La bellezza del nostro territorio contrasta con il degrado dovuto all’inciviltà di noi cittadini (vedi foto articolo precedente inviato da Antonino Mosaico).
ci risiamo coi cittadini, Rocco, é il vento, il vento causa di degrado delle contrade, paesi e spiagge. È una credenza popolare, e i Comuni ne sono convinti, infatti attendono ancora. Ma,in confidenza ti dico, un Sindaco suggerisce di mettere una congrua taglia per invogliare qualche soffiata ad acciuffare quel piffero.
Mi raccomando paesani, quando scorazza il Vento, basta una telefonata per la taglia. È astuto però: – Io – disse er Vento – sfido l’arberi secolari e li sconquasso: ma di te me ne rido! Me contento che te pieghi e t’inchini quanno passo!(Trilussa)
Bravo Edmondo ad appostarsi con Aurora sotto gli ulivi, se ha sorpreso Alba potrebbe beccare quel Ventaccio.
SE NON LE DISPIACE UTILIZZERÒ LA FOTO DEGLI ULIVI TRA LA NEBBIA A COREOGRAFIA DI QUESTO MIO SONETTO FINITO DI SCRIVERE PROPRIO ADESSO… (LOGICAMENTE CITANDO L’AUTORE E LA SUA PAGINA).
Grazie.
Armando http://www.poetare.it/santoro3.html
IN MEZZO A UN CAMPO SALENTINO
Nel campo con la brina sulle foglie
sento un ronzio di api e di mosconi
e mentre il sol le goccioline scioglie
un fumo opaco s’alza dai covoni.
Risplende il verde tra le centofoglie
un rosso intenso accende i peperoni
e le friselle fan salir fa le voglie
di pomidori e fette di poponi.
Rosseggia tra le zolle la campagna
tra verdi ulivi ed alberi di noci,
delle cicale va lenta una lagna
come un mormorio di stanche voci
e sui tronchi dei pini ognor ristagna
quel martellar di cicaleggi atroci.
La bellezza del nostro territorio contrasta con il degrado dovuto all’inciviltà di noi cittadini (vedi foto articolo precedente inviato da Antonino Mosaico).
ci risiamo coi cittadini, Rocco, é il vento, il vento causa di degrado delle contrade, paesi e spiagge. È una credenza popolare, e i Comuni ne sono convinti, infatti attendono ancora. Ma,in confidenza ti dico, un Sindaco suggerisce di mettere una congrua taglia per invogliare qualche soffiata ad acciuffare quel piffero.
Mi raccomando paesani, quando scorazza il Vento, basta una telefonata per la taglia. È astuto però: – Io – disse er Vento – sfido l’arberi secolari e li sconquasso: ma di te me ne rido! Me contento che te pieghi e t’inchini quanno passo!(Trilussa)
Bravo Edmondo ad appostarsi con Aurora sotto gli ulivi, se ha sorpreso Alba potrebbe beccare quel Ventaccio.
SE NON LE DISPIACE UTILIZZERÒ LA FOTO DEGLI ULIVI TRA LA NEBBIA A COREOGRAFIA DI QUESTO MIO SONETTO FINITO DI SCRIVERE PROPRIO ADESSO… (LOGICAMENTE CITANDO L’AUTORE E LA SUA PAGINA).
Grazie.
Armando
http://www.poetare.it/santoro3.html
IN MEZZO A UN CAMPO SALENTINO
Nel campo con la brina sulle foglie
sento un ronzio di api e di mosconi
e mentre il sol le goccioline scioglie
un fumo opaco s’alza dai covoni.
Risplende il verde tra le centofoglie
un rosso intenso accende i peperoni
e le friselle fan salir fa le voglie
di pomidori e fette di poponi.
Rosseggia tra le zolle la campagna
tra verdi ulivi ed alberi di noci,
delle cicale va lenta una lagna
come un mormorio di stanche voci
e sui tronchi dei pini ognor ristagna
quel martellar di cicaleggi atroci.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 10.8.2014 – 16,52)
Onorato!
Mi complimento …immagini surreali e suggestive.