La Destra tradita (di Edmondo Bellanova)

Affollatissima era la sala ”dello specchio” del Castello Imperiali di Francavilla Fontana. Ancora una volta Euprepio Curto ha dimostrato d’essere padrone e catalizzatore dell’interesse di tanta parte della città. Per la verità l’occasione di fare il pienone non era poi tanto complicata perché, dopo mesi e mesi d’assenza e silenzio, il 07.02.2014, Gianfranco Fini si ripresentava in Puglia per pubblicizzare il suo ultimo libro “ Il ventenni o- Io, Berlusconi e la Destra tradita”.

A me non interessava nè l’io nè Berlusconi e tanto meno quel ventennio, volevo solo sentire: da chi, come e quando la destra è stata tradita!

Interessava capire se oggi c’è ancora una “destra” e se, nella complessità del panorama politico, essa ha un suo spazio e può essere utile per risolvere i problemi della società o se “la destra”deve restare solo un nostalgico ricordo di pochi vecchi rincoglioniti “camerati”!

Mi sono sbagliato! Il principino-delfino di Almirante, non ha fatto altro che difendere la sua azione politica nel “fatidico ventennio” infarcendo il discorso con ipocrite assunzioni di responsabilità solo su fatti marginali. Non mi è piaciuto il suo iniziale dichiararsi orgoglioso di non aver mai ricevuto avviso di garanzia, come se il non delinquere sia un merito e non la normalità richiesta ad ognuno di noi! Non mi è piaciuto il ripetuto lamento circa la sua “cacciata” dal PdL quasi che le dimissioni o una presa di distanza da Berlusconi poteva essere considerata disonorevole! Non mi sono piaciuti gli applausi alla citazione di Pinuccio Tatarella e il tombale silenzio al ricordo di Giorgio Almirante. Le risposte alle 3 domande dei dotti interlocutori mi sono sembrate prolisse, scolastiche, addomesticate, fin troppo educate ed elusive dei temi che riguardano le specifiche responsabilità che si possono, credo legittimamente, addebitare all’ultimo segretario del MSI prima ed AN dopo.

Fini ha avuto modo di contestare la presunta “diversità” tra gli uomini di destra e dato che oggi sembra sempre più difficile ritrovare motivazioni ideologiche nell’affrontare l’attualità di un mondo in veloce evoluzione. Diversità che era facile riconoscere agli uomini del MSI solo sino a quando erano esclusi “dall’arco costituzionale” dei partiti governativi  e la loro era una lotta d’opinione contro il sistema. Ha riferito di diversità di opinioni con Berlusconi sul pizzetto di Ignazio Larussa e della sua resistenza nell’appoggiare i tentativi del suo capo partito di condizionamento della magistratura senza elencare le tante leggi e decreti “ad personam” approvati dai governi di cui lui è stato vice-presidente.

Il Consigliere Regionale Curto ha posto le ultime due domande ricevendo risposta solo alla seconda che richiedeva un giudizio sui “colonnelli” di AN. La prima, che riguardava il futuro della Destra, …non ha avuto risposta!

Sanmichelesalentino08febbraio2014edmondobellanova

3 Commenti a “La Destra tradita (di Edmondo Bellanova)”

  • devina:

    Tutti paraculi, a destra, come a sinistra, come al centro. Se pure avesse un qualche significato, oggi, questa distinzione.
    Tutti moralmente, e non solo, responsabili dello sfascio in cui sopravviviamo.
    Almeno un tempo sembrava vigere il “prima i cazzi miei e poi quelli degli altri”, oggi la regola è “solo i cazzi miei”. Chè per gli altri di trippa non ce n’è.
    E allora cambiamo pelle, cambiamo muta, togliamoci le squame di dosso, adeguiamoci, pur di restare sempre lì, dove si banchetta bene e ad libitum, tanto, se non lo faccio io lo farà qualcun altro.
    Motivazioni ideologiche?
    Ma scherzi?
    E’così démodé che a parlarne uno rischia di fare la figura del pirla.
    Meglio un bel libro di frattaglie e pappe precotte; così dopo averli presi per culo una prima volta, lo facciamo per la seconda, raccontandogli come li avevamo presi per culo la prima.
    E intanto li prepariamo per la terza.
    Togliamo Fini, mettiamoci, per dire, Vendola, il risultato non cambierebbe.
    Saremmo sempre nello stesso nauseabondo mondo di impuniti senza ritegno.
    Tanto che, Mondino, pur quell’”altro” infausto ventennio, da te nostalgicamente rievocato tra le righe, sembra giocarsela (quasi) alla pari (per effetti e conseguenze disastrose a venire) con questo ventennio che ci siamo beccati direttamente sul groppone.
    Auguri, a tutti noi.
    nando dvt

  • edmondo:

    Visto che non sono stato chiaro, mi preme specificare che il “ fatidico ventennio” al quale mi riferisco è quello di Berlusconi (1994-2014). L’unico momento nel quale mi sono fatto prendere dalla nostalgia è quando ricordo una generazione che non si vergognava d’usare il termine “camerata”. Poi è chiaro che a parlare di ideologie si fa la figura del “pirla” e io, ormai consumato e spento negli entusiasmi, deluso in tutti i sogni giovanili, avvilito dalla constatazione del tipo di società che ci siamo creata, non mi riferivo all’idealità politica, come tale praticamente irrealizzabile, ma a quei valori che, meglio di qualunque riforma elettorale, sarebbero la base fondante di una nuova società giusta, coerente, onesta; per dirla con parole importanti, fondata su Libertè, Egalitè, Fraternitè.

  • devina:

    Sei stato più che chiaro, Mondino.
    La mia era un po’ una battuta e un po’ no.
    Ho preso al volo la tua frase “A me non interessava nè l’io, nè Berlusconi e tanto meno QUEL ventennio”, pensando che volessi sottilineare il QUEL in antitesi a quell’altro ventennio.
    Che poi, il non vergognarsi di utilizzare il termine “camerata” lo collegavo conseguenzialmente col ventennio che gli è proprio per affinità storica ed ideologica.
    Riguardo al rischio di essere visti come dei pirla, sei in buonissima compagnia.
    La mia prima di ogni altra, specie se gli ideali in gioco sono quelli di Libertà, Ugualità e Fraternità.
    nando dvt

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