Il caso Volkswagen (di Michele Salonna)

E’ noto a tutti il terremoto che ha coinvolto la Volkswagen, ma dopo una iniziale campagna mediatica intensa, ultimamente le notizie sono sempre più contingentate. Attraverso il Movimento difesa del Cittadino vediamo a che punto siamo nella vicenda.

Allo stato la  Volkswagen non ha ancora deciso cosa fare in riferimento alle modalità ed i termini per il richiamo delle milioni di auto coinvolte.

Il 2 novembre l’EPA americana ha contestato la manomissione dolosa di altri veicoli ed esattamente: Touareg  Audi A6, A7, A8, Q5 e Q7, che si aggiungono alle altre autovetture sotto controllo. In Europa la situazione è molto più statica infatti tutte le autorità dalla Commissione Europea e i Ministeri italiani sono fermi in attesa di non si sa cosa;  l’antitrust ha avviato l’istruttoria che durerà 210 giorni, mentre le Procure indagano per frode e truffa quindi dobbiamo aspettare la chiusura delle indagini.

Il 3 novembre la Volkswagen ha ammesso anomalie anche a riguardo delle emissioni di anidride carbonica sia sulle auto diesel che benzina per complessivi 800.000 veicoli (di cui 98000 a benzina).

In tutta questa situazione chi subisce sono i milioni di consumatori truffati e l’ambiente inquinato in cui viviamo, mentre le uniche class action sono partite negli USA dove c’è una legge seria riguardo le scorrettezze delle aziende sul mercato ed ai danni dei consumatori, invece  in Italia i proprietari non devono far altro che aspettare. Chi vuole raccogliere le preadesioni alla futura costituzione di parte civile lo può già fare ma i tempi sono lunghi.

Passando ai fatti concreti il Movimento difesa dei cittadini, a cui mi onoro di aderire, ha previsto una serie di attività per tutelare, in questa vicenda, i diritti dei consumatori:

  1. Chiarezza ed ufficialità su  numero e tipo di  veicoli manomessi venduti in Italia e modalità di “richiamo” degli stessi. Secondo informazioni non confermate di una “consociata Italiana” del gruppo in Italia sono 648.458 i veicoli coinvolti:  361.432 Volkswagen, 197.421 Audi, 35.348 Seat, 38.966 Skoda e 15.291 veicoli commerciali.
  2. Sospensione delle vendite con provvedimento governativo del Governo (quella “consigliata” ai concessionari non basta).
  3. Sequestro dei mezzi ancora invenduti e quello preventivo sui beni degli amministratori coinvolti nello scandalo.
  4. Idonee forme di aggiornamento ed informazione per i proprietari dei veicoli coinvolti.
  5. Ogni altra misura utile al risarcimento dei consumatori italiani coinvolti e dello Stato italiano per il danno ambientale subito.

Intanto entro fine ottobre la società doveva presentare al Governo ed al Ministero dei Trasporti le soluzioni tecniche e le misure per richiamare le auto che montano i motori Diesel EU5 Tipo EA 189 oggetto della manomissione del software.

Salonna Michele

 

I Commenti sono chiusi

Hockey su prato a San Michele S.no

Laureati con 110 (e lode)

Facebook
Utenti in linea