Una domanda per Zichichi

 

Venerdì 2 novembre scorso, abbiamo partecipato con Nando De Vitis e Mino Vitale alla serata inaugurale della 7^ edizione di Sfide culturali e politiche tenutasi presso l’Hotel Hilton Garden Inn di Lecce. Questo primo appuntamento è stato dedicato ad una riflessione sulle meraviglie dell’universo con uno dei più noti scienziati viventi, Antonino Zichichi, intervistato dalla giornalista di SAT 2000 Monica Mondo.

Al termine dell’intervista il promotore ed animatore dell’iniziativa, l’On. Alfredo Mantovano, ha dato il via agli interventi del pubblico presente e non poteva di certo mancare il contributo della “delegazione sanmichelana” presente.

“Sono Nando De Vitis di San Michele Salentino”, così ha esordito il nostro amico, uno tra i tanti che sostengono la inconciliabilità tra scienza e fede a differenza di Zichichi che sostiene il contrario, ossia che scienza e fede siano conciliabili a condizione che si usi la ragione come strumento di analisi della realtà.  Stessa ragione che ci porta a concludere, secondo Zichichi, che l’origine della vita non derivi dal caos, ma da un disegno logico.

In sintesi la domanda di Nando: La maggior parte della comunità scientifica ritiene che all’origine della vita ci sia un “fatto” casuale. Oparin e Haldane già negli anni venti del secolo scorso, avanzarono l’ipotesi che le condizioni ambientali della Terra primordiale fossero tali da consentire la formazione di molecole organiche a partire da materiale inorganico quali metano, ammoniaca, anidride carbonica, acqua, che costituivano buona parte dell’antica atmosfera. L’assenza di ossigeno, e quindi l’assenza di Ozono, avrebbe permesso ai raggi ultravioletti di passare indisturbati nell’atmosfera fornendo una grande quantità di energia che sommata a quella derivante dal vulcanismo e dai fulmini avrebbe innescato le reazioni con formazione di composti organici partendo da materiale inorganico.

Ipotesi, poi, confermata da Miller nel 1953 che riprodusse in laboratorio un esperimento scientifico sottoponendo a scariche elettriche un composto gassoso costituito da idrogeno, metano, ammoniaca e vapore acqueo (composti inorganici) confermando la possibilità di ottenere i  composti organici indispensabili alla vita. La riproducibilità in laboratorio di tale fenomeno fa si quindi che siano rispettate le condizioni Galileiane del metodo scientifico.

Se così non fosse dovremmo gettare via tutti i libri di scuola, (Zichichi: “i libri scolastici li metta da parte”).  stessi libri su cui viene acquisito oramai come fatto scientifico anche l’evoluzionismo secondo la Teoria di Darwin.

E su questo punto, Nando, invita il Prof. Zichichi a rispondere. In sintesi ha detto che studiando fino in fondo l’evoluzionismo si sbatte la testa contro il problema della vita minima. Il passaggio dalla materia inerte (composti inorganici) alla materia vivente (composti organici) non lo sa fare nessuno. Pertanto, L’EVOLUZIONISMO BIOLOGICO NON E’ SCIENZA GALILEIANA, perché dovrebbe essere dimostrato dimostrarlo con una formula matematica.

Al termine della conferenza, nell’incontro di saluto con il Prof. Zichichi, Nando ha ribadito la sua tesi della incompatibilità tra fede e scienza. Mentre diceva questo un ammiratore del Professore ha chiesto a Nando di scattargli una foto con Zichichi che, convinto che la macchina fotografica  fosse di Nando, gli ha detto: “(se non concorda con la mia tesi) … perché scatta la foto?”. Nando ha risposto che non era sua la macchina.

Poi è ritornato sull’esperimento e a questo punto si è beccato un cartellino giallo: “Lei non ha capito un bel niente”.

E Nando: Me lo dimostri con una equazione matematica!

Zichichi nell'atto dell'"ammonizione"

 

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(*) Esperimento di Miller-Urey: riscaldamento di un pallone di vetro pieno d’acqua  - oceano primitivo – il vapore acqueo prodotto viene trasferito ad un altro pallone di vetro contenente una miscela di gas metano, ammoniaca e idrogeno (composti inorganici) rappresentativa dell’atmosfera primitiva. Quest’ultima sottoposta a scariche elettriche, tramite elettrodi, a simulare antichi fulmini temporaleschi, da origine a dei prodotti di sintesi – condensati per raffreddamento – e costretti ad accumularsi nel pallone di partenza contenente acqua.

Dopo alcune settimane Miller analizzò il liquido scoprendo che circa il 15 % del carbonio utilizzato si era trasformato in composti organici tra cui gli amminoacidi ossia gli elementi base delle proteine.

L’esperimento ha dimostrato (anche se per alcuni non ha dimostrato un bel niente) che i composti organici importanti per la vita, la cui sintesi si riteneva essere esclusiva degli organismi viventi, si possono ottenere a partire dai composti inorganici presente nell’ambiente primordiale della Terra.

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