Una è la soluzione: cultura! (di Chiara Nisi)

Bologna, 30/11/010 – Sono le ore 11 del mattino. Striscioni, adrenalina e tanto fermento in via Zamboni. C’è aria di lotta ideale e di voglia di affermazione. Energici e fieri i volti di chi ancora è disposto a lottare e a non subire passivamente. Obiettivo: respingere la riforma e il nuovo ddl Gelmini.  La lotta è sana e costruttiva qui oggi, solo  per chi non sa e non conosce la lotta diviene violenta e figlia di cotanta ignoranza.
 La verità oggi è negli occhi dei ricercatori universitari che rischiano il posto, la verità è negli occhi di studenti poco agevolati che non potranno permettersi una borsa di studio. La verità è nel precariato che potrà moltiplicarsi. La verità è che il Governo è debole, non premuroso, meno ancora lungimirante.
Il corteo si muove. Le strade del centro, le tangenziali, le autostrade. Bologna come Palermo, come Padova, come Pisa, come Roma. 
Il problema si sa è all’origine delle autorità politiche,immerse nella melma, nella corruzione, fa rabbrividire il fatto che i loro sporchi possessi possano essere più forti degli ideali di giovani volenterosi e coscienziosi. Se ne vedono nel corteo espressioni di convinzione, di speranza, di positiva crescita intellettuale, di fiducia nel potere delle parole e della grinta giovanile. Ma possiamo davvero parlare ancora di ideali? Possiamo ancorarci davvero a solidi principi di vita e di legislazione?
Stima per quel ragazzo dalla barba incolta e dagli occhi lucidi che spera e a gran voce predica. Tristezza e rabbia per quel ragazzo che in mano ha un manganello e della lotta positiva non ci ha capito nulla.
Oggi in tanti si sono mossi qui a Bologna, perché è bello poter pensare che tanti ci credono davvero, che tanti lavorano per far attecchire le radici di una politica libera e di una libera Università. “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”, questi gli slogan vigorosi e reiterati, non ci si perde d’animo.
Eppure si rischia di non essere ascoltati, si rischia di non aver spazio, perché il governo ora è ladro, non è protettore, non è tutore di nessuna virtù. E’ un’amara realtà, ma la più secca e paurosa ignoranza è proprio in alto.
Una è la soluzione a tanta sommossa, una la reazione agli infimi regimi politici del tempo: cultura.
Ecco perché la bella rivoluzione, il sessantotto ardente, potevano espandersi e primeggiare, perché la cultura allora era meglio radicata. Ed ecco perché invece a tutti questi giovani vengono tappate le coscienze e annebbiate le idee. Gli Studenti sono invece fiaccole danzanti e vie di fuga nel buio sociale che si è ormai creato. Oggi in tanti erano convinti, i violenti no, loro non lo erano affatto.
La speranza che sgorghi un risultato da questa sorgente di energia viva e giovane c’è. E’ triste però sapere che chi governa non ha lucidità virtuosa, né tantomeno saggezza magistrale.
Ecco perché il cittadino politico forse non esiste più, chi pende dalle labbra degli interessi e dei privilegi sprofonda anche nelle membra viscide e sporche della corruzione al potere. Ed elegge il male. Chi pondera invece e, soprattutto chi sa e conosce, contribuisce  a portare la cultura alla guida di ogni comunità.
Siamo ancora studenti universitari, ed è giusto che portiamo alta la bandiera del diritto sociale e dell’Università libera e svincolata da ogni storto meccanismo politico.
Siamo studenti universitari ed è giusto che curiamo già in noi una capacità critica, nel giudizio, nella lotta positiva, negli scioperi intelligenti e nella costruzione di un futuro migliore, per noi oggi, per i figli domani.
Chiara Nisi

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