La guerra dimenticata contro la criminalità nella campagna elettorale

Riceviamo dal Segretario generale UGL Polizia di Stato di Brescia e pubblichiamo:

Forze di Polizia sempre più decimate e criminalità in aumento esponenziale: il clamoroso silenzio della politica ad un mese dal voto.

Nessuno ne parla più, benché fino ad un paio di stagioni fa ci avessero tessuto attorno tutta la campagna elettorale la quasi totalità dei partiti. Stiamo parlando della sicurezza dei cittadini italiani, quella che passa per l’opera di preventiva e repressiva delle forze dell’ordine.

Ebbene, è ormai all’ordine del giorno l’aumento esponenziale della micro e macro criminalità su tutto il territorio nazionale, sicuramente non immune al grave periodo di crisi economica così generalizzato.

Nonostante questo la politica preelettorale ha deciso di non interessarsi della criminalità e del necessario contrasto che lo Stato dovrebbe opporgli per tutelare tutti quei cittadini che, nonostante il periodo non florido, sono costretti anche dover difendersi dai reati soprattutto di natura predatoria.

Gli ultimi dati forniti dal Viminale risalenti all’agosto scorso, e relativi al 2011 (ma è quasi inutile ipotizzare un aumento dei dati relativi al 2012) parlano chiaro: siamo di fronte ad una vera e propria guerra della microcriminalità verso i cittadini italiani, che ha preso connotati di vero e proprio fenomeno sociale e non già più come evento “deviante”.

Nei dati forniti dal ministero, l’aumento conclamato di reati ammontava addirittura alla cifra astronomica di 5,4 punti percentuali in più: contando il danno procurato mediamente ai cittadini, una manovra economica di alcuni miliardi di euro. E questo anche in considerazione dell’aumento indiscriminato dei reati predatori, dei furti e delle rapine, spesso con risvolti molto violenti.

I furti in appartamento hanno registrato una crescita fuori range del 21%, toccando la cifra astronomica di 205.000 intromissioni (tra l’altro senza contare il cosiddetto numero “oscuro”, ovvero i reati che i cittadini per le più svariate motivazioni, prima di tutto la rassegnazione di non veder punito il reo, rinunciano a denunciare).

Hanno subito variazioni impressionanti le rapine alle banche e ai negozi, vi sono stati nel corso dell’annata esaminata dal Viminale 134.000 borseggi e quasi 18.000 scippi.  

Di fronte a tutto questo qual è stata la risposta della Politica degli ultimi due anni? Tagli. Tagli traversali e verticali. Tagli alle strumentazioni e alle risorse. Tagli al personale e agli incentivi.

La cosa imbarazzante e avvilenti è comunque di fronte agli occhi di tutti: davanti allo scempio della Legge che viene fatto nel nostro quotidiano, nessun politico impegnato nella campagna elettorale per le prossime elezioni del 23-24 febbraio ha deciso di spendere una sola parola a difesa dei cittadini italiani, investendo quindi la propria volontà politica nel potenziare anziché impoverire le ormai ridotte allo stato di indigenza Forze dell’ordine. Il rispetto della Legge, ormai, non è più evidentemente considerata forma di investimento, ma una spesa qualunque, da tagliare per risanare i conti dello Stato.

Come sindacato di Polizia l’UGL vuole ribaltare questa visione distorta della realtà: oltre all’IMU, che ogni singolo cittadino non debba pagare singolarmente i costi delle rapine, dei borseggi, degli scippi, dei furti che subisce perché lo Stato ha deciso di azzoppare le forze dell’ordine. Più risorse alle forze di Polizia, significherebbero più risorse a disposizione dei cittadini e dello Stato che dovrebbe difenderli, e che in tutta questa grottesca vicenda, risultano essere le prime vittime della sciagurata politica di tagli.

Il Segretario generale
(Santino Barbagiovanni)            

Comunicato stampa del 05 febbraio 2013

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