partecipato ad un grosso evento sportivo, due mozzarelle di bufala, un pacco di “candele”, quattro mele annurca e la certezza che il nostro Urlo di Poggio alla fine …vincerà!
Sanmichelesalenti no26febbraio2017edmondobellanova
Avete vinto il premio più saporito, grazie a Urlo, le bufale, le candele e le mele annurca!!! Complimenti!!!
P.S.- Non ne sentivo più ripetere il nome: “le misure” di San Cosimo, un ricordo di mezzo secolo fa. Grazie a voi e a Urlo.