A piedi nudi (Desdemona)
Disorientata e incredula, poggio la ragione in fiorite stanze di rose appassite e accarezzo le inquietudini che pervadono il corpo sempre più proteso verso la stanchezza che mi mangia a morsi.
Mi tolgo le scarpe, e scalza attraverso incerta il corridoio del mio dolore, scoprendo una fortezza costernata e ripiegata in felicità mai assaporate, lontane dalla certezza e anche dalla vita, insalubre e impotente al cospetto di strade interrotte dalla neve che nemmeno il sole di un agosto come questo è riuscito a sciogliere.
Mani che non spazzano, che tormentano tuttalpiù e spalmano colate di lava e cioccolato fondente sporgendo torridi sorrisi senza tremori, mentre le dita scorrono veloci ed entrano nel mio corpo scostando il lembo di stoffa rossa che mi copre da una nudità che sarebbe volgare.
Rifiuto la normalità.
Mi spaventa ciò che diventa organizzato, le agende sono come dei fucili puntati alle tempie e la ragionevolezza annienta i sogni. Riesco a disprezzare un tramonto quando la goduria non esplode, e potrei ammanettarmi alla notte se la luce non regalasse momenti di quiete indelebile, momenti perversi e dedicati alla fisicità che deturpa gli incantamenti, che sottrae pregiudizi e affonda feconde verità in apparati incongruenti, specificando la sorgente dei pensieri, ma non la loro morale, non la loro titubante falsità da sempre sorella della menzogna, prigioniere entrambe del corpo della donna che resta immobile nella violenza umana che non conosce limiti.
Il senso di colpa schiaffeggia ogni labile contorno magico, e il dissapore diventa sfregio e marca confini che spengono gli amori, gli orgasmi, le lotte con noi stesse.
E’ brivido quello che mi percorre la schiena, mentre le olive cadono e nessuno le raccoglie in tempo, l’odore è nauseante, il mio naso non riesce a liberarsi.
La terra è umida, io resto scalza, sporcandomi, ma gioendo all’ebbrezza di sentire il freddo gelo dell’inverno assalirmi il corpo e congelarmi finalmente l’anima.
Buonanotte.
la lancetta delle ore è ferma.
sono ancora scalza.
e scalza mi incammino verso la luce che non vedo.
D Es Demon A
Tu resti scalza al buio, ma in compenso ci regali immagini delicate e tremende, immaginarie e …vere!
bentornata!
Desdemona a piedi nudi
libera
nelle sue stanze.
Desdemona ritrovata e s-velata.
Bellissimo.
Riesci bene ad esprimere gli stati d’animo…in alcuni mi sono anche riconosciuta.
Purtroppo questa normale anormalità si paga. Con la solitudine, l’invidia altrui, l’irrequietezza del giorno che scorre troppo in fretta e troppo lento insieme. Ma questo penso tu lo sappia già…come lo so io. Per quello che può servire, io mi ci trovo benissimo nel silenzio.
la lancetta delle ore tocca il 3
la lancetta dei minuti tocca il 5
è nell’immaginario, Edmondo, che si scatenano le meravigliose esplosioni di verità del genere umano. Le sensazioni. Non sono altro che immagini arroventate di sogni. Non sono altro che l’estetica delle nostre contraddizioni. Talvolta nascoste, seppur invadenti.
Bentornata, si.
Non sono mai sparita veramente.
Avevo soltanto perso la chiave delle mie stanze.
Non sono nemmeno sicura di averla ritrovata, ma parlo.
Sento l’eco lontano della mia voce.
Che si dimena, che vacilla, che trema e racconta. Pensa.
Ora sono lontana,
eppure il brusio degli ulivi
mi accompagna…
D Es Demon A
L’invidia fa male a chi la provoca, ed io non me ne sono mai sentita vittima. Semmai ho goduto, e godo, alla vista di occhi che mi mangerebbero viva. Se potessero.
Non esprimo bene gli stati d’animo, io lascio che le mie emozioni mi mangino a morsi, che mi divorino con godimento e veemenza.
E il silenzio non è altro che il riverbero delle nostre stesse voci, impietrite talvolta. Ma vere. Audaci, e insieme titubanti.
Chi non si rivede nella costernazione, e nel terrore di non conoscere se stessi allo specchio?
la lancetta delle ore tocca il 3
la lancetta dei minuti tocca il 7
desdemona nel vuoto.
D Es Demon A
non si svelerà mai veramente.
