Ottobre (di Chiara Nisi)

Stanno ancora suonando le vecchie campane
ed il sole d’autunno sulla piazza è già alto;
le membra, ormai figlie di terre lontane,
tornano a casa, al cielo cobalto
d’un paese che, intanto, è rimasto in attesa
e sa ancora che cosa vuol dir la pazienza,
come un’anima stanca che resta sospesa
quando hai voglia di lei e quando vuoi stare senza.
Hai ancora vent’anni quando l’indecisione
sulle corde della tua arpa mentale
sta suonando la solita strana canzone
sulla voglia d’andare che a volte t’assale.
Nella contraddizione di tanti progetti
con i piedi puntati sul suolo natío
hai già fatto i bagagli, li hai chiusi e rifletti
su cosa vuoi farne giammai del tuo io.
E quando in Ottobre oserai ritornare,
profugo del tuo desiderio d’altrove,
le campane riprenderanno a suonare
e potrai riconoscere il come, il dove
e il perché mentre fuggi, continui a tornare.
Qui il tempo dá troppo spazio ai pensieri
di nascosto serpeggia una sterile noia,
in grembo tu porti le ansie di ieri,
quando partito da vittima, poi hai ammazzato il tuo boia.
Qui il tempo con la sua falce solenne
provvede a mietere il grano dorato,
ma quest’arte così singolare e perenne
non ti dia spavento, ma ancora del fiato
non ti dia più timore, partendo o tornando,
perché qui le campane stanno ancora suonando.

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