UCCIO BIONDI | LA CULLA DELLE ALBE (di Rosalia Fumarola)
Fluenti di colore, istallazioni minimal non ferme, sembrano legate da un filo alla terra, la sua terra. Oscillano in uno spazio apparentemente piccolo. Si animano come fiammelle luciferine fluorescenti, ma la loro presenza non ingombra è sgombra di ogni male. Nei loro occhi tanti mondi invisibili e possibili che esorcizzano quello che da sempre inquieta, la paura sibilante della vita. Volti di donne che si addensano, si raccontano nei loro tratti somatici fedeli al gesso che le ha catturate senza mai denudarle completamente. Un momento di suspense in cui la mano elevata dell’artista perorava l’istinto che lo conduce sempre a lei. Lei voce narrante, la parte mancante onirica e sempre presente. Donna.
Un ritorno in qualche modo alla teatralità quello di Uccio Biondi e lo fa attingendo allo spirito drammaturgico di Sarah Kane 4.48 Psychosis l’ora della morte, l’ora in cui lei stessa muore. Uno straordinario esempio questo, in cui abilmente l’artista passa dalla drammaticità della morte al simbolismo che vedremo nelle opere, quello della matassa che si sbroglia e s’aggomitola sulle tempie, sulle gote e alle labbra. Il filo rosso da cui ricominciare dal ventre alla culla, appunto le albe. La vita.
LA CULLA DELLE ALBE è un progetto che inizia nel 2012 con l’alto pittura 4,48 | BANG. Installazione composta da due alto pitture di grandi dimensioni e quattordici maschere \ apparenze di varia dimensione.
Via bottega di nisco, 21- 23 _ Ceglie Messapica (Brindisi)
info: biondi@ucciobiondi.it
Rosalia Fumarola
Foto di Antonio Conserva