Puntualizzazione del Sindaco Epifani di San Michele Salentino sulla chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace

L’articolo di Victor Botta apparso oggi sul “Quotidiano” di Brindisi riguardo la puntualizzazione del Sindaco Epifani di San Michele Salentino sulla chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace:

Piccolo strascico polemico in merito alla chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace di San Vito. Il sindaco di San Michele Salentino Pietro Epifani, infatti, smentisce il contenuto della delibera di revoca del Comune di San Vito, nella quale si imputava tale decisione al dietrofront di San Michele e Carovigno che aveva reso, di fatto, non più possibile «manifestare da solo la propria volontà alla conservazione di tale ufficio, accollandosi tutte le spese di gestione dello stesso, per l’indisponibilità di proprie risorse finanziarie- si legge nella delibera di revoca della giunta sanvitese guidata da Alberto Magli- in uno con i vincoli in materia di spesa di personale».

Il primo cittadino di San Michele puntualizza  che tale scelta era stata preventivamente concordata dalle 3 amministrazioni consorziate. «L’apporto del Comune di San Michele relativamente al mantenimento dell’ufficio del giudice di Pace- spiega Pietro Epifani- sarebbe stata in ogni caso marginale,  tenuto conto della entità della nostra popolazione rispetto a quelle di Carovigno e San Vito».

In base agli accordi, poi sfumati, San Vito, oltre al locale, avrebbe messo a disposizione  un’unità lavorativa; Carovigno si sarebbe impegnata a distaccare 2 unità lavorative; mentre San Michele avrebbe contribuito alle spese di consumo per le utenze e la cancelleria.

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Articolo correlato sulla chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace, sempre di Victor Botta, uscito sul “Quotidiano” di Brindisi nei giorni scorsi:

Neanche San Vito si salva dalla mannaia della spending review e dice addio all’ufficio del Giudice di Pace di via Garibaldi. La giunta comunale, infatti, ha revocato la delibera dell’aprile scorso che ne  aveva scongiurato la soppressione immediata. Seguendo i dettami del decreto legislativo 156 del 2012 del governo Monti sulla riorganizzazione dell’amministrazione della giustizia, infatti, il Comune di San Vito costituì un consorzio con San Michele e Carovigno.Un’intesa che aveva permesso di salvaguardare un importante presidio giudiziario evitando a molti cittadini l’incombenza di doversi recare necessariamente a Brindisi con inevitabili costi e disagi.

Le 3 amministrazioni, infatti, dopo una serie di incontri, avevano concordato di ripartire i costi di gestione e di manutenzione dei locali sulla base della densità della popolazione con una spesa complessiva stimata intorno a 20mila euro annui. Secondo gli accordi di massima raggiunti, il Comune di San Vito, oltre al locale, avrebbe messo a disposizione  un’unità lavorativa, Carovigno si sarebbe impegnata a distaccare 2 unità lavorative, mentre San Michele avrebbe contribuito alle spese di consumo per le utenze e la cancelleria.

Tutto, dunque, sembrava essersi risolto per il meglio. Ma il 13 dicembre scorso i Comuni di San Michele e Carovigno hanno deciso di revocare ogni precedente atto in materia di mantenimento della sede dell’ufficio del Giudice di Pace di San Vito a causa delle scarse risorse disponibili in bilancio e delle disposizioni normative in materia di contenimento dei costi di spesa di personale e dei vincoli nelle assunzioni che non avrebbero consentito di assicurare il distaccamento dei dipendenti comunali presso l’ufficio giudiziario sanvitese.

Preso atto del dietrofront dei “soci”, l’amministrazione comunale di San Vito ha ritenuto «non più possibile per questo ente manifestare da solo la propria volontà alla conservazione di tale ufficio, accollandosi tutte le spese di gestione dello stesso, per l’indisponibilità di proprie risorse finanziarie- si legge nella delibera di revoca- in uno con i vincoli in materia di spesa di personale». Una notizia che non sarà accolta con piacere dai tanti utenti. L’ufficio del Giudice di Pace di San Vito è stato, infatti,  sin dalla sua istituzione, un punto di riferimento importante non solo per i sanvitesi, ma anche per i cittadini di Carovigno e San Michele, che per anni hanno potuto dirimere le controversie del caso spostandosi di appena una manciata di chilometri.

La sua importanza è testimoniata dai dati: nel solo 2012 sono risultati pendenti presso l’ufficio del giudice di pace di San Vito ben 732 procedimenti civili e 138 penali. Una soppressione che, considerata la sua utilità sociale, certamente non mancherà di suscitare polemiche.

 

 

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