Tavola rotonda a San Michele Salentino sulle problematiche del randagismo in provincia di Brindisi

Riceviamo da Vito Francioso e di seguito pubblichiamo:

Lunedì 12 dicembre alle 10, nella Pinacoteca Comunale di San Michele Salentino, si svolgerà un tavola rotonda a porte chiuse che vedrà come oggetto di discussione problematiche relative al randagismo canino in Provincia di Brindisi.

L’incontro è stato organizzato dai rappresentanti di tre associazioni nazionali: Vito Francioso, Delegato Provinciale Oipa Brindisi, Erika Mazza, Presidente della Sez. Enpa Latiano e da Raffaella Tanzarella, Commissario Provinciale Anpana Oepa. Sono stati ufficialmente invitati a partecipare tutti i Sindaci della provincia di Brindisi, il Sig. Prefetto Dott. Annunziato Varzè, il Dott. Onofrio Mongelli, funzionario ufficio Sanità Regione Puglia, il Dott. Adriano Rotunno del dipartimento di prevenzione Asl di Brindisi, il presidente dell’ordine provinciale dei Medici Veterinari Dott.ssa Rosanna Panebianco, e tutti i comandanti dei vari Comandi di polizia municipale presenti in provincia di Brindisi.

«Noi rappresentanti delle associazioni animaliste sopra indicate e a nome delle tante microassociazioni territoriali, desideriamo porre l’attenzione sul fatto che da parte delle amministrazioni pubbliche che si sono succedute negli anni, non vi è stato un approccio responsabile nel mettere in atto quelle azioni utili alla prevenzione di questo dilagante fenomeno». In particolare nella nota congiunta dei volontari, delle associazioni che hanno promosso questo incontro, vengono specificati alcuni aspetti. «C’è l’assenza di una efficace azione di controllo sui microchip dei cani patronali quale metodo di responsabilizzazione dei proprietari al fine di prevenirne l’abbandono; il mancato adempimento dei Comuni, quali Enti tenuti a provvedere ai sensi della Legge nazionale 281/1991 e L.R 12/95, a dotarsi di un canile sanitario o a ristrutturare quelli esistenti che permetterebbe al Servizio Veterinario territoriale di assolvere ai propri doveri istituzionali; la scarsa incentivazione, da parte delle amministrazioni pubbliche, delle adozioni dei cani ricoverati nei canili Rifugio: ciò porterebbe ad una riduzione del costo sociale del loro mantenimento; applicazione della L.R. n.26 del 2006. Il problema del randagismo canino non è più tollerabile ormai su un territorio che negli ultimi anni è divenuto meta estiva privilegiata sia per il patrimonio artistico-culturale che paesaggistico. Possiamo garantire che davvero tanti sono i reclami e le richieste di aiuto da parte di turisti, italiani e stranieri, in merito a cani abbandonati e ammalati, cucciolate ritrovate o situazioni di mala gestione. Tutto ciò con evidente danno di immagine della nostra terra e ripercussioni evidenti anche sulla sanità stessa dei suoi ospiti»

 

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