Serata di mezza estate (di Edmondo Bellanova)

L’atteso maestrale viene ad alleviare l’afa che ci ha tenuto sudati ed appiccicaticci per tutto il ferragosto. Finalmente si possono spegnere i condizionatori ed affidarsi ad una piccola corrente d’aria per consentirci un meritato riposo sotto le lenzuola dopo notti insonni passate a rigirarsi nudi nel letto, impotenti vittime di fameliche zanzare.

Serata ideale, quindi, quella di martedì 18 agosto, per accettare l’invito a cena di Pino Caliandro. “Solo fave e cicoria” era stato il menù assicurato da Anna, amabile padrona di casa, ma presto la tavola è ricolma di portate. “Cenetta tra amici” ed invece mi sono ritrovato tra gente sconosciuta o meglio solo intravista in rare occasioni in piazza a San Michele.

Pietro, Patrizia, Guido, Davide, Michela, tutta gente che è venuta qua da noi per coltivare la gioia di vivere in stretto contatto con la natura tra le pietre, la terra rossa, gli ulivi secolari, il bianco della calce; tra il frinire delle cicale al sole e quello dei grilli al chiarore della luna; con il gusto di cogliere un frutto dall’albero e una verdura dall’orto; riconoscere l’erbette da mangiare e raccogliere asparagi selvatici.

Parlando con loro sono rimasto colpito dalla voglia di questi “forestieri” di conoscere, scoprire e capire il mondo in cui hanno deciso di vivere.

Ed allora abbiamo parlato di storia locale; dei trulli con candele, colletti, pennacchi, rizze e chiancarelle; di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona e degli architetti d’oggi; di pietre e muri, paretoni e specchie messapiche; di Ceglie Messapica e Manduria, di San Michele Salentino e dei Dentice di Frasso; di briganti e contadini; di masserie, chiese e pellegrinaggi da Santiago de Compostela a Santa Maria di Leuca; di soprannomi, di poeti ed artigiani.

Sono rimasto affascinato dall’interesse con il quale mi si ponevano le domande ed i perché con la curiosità propria dei ragazzini che si affacciano a nuove realtà e ho capito che questi amici non fanno parte della schiera dei turisti dal “mordi e fuggi”. E’ gente che ora progetta di vivere una parte importante della propria esistenza nella nostra terra, con noi, raccogliendo olive, piantando frutti, zappando il terreno, coltivando verdure e, per nostra fortuna, rivitalizzando l’architettura rurale.

E’ gente che merita tutto il rispetto ed il calore umano di cui siamo capaci.

Sono amici, fratelli con cui è piacevole il reciproco arricchimento nella condivisione dei propri patrimoni culturali… specialmente se il tutto avviene in una dolce serata estiva tra un piatto di fave, pere ed uva e due gamberoni rossi di Gallipoli!

sanmichelesalentino19agosto2015edmondobellanova

 

2 Commenti a “Serata di mezza estate (di Edmondo Bellanova)”

  • cristina:

    Bellissimo e …commovente. Meno male che siamo ben accolti ed apprezzati.
    Ciao, Cristina

  • Davide e Patrizia:

    Siano tra quelli citati e ci ha emozionato leggere questo articolo.
    A volte basta poco per essere in sintonia e cercare di capire dove sei, ma soprattutto con chi sei, ti può aiutare a vivere meglio la nuova realtà
    Ciao

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