ADESSO BASTA: FUORI GLI ULTRAS!
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa inviatoci dalla Segreteria Generale Regionale Lombardia SILP (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) e dall’amico Marcello Chirulli:
ADESSO BASTA: FUORI GLI ULTRAS!! A BERGAMO L’ENNESIMA DIMOSTRAZIONE CHE LA TESSERA DEL TIFOSO È NECESSARIA
Comunicato stampa del 27 Agosto 2010
Se ce ne fosse stato ancora bisogno, gli Ultras dell’Atalanta (ma sembra che nelle loro fila ci fossero esponenti di altre tifoserie) hanno dimostrato un paio di giorni fa ad Alzano Lombardo, in maniera netta e una volta di più, perché è importante la tessera del tifoso: servirà infatti ad evitare che proprio molti di loro possano entrare negli stadi.
E siccome lo volevano dire in maniera tale che nessuno se lo dimenticasse, lo hanno fatto proprio di fronte al Ministro degli Interni, Roberto Maroni. Mai messaggio fu più chiaro.
Tra tutti i modi per sponsorizzare al meglio questa iniziativa dello Stato che di fatto si tradurrà in un netto giro di vite che dovrebbe limitare l’afflusso all’interno degli stadi di questi “tifosi non-graditi” (anche se ci rendiamo conto che il termine “tifoso” è ormai un termine troppo nobile per queste persone), non c’era sicuramente pubblicità migliore che devastare una piccola cittadina della bergamasca, dare a fuoco quattro o cinque auto (un paio delle forze dell’ordine), ferire un paio di poliziotti, premeditare agguati alle stesse forze dell’ordine con tecniche di guerriglia urbana, lanciare lacrimogeni e scagliare oggetti verso Polizia e Carabinieri, ma quel che più conta… fare tutto ciò di fronte al responsabile nazionale dell’Ordine Pubblico, appunto il citato ministro varesino.
A pensarla bene, un’iniziativa da parte dei tifosi organizzati talmente stupida, da non poterci esentare dall’interrogarci se in realtà non fossero tutti d’accordo con lo stesso Ministro per sponsorizzare in maniera definitiva la famosa tessera, visto che molte voci (di non tifosi e personaggi pubblici) si sono levate a difendere una supposta “privacy”, che altro non è che un tentativo di mantenere l’anominato e l’impunità di molti soggetti pericolosi. Ebbene, dopo questa “follia” collettiva alla tessera del tifoso sarà proprio difficile rinunciare: aveva proprio ragione il Ministro.
Scherzi a parte, nel 2010 stiamo ancora parlando di tifosi organizzati che non sentono ragioni e adottano l’unico modo che sembra per loro naturale di comunicare le loro idee alla società civile:
LA VIOLENZA.
E’ la battaglia di chi ritiene lo Stadio e gli spazi ad esso esterni, di sua proprietà contro ogni logica (concetto molto particolare quello di “proprietà” per molti ultras: appartengono idealmente a loro infatti la società di calcio, lo stadio, l’antistadio, le strade vicine allo stadio… guai a toccarglieli!
E il tutto anche se materialmente in mano non hanno nemmeno i biglietti per andare allo stadio la domenica). E su questo “equivoco” ogni giorno della settimana ormai (grazie anche alla spalmatura delle partite di calcio), migliaia di poliziotti, carabinieri, finanzieri devono rischiare la propria incolumità per difendere non la legalità (compito al quale dovrebbero essere preposti) ma la sicurezza di altri cittadini dall’inciviltà di chi per anni è stato di fatto tollerato e trattato con i guanti bianchi.
Ci si è dimenticati della legalità, per permettere al calcio professionistico di vivere nella propria bolla soprannaturale: per un cittadino molti dei comportamenti messi in atto dalle tifoserie comporterebbero denunce, arresti, querele.
Per gli ultras sono diritti inalienabili. E questo da sempre.
