…eppure è un trullo (di Edmondo Bellanova)

…eppure è un trullo

 

13 Commenti a “…eppure è un trullo (di Edmondo Bellanova)”

  • vittoria venerito:

    che belle foto .

  • Ciao. Si, in effetti anche se è un po anomalo è un trullo.
    Lo so per certo perchè in un terreno che apparteneva alla mia famiglia c’è nè uno uguale.
    Questi trulli venivano coperti con delle stoppie di grano (in dialetto RISTUCC) per evitare che vi piovesse all’interno, di solito ogni anno veniva ripetuto il lavoro.
    Insomma una specie di ibrido tra un trullo e un pagliaio.
    Non so perche venissero fatti cosi, forse per risparmiare sul materiale per rifinirli, in effetti per essere un trullo completo mancano solo le chianche, e queste ovviamente bisognava comprarle, mentre le altre pietre per la costruzione si potevano reperire anche in loco, per esempio demolendo i muri a secco che delimitavano i poderi.

  • midiesis:

    Sarà mica un trullo diroccato?

  • Ciao.
    No Rocco è proprio cosi, è integro. Come gia scritto mio padre ne aveva uno uguale.
    Chiedi a qualche persona, magari più vecchia di me, vedrai che avrai conferma di quanto ho scritto.
    A riprova di quanto ho scritto sulle pietre raccogliticcie e sul risparmio, nella prima foto si vede che le pietre non furono lavorate minimamente ma messe così come erano per risparmiare sulla manodopera.

  • Riciao, mi correggo la foto e la seconda, vedere la muratura esterna.

  • midiesis:

    Allora, oltre ad i trulli ben rifiniti, ve ne sono altri costruiti “alla buona”?

  • Ciao. Già, ci sono trulli di serie A e trulli di serie B (pochi per fortuna) costruzioni fatte alla buona, abusive, in fretta e furia, nel risparmio e senza essere accatastate (e non solo per i trulli anche altri tipi di costruzioni venivano fatte cosi). Come già scritto questi trulli (come li pagjiar) venivano coperti con delle stoppie per risparmiare. Per esempio per il trullo di mio padre (il terreno venne comprato circa 40 anni fa e quel trullo già c’èra) dopo tanti anni è arrivato l’avviso del catasto o ci si metteva in regola o bisognava abbatterlo.
    Nel mio terreno ho una lamia (meta in pietra e meta in tufo)fatto costruire in fretta e furia dalle vecchie proprietarie (70-80 anni fa) con delle pietre sottratte ai muri di confine (e purtroppo i risultati si vedono, è oramai pericolante). Anche per questa lamia mi è arrivata l’ingiunzione dal catasto (costruzione abusiva) è ho dovuto pagare.

  • luigi cappelli:

    Sarei tanto curioso di avere più notizie su questo tipo di strutture, anche perchè sull’intero territorio di ostuni, locorotondo, martina; non mi è mai capitato di incontrare trulli di questo genere, sarei più propenso nel pensare che sia stato rimosso lo strato di chiancarelle che ne definivano il cono, come le foto del trullo con la guardiola.

  • Ciao.
    No, assolutamente, non si tratta di un trullo a cui sono state levate le chianche. Come già detto, mio padre (buon’anima) era proprietario di un trullo del genere.
    Il vecchio proprietario, ci disse che quel trullo era stato fatto costruire da suo nonno (così comè ora) e lui stesso moltissime volte aveva provveduto alla copertura del trullo con la ” ristucc “.
    Per la cronaca quel terreno venne comprato da mio padre nel 1969, allora il vecchio proprietario aveva circa 70 anni, quidi quel trullo oggi dovrebbe avere tra i 150 e i 200 anni.
    Il trullo è ancora visibile in contrada Aieni.

  • Di nuovo io. Guardando meglio la prima e la seconda foto mi sono ricordato che anche sul nostro trullo quando venne comprato alla base e all’attaccatura dei coni vi era della terra (come nelle due foto), questa proveniva dalla “ristucc” (per chi non lo sapesse la “ristucc” è la parte delle piante del grano (anche orzo, biada, ecc.) che rimane attaccata alla terra dopo la mietitura, queste venivano estirpate a mano e sbattute per far cadere almeno parte della terra, poi veniva usata per diversi usi, copertura di “pagjier”, copertura di questi trulli, nei forni a legna per accendere il fuoco, come lettiera per gli animali, i più ambienti lo usavano anche come giaciglio, e tanti altri usi), anche se sbattuto bene le radici conservavano ancora molta terra che con la pioggia dilavava e si depositava sopra e tra le pietre.
    Sul nostro trullo oltre alla terra vi erano ancora resti di ristucc.
    P.S. Su un trullo con le chianche anche se mezzo diroccato non troverete mai tanta terra, altra riprova, nell’ultima foto, le pietre interne del cono sono rossastre per la terra percolata dall’esterno (il nostro trullo all’interno era uguale a quello).
    Sicuramente anche per il trullo nella foto il pavimento era composto da terra battuta, non da chianche come di solito.

  • [...] …eppure è un trullo (di Edmondo Bellanova) Categorie: Territorio e tradizioneTags: Edmondo Bellanova [...]

  • Riciao. Qualcosa che non va in effetti c’è in questo trullo.
    Manca l’architrave sulla porta, o sono state asportate (rubate, succede spesso) le pietre oppure e crollato, forse sono proprio quelle pietre che si intravedono davanti alla porta.
    In parecchi trulli, per reggere le pietre dell’architrave veniva usato un grosso palo di legno (squadrato alla belle e meglio) messo in orizzontale, col tempo questo palo marciva (o tarlava) e cosi l’architrave rovinava, spesso portandosi appresso tutto il resto della volta.

  • [...] Oggi quelle costruzioni affrontano a testa alta i tempi del turismo e del recupero di tradizioni e cultura contadina; a tal proposito suggerisco la lettura e la visione delle immagini a corredo di un bel post di Edmondo Bellanova pubblicato su midiesis. [...]

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