Emiliano arriva all’incontro con circa due ore di ritardo, si scusa per l’inconveniente, prende la parola (dopo l’introduzione fatta da uno degli organizzatori) e, passati 15 minuti, constatando che si è fatto tardi e buttando un occhio alla tavola imbandita per la cena, dice ai convenuti che forse non è il caso di andare oltre e conclude così: “mi raccomando, mi rivolgo soprattutto a coloro che non sono del PD, spendete il tempo per qualche telefonata, prima di andare a cena chiamate i vostri amici e dite loro ‘senti sono stato ad un incontro con Emiliano mi ha detto di dirti se puoi fare uno sforzo e dare la fiducia a Bersani, magari riesce a fare quelle cose che serviranno per il paese’; che poi” continua ” sono quelle quattro, cinque cose che ci hanno insegnato i nostri genitori”.
Fine dell’incontro; non viene nemmeno chiesto se c’è qualche intervento del pubblico e buona sera a tutti.
Ce ne andiamo e appena entrati i macchina mi fa Rocco: “patetico”.
Io penso alla rappresentanza Sanmichelana del PD; se anche loro, come Rocco, hanno considerato patetico il discorso di Emiliano o se, al contrario, hanno trovato motivi per poterlo apprezzare.
Magari sono rimasti a cena e magari lì Emiliano ha dato un’immagine diversa.
Perché quella offerta durante l’incontro è stata veramente poca cosa.
“Il PD è l’unico partito che può chiamarsi tale”.
Questo il concetto di Emiliano che poi ha sottolineato il “peccato” del PD nell’essere “troppo critici e moralisti” con se stessi; tanto critici che anche lui, esagerando, ma contento di averlo fatto, si è sentito in dovere di spiegare a mezza Italia, la famosa faccenda delle cozze pelose e delle quattro spigole.
Serata loffia.
Non valeva nemmeno la pena di scrivere niente sul sito. Se non fosse che oggi, giusto a proposito dell’essere critici con se stessi, leggo sul web che “Emiliano apre a chi lascia il PdL” (vedi link sotto).
La politica come sommatoria di voti, da qualsiasi parte vengano, quindi; con tanti saluti alle questioni morali e ai progetti fatti di visioni e contenuti condivisi e sottoscritti.
E poi c’è ancora chi recita a pappagallo che è un luogo comune dire che sono “tutti uguali”.
Nando De Vitis
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=594751&IDCategoria=1