Li Quaremml (di Nicola Romanelli)

Li Quaremml di sobb’Ataén (la contrada in cui si trova il nostro fondo):

Era verso la seconda settimana di maggio, come tutti gli anni, la casa di campagna sobb’Ataén era pronta, ed ero felicissimo di andare. Non distava tanto, neanche 500 metri, e col mio fratellino Enzo, vi andavamo a piedi scalzi. Le scarpe coi primi caldi le gettavamo sotto una sedia e le riprendevamo agli inizi di ottobre, quando ritornavamo a vivere in paese.

Lungo il tragitto, camminavamo sull’acquedotto, che era coperto di sassi e terra su cui cresceva rigogliosa ogni sorta di erba e fiori colorati. Noi gustavamo sotto i piedini la fine e calda sabbia. C’era un’aria vellutata che accarezzava il corpo e l’anima, e gli odori ci estasiavano! Gli occhi assaggiavano i delicati colori sparsi nei prati. Ogni sorta di fiori, alcuni dei quali, di una speciale piantina che mangiavamo con gusto, li quaremml, fiori a calici, dai colori ambrati, color miele e nocciola, soffici, vellutati.

A strapparli dal gambo vengono facili, e stillano nettare dolcissimo.

In bocca il fiore di velluto è festa per il palato. Si mangiano con gusto dopo aver succhiato le perle di nettare. Il fiore è teneramente carnoso.
Scorazzavamo come le api di fiore in fiore! Ci tuffavamo nell’erba e a volte, non resistevamo, nel grano già alto, non prima di esserci guardati intorno furtivi.

Sentivamo il bisogno del contatto fisico con la natura. Rischiavamo tanti ceffoni se i grandi ci avessero beccati.

Giunti sul confine del nostro fondo imboccavamo il sentiero più comodo che attraversava tutta la nostra terra e di corsa lasciato pochi metri dopo il sentiero sull’acquedotto, puntavamo dritti all’albero di culumbr, i più dolci fichi dell’anno che maturavano stranamente a fine maggio.

Nicola Romanelli

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