Non a tutti è concesso di poter vedere…
Rocco,
ti voglio bene.
Beh….perdonami, ma questa è una banalità. E’ ovvio che non tutti possono vedere.
Se uno è solo quello che mostra è davvero poco, non trovi?
Nessuno si mostra mai davvero, se non in poche occasioni nella vita.
L’intima condivisione è uno stato di grazia che accade raramente.
Quanto al silenzio, poi, non credo che siano le nostre voci impietrite.
solo il luogo virtuale dove trovare serenità, lontano dalla marea di “cazzate” che ci spariamo ogni giorno (scusa il linguaggio ma rende l’idea)e la giusta dimensione da dare alle cose.
la lancetta delle ore tocca il numero 1
la lancetta dei minuti tocca il numero 2
conosci troppo poco Desdemona
e le nere lancette
per qualificare come “banale”
il suo reale disvelamento.
Ho cancellato la parola ovvio dal mio vocabolario:
l’ovvietà è qualcosa che rimanda all’inequivocabile
e il mondo è talmente ricco di orpelli e sfumature
che io nell’inequivocabilità, e nell’ovvietà, non ci posso credere.
Sarebbe come negare lo specchio in cui Desdemona
fissa il vuoto del suo doppio contrapposto.
Ho sentito tante voci impietrite,
e le ho sentite in tutto il loro delirio,
nel desiderio di urlare
scavando pozzi di silenzi
in cui cercare la forza.
Il coraggio.
Il silenzio è la condizione in cui si celebra l’eloquenza estrema,
è in luogo e poi il non-luogo in cui possiamo finalmente spogliarci di tutte le maschere che esaltano soltanto la viltà.
E ora le lancette mi puntano dirette,
e mi tappano la bocca.
Desdemona
Forse hai frainteso.
Non ho mai pensato di conoscerti. A volte non basta un’intera vita per conoscere una persona.
Nè una critica ai tuoi pensieri…ma dato che scrivi pubblicamente, pubblicamente leggi le impressioni degli altri.
Altrimenti fai come me che non sopporto i commenti poetici che mi riguardano.
che tutto sia relativo, anche il modo di sentire è davvero inequivocabile, ma lo è anche il fatto che per alcuni ci sono cose banali, ovvie, lapalissiane.
Che ci vuoi fare?
Abbi pazienza con me!
Un abbraccio.
la lancetta delle ore tocca il tre
la lancetta dei minuti tocca il 6
Il rumore del ghiaccio sull’asfalto
copre il sapore dell’inverno,
e rende amaro il ricordo del mare
che da qui non posso vedere.
Non ho frainteso.
E credimi,
la quantità di pazienza che posseggo
è pari al numero di parole
che leggo e scrivo
tutti i giorni
e tutte le notti.
“A volte non basta un’intera vita per conoscere una persona”
Io dico:
“sempre non basta una vita per conoscere la metà di noi stessi”
Ma questo non è importante, sono opinioni.
E non mi preoccupano le critiche, nè mi intimoriscono.
Tuttalpiù mi concedono altre motivazioni, e mi provocano,
liberando istinti che la ragione (o il buonsenso) terrebbe chiusi.
Forse succede perchè cerco di evitare chi protende verso l’idea che il mondo sia soltanto relativo, o soggettivo.
Perchè così non è.
E anche le emozioni, le percezioni e i dettagli
hanno in sè una sorta di imparzialità che fa quasi tenerezza.
Consapevole che tutti gli occhi non possono guardare oltre ed attraverso, ma certa che questa impossibiità possa essere sconfitta dalla conoscenza, e dalla voglia di scoprire l’altra metà dell’universo.
Mi prendo il tuo abbraccio,
ringraziandoti
D Es Demon A
Vabbè…nell’attesa di avere il piacere di scambiare qualche emozione dal vivo,noi due, se hai piacere s’intende,…vado a comprarmi un orologio digitale. Buone feste.
“nell’attesa di avere il piacere di scambiare qualche emozione dal vivo,noi due, se hai piacere s’intende”
le lancette dicono…
sempre piacevole scambiare emozioni dal vivo
notte a te, Stefania
e notte al mondo.
Desdemona
C’è un po’ di “attrito” fra voi due.
Spero che questa notte i fantasmi dei Natali passati, presenti & futuri portino un po’ di spirito natalizio nei vostri cuori. E anche un pizzico di zenzero, crepi l’avarizia.