L’esperienza di Marco Caliandro, che porta il digitale nella bottega di falegname
E’ stata una scelta presa in modo naturale, quella di Marco Caliandro, 27 anni e due lauree (in Ingegneria meccanica presso l’università di Padova e in Disegno industriale presso la facoltà di Architettura di Bari), oggi falegname nella bottega di famiglia: Caliandrowood, a San Michele Salentino (Brindisi). Due lauree che potrebbero consentirgli un percorso professionale più “convenzionale”, in azienda, in linea con la propria formazione. Eppure, la passione per il legno è più forte, e Marco applica quanto studiato al mestiere di falegname.
Quando hai deciso di dedicarti alla falegnameria di famiglia?
«Non è stata una scelta una semplice decisione ma un percorso negli anni, da bambino ero sempre con mio padre, affascinato dal suo lavoro, mi ha trasmesso la sua stessa voglia. Ho sempre avuto le idee chiare sul futuro, consapevole che il valore artigianale fosse la chiave di lettura della modernità».
Prima di diventare falegname hai lavorato come ingegnere e o nell’ambito del design industriale?
«Finiti gli studi di Ingegneria ho iniziato a lavorare subito in falegnameria: nonostante qualche offerta di lavoro come ingegnere ho preferito continuare il percorso di studi in Disegno industriale e lavorare nello stesso periodo».
Come hai imparato il mestiere di falegname e quali difficoltà hai incontrato?
«Stare sempre a contatto con mio padre mi ha aiutato a capire molti meccanismi, dalla scelta del legname ai tecnicismi della lavorazione del legno. Purtroppo non c’è un manuale del buon falegname, ma tutto ciò che si fa si impara negli anni osservando il modo di lavorare dei maestri, immagazzinando quante più informazioni possibile».
Le tue lauree ti tornano utili nel mestiere artigiano?
«Entrambe le lauree mi offrono valore aggiunto nel lavoro di ogni giorno. Tra le due è quella in Disegno industriale che mi torna più utile, sia per forma mentis e per bagaglio culturale. Oltre alla tecnicità di progettazione CAD, la laurea in Design mi ha fatto prendere coscienza di come il mestiere dell’artigiano sta cambiando, evolvendosi da operatore del legno a produttore di sogni, perché l’essere artigiano ti permette di spingerti un po’ oltre i confini abituali del design delle grandi aziende».
In che modo stai innovando l’attività artigiana paterna?
«Con il mio ingresso in azienda sta nascendo una mia personale collezione di oggetti frutto della ricerca e sperimentazione sul legno e sul riciclo del legno. Sono oggetti a metà tra arte e design, pezzi unici e super personalizzabili. La mia ricerca è rivolta ad oggetti ibridi dal punto di vista del materiale, lavorando con legni diversi sullo stesso oggetto. Ciò rende personalizzabile qualsiasi prodotto con la possibilità di scegliere il mix di colore come succede ad esempio nella sedia 20|10 a breve in produzione.
Il mio lavoro parte dal concept, dall’ideazione dell’oggetto contemporaneamente alla scelta del materiale, anzi a volte è lo stesso materiale che mi suggerisce la forma dell’oggetto, e poi passa per la progettazione e realizzazione».
Gli strumenti digitali e le nuove tecnologie in che maniera ti sono di supporto?
«La progettazione della maggior parte degli oggetti parte dal disegno CAD e poi viene realizzato con processi artigianali per quelle forme che lo permettono. Le nuove tecnologie saranno il passo successivo delle quali anche un artigiano ormai non può più prescindere».
L’artigianato oggi per te è ripiego o scelta?
«L’artigianato è una scelta dettata dalla passione per questo lavoro. Un lavoro che ti porta ad essere occupato per 10/12 ore al giorno, ma con la consapevolezza alla fine di ogni giorno di aver prodotto qualcosa, e poi non c’è soddisfazione più bella di creare e produrre con le tue mani oggetti che tu stesso hai pensato, immaginato e progettato».
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Bravo Marco! Ti ricordo bambino insieme a Mirko. Tuo padre che ha la mia stessa età (un anno in più) sarà orgoglioso e onorato di avere un figlio che sta realizzando in forma moderna il lavoro che ha fatto d quando era un ragazzino e soprattutto sarà felice che TU risenta realizzato nel fare il suo lavoro. Bravo Marco, continua così sarai l’orgoglio del paese, ormai a San Michele stavano scomparendo i falegnami bravi come tuo padre. In bocca al lupo!