C’era una volta… (di Edmondo Bellanova)
La nostra piazza è rimasta sostanzialmente la stessa da circa 80 anni. Gli edifici sono cambiati e si sono perse le colombaie, la pergola, le architravi a tutto sesto, le porte in legno, i balconcini in pietra e le ringhiere in ferro battuto, ma l’impianto è rimasto lo stesso!
Quello che non c’è più è la lapide commemorativa che nella foto indico con la freccia bianca.
La foto è stata “ritrovata” e “mostrata” da Giuseppe Argentiero e Michele Racioppi in occasione della loro esposizione: San Michele Salentino: ieri e oggi.
La lapide fu affissa al muro della casa di Giuseppe Argentieri (il papà del sindaco Nuccio Argentieri) credo nel 1928 o 1929 in occasione della concessione dell’autonomia con R.D. del 25 ottobre 1928.
Non è dato sapere quando e da chi fu rimossa ma alcuni amici ricordano di uno suo spostamento (presumo negli gli anni ’43-’45) verso la fine di via Vittorio Veneto.
Comunque, grazie alla insegnante Clara Lezzi possiamo ancora oggi conoscerne l’iscrizione.
Dalla lapide posta in Piazza Marconi con il testo riportato dalla Ins.Clara Leuzzi:
L’autonomia amministrativa,
sempre iniquamente negata a questo comune
da inetti o partigiani governi
fu elargita dal fascismo
scuola ed esempio di attività e giustizia
nel sesto annuale della marcia liberatrice
auspice Ernesto Perez e Ugo Bono
suoi apostoli nella nuova provincia
e perciò il popolo lieto e memore
segnando col fausto avvenimento
il principio di una vita più prospera e feconda
vuole inciso in questo marmo
così nei cuori di tutti i suoi figli
il voto sacro
di perenne gratitudine
e di puro invincibile amore
alla Patria al Re al Duce
(25 ottobre1928- anno VI ?)
Antonio Chionna e Vincenzo Palmisano da “San Michele Salentino tra storia e tradizioni”.
sanmichelesalentino26marzo2015edmondobellanova