DE GUSTIBUS (di Edmondo Bellanova)

Domenico Biondi, a proposito della presentazione del Piano di Recupero del Centro Storico di Ceglie Messapica, avvenuta il 25 maggio scorso, scrive sul Diavoletto: “ interessante e stimolante”.

Ora è pur vero che i proverbi non si smentiscono mai e che “de gustibus non est disputandumt”, ma i motivi per i quali invece io sono rimasto profondamente deluso sono veramente tanti.

Credo che un po’ di questa delusione sia rimasta anche nel sindaco Luigi Caroli il quale, logicamente, da questo studio si aspetta “soluzioni collettive e condivise per valorizzare la cultura e le tradizioni locali nell’interesse più generale dell’ambiente senza tralasciare possibili ed auspicabili benefici economici per la comunità”.

Gli obiettivi sono assolutamente condivisibili e denotano una seria preoccupazione degli amministratori locali per il degrado che assedia i nostri centri storici.

Allora vediamo come questi “professori” stanno rispondendo alle legittime aspettative dell’atto d’indirizzo elaborato dalla Giunta Comunale nel mese di Dicembre 2011.

Il prof. Livio De Santoli relaziona più da sociologo che da tecnico e si perde in un’analisi storica del’900 e prospetta nella necessità del passaggio da un modello di sviluppo centralizzato ad uno individualizzato con il conseguente inevitabile processo di cambiamento della società.

Ritiene determinante il ruolo delle amministrazioni locali nella gestione delle problematiche energetiche, sopravvalutando, forse, le reali potenzialità tecniche-amministrative ed economiche dei Comuni.

Riassumendo i contenuti di questo Piano di Recupero ne elenca i tre punti essenziali: urbanistico, storico ed energetico, intrinsecamente legati da una comune interdisciplinarità.

L’architetto, prof. Mariano Mari, urbanista, illustra innumerevoli tabelle con le quali s’evidenzia lo studio dei luoghi eseguito in questi mesi, il tutto tradotto in un lavoro informatico-catastale, forse poco utile ma corredato da belle fotografie.

Al prof. Nicola Santuopoli  è affidata la relazione sul Piano del Colore e, con entusiasmo, parla del suo lavoro e delle sue precedenti esperienze che però… si riferiscono a città del tutto lontane e diverse da noi.

Avrei voluto sentire le proposte del prof. De Santoli  sulla riqualificazione energetica degli edifici, ma, forse per via del solito inammissibile ritardo con il quale si sono aperti i lavori, non si trova il tempo per discuterne.

Alla fine mi restano in testa solo un’infinità di parole, concetti, piani e osservazioni del tutto logiche, consequenziali, dotte ma, a mio modestissimo parere, inutili e certamente sovradimensionati rispetto alle reali necessità del centro storico di Ceglie Messapica.

E’ proprio necessario rivedere tutto il catasto urbano; rideterminare una molto difficoltosa delimitazione del centro storico; rivitalizzare la consistenza demografica (?); ridefinire viabilità pedonali e carrabili; suggerire tipi d’infissi, batocchi, grate di ferro, dimensioni di porte e finestre, colori ed intonaci; fornire regolamenti, indicazioni-prescrizioni per gli interventi edilizi da realizzare?

Credo che la spesa che il Comune di Ceglie sopporta (o dovrà sopportare) per la redazione di questo Piano di Recupero è sproporzionata rispetto alle sue reali necessità e possibilità economiche di bilancio.

Forse basterebbe il buonsenso per ottenere buoni risultati e non ci vuole proprio lo studio di tanti professori per capire cosa è legittimo fare e cosa non fare nel centro storico.

 C’è bisogno di un progetto e/o di uno studio universitario per capire che i tubi e le cassette poste all’ingresso del castello ducale sono un’obbrobrio?

Un vicolo sporco, i fili appesi e penzolanti, tubi girovaganti ed i brutti contatori di gas, elettricità ed acqua, infissi in alluminio, edifici abbandonati e pericolanti, pluviali in plastica rossa, intere vie non abitate, canne fumarie in acciaio inox, sono facilmente individuabili come un’offesa al patrimonio urbanistico della città ed al buongusto.

Ed alla fine restano come un macigno le osservazioni dell’architetto Clavica che solleva dubbi sulla validità giuridica di questo strumento urbanistico che si sviluppa parallelamente alla redazione del PUG con l’Università che si sostituisce agli architetti locali sottraendo loro lavoro e possibilità di crescita professionale.

                                                                       sanmichelesalentino27maggio2012edmondobellanova

Un Commento a “DE GUSTIBUS (di Edmondo Bellanova)”

  • Interessante e stimolante. Lo ripeto. Si tratta pur sempre dell’apertura di un confronto con dei PROFESSORONI. Per il resto concordo “in toto” con la tua impostazione ed è quello che ho detto a Mario Annese scendendo le scale del castello.

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