Va ripristinata la legalità, perché è passato troppo tempo inutilmente: troppe persone hanno pagato a caro prezzo l’ipocrisia e l’indolenza che aleggia attorno al mondo del calcio.
Qualcuno ha sempre difeso gli Ultras, ha cercato di accarezzarli, imbonirli, ha cercato di far passare lo loro presenza e le loro azioni come un “normale” effetto collaterale di quel “fantastico” mondo che è il gioco del calcio. Non fanno nemmeno più notizia gli scontri, i feriti, le decine di reati commessi da queste persone animate non si bene da che cosa, se non una profonda rabbia verso la società.
MA LO DICIAMO CON FORZA: è un prezzo che non possono più pagare i poliziotti e i carabinieri sulla propria pelle, come cuscinetti della rabbia di questi malviventi organizzati!
Non lo possono nemmeno più pagare tutti i cittadini.
I poliziotti la domenica (o negli altri giorni in cui ormai vengono previste partite di calcio), forse non tutti lo sanno, se ne starebbero meglio a casa con la propria famiglia, piuttosto che prendersi oggetti e insulti da parte di queste bande di facinorosi.
Quindi basta agli ultras. Basta violenza, si ripristini la legalità a 360 gradi.
Il SILP chiede a questo punto che venga tolta ogni forma di tifo organizzato all’interno degli stadi: inutile continuare a procrastinare questa soluzione, continuamente distinguendo chi si comporta bene e chi no. Proprio per salvaguardare questa distinzione troppe persone hanno perso la vita o sono finite all’ospedale. Non toccare i pochi, per salvaguardare i molti… quando sarebbe valso forse il contrario: togliere quei pochi, per salvaguardare tutti.
Noi proponiamo quindi un ulteriore inasprimento delle pene di chi commette violenze da stadio, l’introduzione del reato di “associazione a delinquere” finalizzata al turbamento dell’ordine pubblico durante le manifestazioni sportive. L’interdizione perpetua dagli stadi di chi commette reati legati alle medesime manifestazioni.
E poi che gli stadi divengano patrimonio delle società di calcio, che i loro costi di gestione non gravino più sulla collettività. Che l’ordine pubblico divenga all’interno delle medesime strutture completamente a carico delle società: i costi per mantenere poliziotti e carabinieri non devono più essere un costo per i cittadini. Le società sportive hanno già troppi vantaggi e privilegi per essere destinatarie anche di servizi di vigilanza gratuiti pagati dai contribuenti.
Solo così quel luogo, lo stadio, spesso occupato da personaggi conflittuali con la società stessa, potrà essere recuperato e a disposizione di tutti: delle famiglie, dei giovani, delle persone che vogliono godere di una manifestazione sportiva in santa pace, dei veri appassionati.
Risultato che non sarà mai raggiunto fintanto che allo stadio ci saranno gli ultras.
La Segreteria Regionale S.I.L.P. Lombardia
(Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) per la Cgil
Comunicato condivisibile nella sostanza, ma con un passaggio dal quale mi dissocio perchè ha il sapore di “stato di polizia”.
Che significa:
“Il SILP chiede a questo punto che venga tolta ogni forma di tifo organizzato all’interno degli stadi: inutile continuare a procrastinare questa soluzione, continuamente distinguendo chi si comporta bene e chi no.” ?
Sarebbe come dire: “per combattere l’evasione fiscale applichiamo una multa a tutti i contribuenti”.
In questo modo si colpiscono gli evasori, ma si colpiscono anche gli onesti cittadini che pagano le tasse.
Il concetto è lo stesso.
Non si può “colpire” indiscriminatamente tutti altrimenti cessa “lo stato di diritto” e subentra “lo stato di polizia”.
Chi agisce nella legalità ed assume in ogni manifestazione un comportamento corretto va protetto, difeso e valorizzato.
Solo in questo modo una società civile può ritenersi tale.
nando de vitis