Non solo fuochi… ma opere di bene. Onore al Santo! (di Michele Macelletti)

Edmondo Bellanova, mi regala e ci regala, uno splendido resoconto di quello che era la “Festa”, quella di una volta. Allo stesso tempo, risponde con struggente verita’,  alla  mia dissacrante provocazione: ” i fuochi disonorano il Santo”.

Quella dei nostri nonni e dei nostri padri era “un’altra Festa… un’altro sentire”, piu’ semplice ed umile, eppure grandemente dignitosa.
Il senso di rendere onore al Santo, dunque nasceva da qualcosa di piu’ profondo, piu’ vero. Condiviso da uno stesso idem sentire.  La Festa, quella per cui ci si preparava per tutto l’anno, era unica, importante,e giustamente, si onorava il Santo Patrono anche con i fuochi…a costo di sacrifici.
Non e’ piu’ cosi oggi. Lo so, come potrebbe piu’ esserlo? In fondo “onorare” il Santo cosa vuol dire se non venerarlo… ringraziarlo, riconoscere e  affidarsi a lui e alla sua intercessione.
Ammesso, ma non concesso, che questa sensibilita’ religiosa cosi “umana e semplice”, che era dei nostri nonni e padri, si sia conservata ancora oggi, i fuochi hanno ancora un senso? Se nascono come esigenza del cuore che riconosce la presenza del senso religioso… ben vengano. Anzi!
San Michele Arcangelo va onorato e venerato, ieri come oggi. Ma non solo con i “fuochi fatui”, bensi con quelli ben piu’ “pirotecnici” della fede semplice che alberga nei cuori. E forse, il nostro Patrono, non si offende se ai fuochi si sostituiscono piu’… opere di bene.
Ma resta una mia, modesta e provocatoria, opinione.
Grazie Edmondo.

Michele Macelletti

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