Ciao Bambi (di Nando De Vitis)

Se n’è andato Bambi Fossati (Genova, 28 aprile 1949 – Genova, 7 giugno 2014).

Bambi, come il piccolo cervo disneyano, soprannome che gli aveva affibiato la nonna per l’abitudine di allontanarsi da solo nei boschi, proprio come il celebre personaggio del film, Fossati come l’altro e più celebre musicista genovese.

Pier Niccolò, suo vero nome all’anagrafe, era ormai ammalato da tempo, ma pochi lo sapevano.

Come pochi sapevano/sanno che è stato un grande compositore e chitarrista intorno cui ha ruotato buona parte del prog italiano dei primi anni ’70.

Chitarra hendrixiana, tanto da meritarsi l’appello di Hendrix italiano, e 5 album all’attivo tra il 1970 e il 1977: uno con i “Gleemen”, due con i “Garybaldi”, uno con “Bambibanda e Melodie” e uno con “Acustico Mediterraneo”.

Matrice rock-blues su cui Bambi innestò, con gusto mediterraneo, le tessiture prog di derivazione anglosassone, per un sound che trova piena forma espressiva nel lavoro più noto, “Nuda” (1972) dei Garybaldi, impreziosito dalla copertina (questa veramente epocale, apribile in tre parti) di Guido Crepax.

Nel 1974, in uno dei momenti meno creativi per il rock italiano, Bambi rinnova la formazione con l’ingresso del percussionista indiano Ramasandiran Somusundaram, e cambiando ragione sociale in “Bambibanda e Melodie” con un album, praticamente uno strumentale, omonimo.

Mancano quasi del tutto gli omaggi hendrixiani di un tempo e la musica diviene più “colorata” (quasi alla Santana) con una prevalenza ritmica dettata dal nuovo musicista indiano.

E mentre in quell’Italia del 1974, che si apprestava ad esprimersi sul divorzio, imperversavano “E tu” di Baglioni, “Anima mia” dei Cugini di campagna, “Alle porte del sole” di Cigliola Cinquetti, “Prisencolinensinainciusol” di Celentano, “Nessuno mai” di Marcella Bella, “Anna da dimenticare” dei Nuovi Angeli, e via di questo passo, un’altra pagina meritevole (di quello che fu etichettato come “Pop italiano”) finiva nel dimenticatoio.

Ma questa è un’altra (triste) storia.

A te, Bambi.

 

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