Anche il Comune di San Michele Salentino si impegna a ridurre del 20 per cento le emissioni di Co2
Il Paes rappresenta il piano di indirizzo con cui saranno individuate le strategie e gli impegni dei 19 Comuni firmatari per ridurre le proprie emissioni di CO2 (anidride carbonica, il principale gas ad effetto serra) al 2020, rendendo così concreto l’impegno politico assunto dai singoli Consigli Comunali.
Aderendo a questa iniziativa, ogni Comune dell’ Area Vasta Brindisina partecipante al progetto si è infatti impegnato volontariamente a ridurre almeno del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica del proprio territorio. È un impegno ambizioso, che si tradurrà in misure e progetti concreti per l’efficienza energetica e l’energia sostenibile. Il Sindaco di Brindisi Cosimo Consales ha evidenziato che “La pianificazione strategica dell’Area Vasta Brindisina è divenuta in modo naturale la sede di incontro, confronto e raccordo dei principali soggetti istituzionali che concorrono allo sviluppo socio-economico dell’intero territorio brindisino. In quest’ottica – conclude Consales – tra le iniziative intraprese dall’Area Vasta, l’adesione al Patto dei Sindaci e la conseguente predisposizione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile territoriale rappresentano indiscutibilmente gli sforzi che gli enti locali stanno facendo in direzione dello sviluppo sostenibile”.
Il consigliere comunale di Brindisi delegato all’Area Vasta Brindisina e alla Pianificazione Strategica, Francesco Cannalire, ha sottolineato come “Tra tutte le ragioni, ciò che maggiormente ci ha spinto ad abbracciare gli obiettivi comunitari è stata la volontà di contribuire alla lotta globale contro il cambiamento climatico, unendo le nostre forze, condividendo le stesse ambizioni con altri Comuni, Regioni e Paesi e diventando, così, collaboratori dell’Unione Europea. A ciò si aggiunge – continua Cannalire – l’opportunità di creare un volano economico per raccogliere investimenti capaci di ridurre le emissioni con azioni concrete e tangibili da realizzare con il ricorso a finanziamenti pubblici, grazie alle opportunità che saranno offerte dai nuovi fondi comunitari 2014/2020 , e privati”.
Durante l’incontro, è stata dapprima presentato la metodologia utilizzata per stimare le emissioni storiche di ciascun Comune. Tale metodologia ha richiesto specifici adattamenti a ciascuna realtà locale ed è stata formalizzata in un apposito documento riportante tutti gli accorgimenti adottati.
In seguito, è stato illustrato lo “stato di fatto” delle emissioni al 2007: una fotografia necessaria per capire quali siano i contesti in cui possano essere intraprese le azioni di riduzione. Le emissioni, che ammontano a poco meno di due milioni di tonnellate annue di CO2 , provengono principalmente dalla generazione dell’elettricità consumata, a seguire, da combustione di diesel e, in misura minore, da benzina e gas naturale.
Le categorie emissive di cui il calcolo ha tenuto conto sono rappresentate dai trasporti (circa 700.000 t/anno), dagli edifici e dagli impianti industriali (entrambi poco meno di 600.000 t), con esclusione però degli impianti ricadenti nello schema EU-ETS (Emission Trading, il sistema europeo di scambio delle quote di CO2), perché previsto dalle linee guida europee. Dall’analisi dei principali dati è emerso che le emissioni delle Amministrazioni Comunali contano per solo il 2% sul totale: la gran parte delle riduzioni dovrà quindi necessariamente prevedere la collaborazione dei privati e degli altri soggetti presenti sul territorio (leggi tutta la notizia).
Quando non si ha niente da dire riempiamo l’informazione d’ovvietà e stupidaggini.
Come definire in altro modo l’impegno a ridurre del 20 % le emissioni di CO2 nei comuni dell’Area Vasta Brindisina? Com’è possibile analizzare una situazione sulla base di dati vecchi di 7 anni; e se da questi vetusti dati viene fuori che i Comuni producono solo il 2% d’anidride carbonica non sarebbe opportuno chiamare in causa l’ENEL, vera ed unica responsabile dell’avvelenamento del nostro territorio?