Truffa dell’olio

Riceviamo da Mario Monopoli, del Partito Democratico, e pubblichiamo di seguito:

La recente operazione posta in essere dalla DDA di Bari, finalizzata a smascherare una delle truffe più classiche che riguardano la vendita di olio straniero come olio extravergine di oliva Italiano, che coinvolge alcune operatori del Brindisino e del Barese, dimostra la grande attenzione riposta delle istituzioni in relazione al contrasto di fenomeni illeciti che quotidianamente sono perpetrati ai danni delle nostre produzioni.

Tuttavia, quando si verificano fatti simili a quelli in argomento, la loro diffusione attraverso i media deve essere recepita come mero strumento di informazione e non già come allarme sociale, altrimenti si rischia di produrre effetti finanche negativi a discapito dell’Olivicoltura Italiana e soprattutto Pugliese, atteso che la nostra regione è una delle maggiori produttrici di olio.

Il settore Olivicolo, come tanti altri comparti dell’agroalimentare, è composto soprattutto da operatori onesti che quotidianamente – è questo va rimarcato a chiare lettere – nonostante tutte le problematiche causate dalle nuove sfide imposte da un mercato sempre più globalizzato, svolgono una grande funzione sociale: con grandi sacrifici producono alimenti di qualità ed economia, e contribuiscono a conservare storia, cultura e tradizione. E’ necessario quanto mai opportuno trattare tali argomenti con grande cautela, evitando di anticipare conclusioni affrettate, che potrebbero anche essere smentite dai fatti in un secondo momento, e puntualizzando i doverosi distinguo tra i veri autori degli illeciti e gli operatori onesti. In altri termini bisogna scongiurare che le vicende in argomento si traducano in messaggi negativi che coinvolgano tutto il settore.

Già in passato, la Puglia e l’economia agroalimentare Pugliese, con le vicende legate allo scandalo del vino al metanolo (causato da alcuni delinquenti), ha pagato un prezzo altissimo in termini di immagine, per i quali ci sono voluti anni affinché il vino pugliese riconquistasse la fiducia dei mercati. Le notizie relative alla scoperta di attività illecite come la contraffazione alimentare in generale, deve essere recepita come una vittoria dello Stato sul malaffare, altrimenti, se percepita in maniera sbagliata, non può che – in maniera paradossale – creare ingenti danni economici al settore: le imprese (serie) perdono credibilità nei confronti dei mercati e nel contempo sono esposte a speculazioni poste in essere da altri ns. connazionali che operano nel settore in altre regioni d’Italia, i quali acquistano – deprezzandolo – l’Olio pugliese per poi rivenderlo con notevoli rincari una volta presentato come prodotto nelle loro realtà.

Ai controlli, alla prevenzione e la pronta repressione delle frodi, sarebbe il caso di affiancare un’attività finalizzata ad implementare una corretta educazione alimentare, corroborata da una utile e altrettanto corretta informazione svolta con qualunque mezzo.

Nei giorni scorsi si era diffusa un’altra notizia falsa ai danni dell’Olio di Oliva pugliese, secondo cui la Xlilella inciderebbe in maniera negativa sulla qualità del nostro prodotto. Le piante affette da tale malattia non producono frutti e pertanto olio, ergo se una pianta produce significa che non è malata.

Mario Monopoli – Resp. Dip. Politiche Agr. Prov.le di Brindisi

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