PIAZZA MARCONI (di Edmondo Bellanova)

 

Per un posticino al fresco si anticipava l’uscita in piazza cercando di conquistare il tavolino più riparato dai raggi del sole, già cocenti alle 9,00 del mattino. Si stava stretti, sotto il sempre più liso ombrellone del Bar Centrale, in attesa del sempre indisponibile “caffè freddo”. Alle 9,30, puntuale, veniva a trovarci il solito “pinz” che, beccata la prima briciolina da cornetto, tornava in volo non consentendoci neanche una foto!

Poi si restava in attesa del secondo caffè con il quale Piero completava la sua colazione, se non aveva già fatto visita al forno di via Leopardi! Cristina (puntuale ed utilissima con le sue precisazioni in fonetica linguistica-straniera) tornava con il giornale fresco di stampa e, a turno, si consumava una rapida occhiata ai titoli per avere altri argomenti da discutere.

Superato, con sofferenza, lo spazio dedicato al “ meteo”, c’era sempre la possibilità di ascoltare i preziosissimi racconti di viaggio dei nostri amici milanesi e se ci si soffermava su Istria, Slovenia, Croazia e Dalmazia, i resoconti erano sempre più ricchi di date, personaggi e notizie di cui Piero dimostrava una profonda conoscenza, amando quelle terre. Solo con riferimenti al territorio ed alle tradizioni salentine potevo conquistare un piccolo ruolo da conferenziere ascoltato con benevolenza, dai “forestieri”, solo per il loro interesse verso la terra in cui hanno deciso di frequentare per la metà della loro vita. Gli argomenti erano trattati sempre con molta “partecipazione” e solo la presenza al nostro tavolo di Cristina obbligata tutti a contenere le volgarità che pur ci stanno in una discussione tra amici al bar.

Ora Piazza Marconi è vuota, fredda e bagnata; solo per pochi minuti torna a vivere nella gioiosità della folla di bambini che entrano a scuola, ma, al primo suono della campanella, tutto finisce ed il silenzio e lo spazio vuoto tornano a occupare la piazza. Sono sparite sedie e tavolini e le panchine umide di scirocco o bagnate di pioggia, restano desolatamente inutilizzate, sole.

Non si parla più di politica, di sport, di viaggi, di letteratura e storia. Il nostro interesse va dal prezzo delle olive ai “si dice” per le prossime elezioni amministrative; cerchiamo inutilmente di capire qualcosa sulla xylella fastidiosa, mentre la fottuta lebbra ci rovina la qualità dell’olio; per fortuna c’è ancora Urlo di Poggio sul quale fondare i nostri interessi ed entusiasmi.

Chi legge con benevolenza queste righe coglierà la struggente nostalgia per quel tempo trascorso serenamente in piazza e la speranza di rivivere la solita estate sanmichelana con i nostri amici milanesi, magari sotto ombrelloni più ombreggianti. Arrivederci!

Ps: ora al posto di Pluto in piazza c’è una gatta, bella grossa, che cerca le nostre gambe per fare le fusa.

Sanmichelesalentino15novembre2016edmondobellanova

 

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