Ma le vere “primarie” sono un’altra cosa…

Riceviamo da Michele Macelletti e pubblichiamo:

Non voglio entrare nel merito, o tra i meritevoli, all’elezione a nuovo segretario del Pd. Mi interessa, invece e molto, entrare nel merito del sistema scelto per la sua elezione: il metodo delle “primarie”. Da molti osannato,le “primarie” appaiono come il celebre richiamo di Ulisse, con il quale i partiti agonizzanti e i loro leader pensano di poter riavvicinare la moltitudine di elettori in fuga. Tanto che sulla scia, inaugurata trionfalmente dal Centrosinistra anni or sono, oggi anche lo schieramento di Centrodestra ne appare affascinato.

Ora, poi, che il Pd sembra essersi dato delle regole piu’ certe e condivise, l’eccitazione è a mille. Il sistema dei partiti, con l’avallo dei media, ha persuaso l’opinione pubblica che le “primarie”, sul modello degli USA, siano gia’ di per sè una sorta di panacea ai mali del sistema politico italiano. Quotidianamente viene celebrato il rito della “beatificazione” del metodo delle primarie, quale purificatore dai vecchi  metodi “partitocratici” del passato.

Niente di piu’ falso e fuorviante! E’ bene ricordare, sia ai nostri politicanti ma anche ai cittadini, che negli Stati Uniti, le “primarie” sono parte integrante di un sistema elettorale che è totalmente diverso dal nostro. A differenza dei “papocchi” realizzati in Italia, in America esse sono regolate da leggi statali e non lasciate in balia della discrezionalita’ e quindi convenienza, dei singoli statuti dei partiti. I risultati sono, quindi, vincolanti per legge statale. Ognuno dei 50 stati ha regole e modelli propri di “primarie”, tanto da non esistere un modello ufficiale. Da Stato a Stato, inoltre, variano sia i tempi che i modi di registrazione dei potenziali elettori. L’obbligo di essere iscritti nelle liste elettorali puo’ variare da un massimo di un anno sino a qualche settimana prima del voto. Il singolo elettore puo’ votare una sola volta, cioe’ partecipare alle primarie di un solo partito.

Altra peculiarita’ è l’utlizzo delle “primarie” per un gran numero di cariche elettive, che vanno dalla contea sino alla scelta del candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Queste, in estrema sintesi, sono le vere primarie e il metodo con il quale si scelgono i candidati negli Usa. Appare del tutto evidente come qui da noi esse siano tutt’altro…

Ad onor del vero, per esempio , bisognerebbe riconoscere che le attuali “primarie all’italiana “del Pd, altro non sono che un metodo per eleggere Il Congresso di quel Partito. E’ un po’ come se, per eleggere l’amministratore del mio condominio, mi mettessi a chiamare e a far votare anche quelli del palazzo di fronte e, visto che che sono sinceramente “democratico”, faccio votare anche qualche passante, meglio se di colore, che fa piu’ “solidarieta’ e sociale”!

Non che non sia legittimo o deprecabile, ma paragonare tutto cio’ a quello che vige nel sistema elettorale americano diventa arduo, se non pretestuoso e ingannevole per i cittadini, e per i pochi elettori….quelli ancora rimasti!

Grazie per l’ospitalita’.

Michele Macelletti

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