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devina:

A proposito del M° Giuliano.

Ricordo sempre la discussione che ebbi con lui quando, pur avendo ricevuto il permesso dall’amministrazione comunale a svolgere, nella Pinacoteca, la consueta serata del 27 dicembre dedicata, quell’anno, il 2007, al Punk/New Wave, fummo “costretti” a cambiare sede il giorno stesso della manifestazione.
Il M° esponeva alcune sue sculture e non sia mai che si contaminassero con la musica rock.
Lo contattai prima telefonicamente (eravamo anche stati colleghi alla scuola media di Latiano, qualche anno prima)e gli chiesi se, gentilmente, vista la contemporaneità della nostra iniziativa con la sua esposizione (che durava peraltro diversi giorni), fosse stato possibile “spostare” dalla sala, per poche ore, le sue opere.
Per questione di spazio, ma soprattutto di sicurezza visto il loro valore.
Spostarle? Manco a parlarne.
Ci incontrammo quindi (alla presenza di Aldo Epifani e Cosmiano Francioso) presso la Pinacoteca e gli dissi che potevamo lasciarle dove erano, che avremmo avuto la massima accortezza, che avremmo vigilato le sue sculture, che avremmo garantito un servizio d’ordine continuo, che era bello “contaminare”, appunto, diversi mondi artistici, scultura e musica, che non si trattava del “semplice suonare e basta”, ma che avremmo collocato la musica in un contesto più ampio raccontando quegli anni (’77-’85) dal punto di vista storico, sociale, del costume…ecc., ecc., ecc.
“Quando mai si sono viste musica e scultura o pittura insieme?” mi disse.
Gli risposi allora che e Roma avevo visitato una personale di Andy Warhol dove si proiettavano anche video (che lo riprendevano al lavoro) con brani dei Rolling Strones che facevano da commento musicale.
Niente, dovemmo sloggiare il giorno stesso, trasferendoci alla sala Dossetti, nonostante l’autorizzazione firmata mesi prima dal sindaco.
Come coordinatore della manifestazione parlavo a nome dell’associazione Movimento Circolare e quindi dovetti essere, come dire, educato.
Ho sempre sperato e spero di avere un giorno l’opportunità di incontrarlo nuovamente, non più col vincolo di rappresentare l’associazione, per dirgli tutto ciò che quel giorno dovetti tenermi dentro.
Non escludo che prima o poi possa accadere.
Mai dire mai.